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lunedì 1 gennaio 2018

La sfida delle donne africane nel 2018 per cambiare l'Africa






Le prime ore del 2018 sono alle spalle e forse, in molti angoli del Continente Nero - nello stesso istante in cui sto scrivendo questo articolo - molte donne, ragazze, madri, giovani spose e giovani ragazze ancora in età scolare stanno iniziando un percorso che guarda lontano, scruta l'orizzonte in una Africa che necessariamente si trova di fronte un bivio.

Quale futuro deve intraprendere il Continente Nero? In quale direzione deve puntare? Quella che guarda "solo" al progresso aggressivo - lo stesso che vorrebbe imporre l'Unione Europea con i suoi programmi in chiave "neo-liberista" oppure semplicemente, l'Africa, i suoi popoli e con essi le sue fierissime donne che da sole, in un contesto drammatico tra indicibili sofferenze riescono a mandare avanti i nuclei familiari?

E' sicuramente una dei fermi immagine più impressi nei pensieri e nei modi di pensare occidentali, ossia, quella corrente di pensiero (se così possiamo chiamarlo) che vorrebbe il Continente Nero sempre fermo, immobile e, in perenne condizione di accettare gli aiuti (solo sulla carta...) delle vecchie potenze colonialiste capaci di sfruttare uomini, donne e cose.

Ma le cose in Africa sono in movimento (e già da molto tempo e su molti fronti).






Senza tirarla troppo per le lunghe se, ci soffermiamo su questa foto potremmo arrivare a concentrare la trasformazione in atto in Africa. C'è una giovane adolescente senegalese che, da Dakar, Senegal scruta l'orizzonte in abiti tradizionali con visore di "realtà virtuale" e questo connubio apre una prospettiva del tutto inedita: le antiche tradizioni e le nuovissime tecnologie che ormai sono una realtà anche in Africa.
E' una foto che in realtà dice anche altro: racconta di una nuova consapevolezza delle nuove generazioni di cui le ragazze africane stanno via via prendendo visione e consapevolezza. Nella vita di tutti i giorni come già avviene in alcuni settori della vita artistica, sono le giovani donne africane che non chiedono più il permesso per accedere all'emancipazione e a essere protagonisti della Cultura africana. Certo, l'Africa è immensa e, non si deve commettere l'errore di standardizzare la condizione e l'evoluzione delle condizioni sociali delle donne. Ci sono per esempio alcune eccellenze come quelle della Nigeria che, in fatto di Cultura - sopratutto negli ultimi decenni - ha prodotto una straordinaria fucina di scrittrici capaci di conquistare il mondo come  Chimamanda Ngozi Adichie e Lola Shoneyin, Noo Saro-Wiwa oppure del Sud Africa che per decenni era stato l'apripista dell'avanguardia culturale delle nuove frontiere della Cultura africana. Scrittrici del calibro di Sindiwe Magona oppure Zoe Wicomb tutte donne che hanno saputo non solo raccontare la trasformazione della società in Africa ma, molte di queste grandi intellettuali sono state a loro volta attiviste, attrice e registe come Gcina Mhlope.

Dall'altra parte del Continente Nero, in Camerun dove troviamo la scrittrice Calixthe Beyala.

Ma la strada è ancora in salita per quelle ragazze che non hanno la fortuna di poter contare su una struttura familiare sono spesso queste ultime le vittime di storie dolorose che, inevitabilmente raccontano una condizione di schiave del sesso che colpisce in molti paesi africani un numero crescente di adolescenti.

Tuttavia, benché perduri praticamente su tutta l'Africa la tragedia della povertà che spinge spesso giovani ragazze a tentare la carta della migrazione per poi finire nei "lager libici" prima di riuscire a salire su uno dei fatiscenti gommoni che tentano di attraversare il Mediterraneo e se, non finiscono annegati una volta arrivati davanti alle coste dell'Europa per poi ritrovarsi lo stesso schiave del sesso in Italia; mai come questo anno che inizia saranno proprio le nuove prese di coscienza delle donne africane a far partire il cambiamento necessario quello irrinunciabile per l'Africa.

AfricaLand racconterà queste storie al femminile lungo tutto l'arco del 2018.

Bob Fabiani