Il
2019 è iniziato molto male per la
#Libya : non che l'anno appena trascorso fosse passato indenne e senza spargimente di sangue ma, le notizie che arrivano dal martoriato paese
Nordafricano raccontano di uno scenario completamente in evoluzione. Anzi, a ben vedere, è in atto un ribaltamento. Un cambio di
Potere che non sarà per nulla indolore.
E' la peggiore delle notizie che potessero arrivare dalla
"polveliera #Libya".
Questo primo
approfondimnento di
Africaland Storie e Culture africane si rende necessario e, a partire da oggi, converrà seguire passo dopo passo quel che accade in
#Libya.
Procediamo con ordine.
-La sfiducia contro Al Serraj : una ribellione che sa di Golpe
Erano giorni che scalpitavano i "vice" del sempre più debole
governo di
Unità nazionale guidato da
Al Serraj. A testiomonianza che a
#Tripoli, l'unica cosa che non manca è il
caos politico.
A guidare la clamorosa
ribellione che in realtà è un
atto di sfiducia nei confronti del premier
libico - mai veramente amato né seguito, non solo qui a
#Tripoli ma nel resto dell'intera
#Libya a dispetto del sostegno e del rispetto conferitogli a livello internazionale -
Ahmed Maetig, il più influente ytra i
cinque (5!) vice premier del governo di
#Tripoli, insieme ad altri due colleghi - meno illustri - a provveduto a dare il
benservito ad
Al Serraj.
-La pubblicazione di una esplosiva lettera con destinazione conosciuta : Fayez Al - Serraj
Ahmed ha preso decisamente le redini dell'iniziativa e, nella giornata di
domenica 13 gennaio , in collaborazione con
Fathi Majbari e
Abdel Salam Kajman hanno scfritto una
lettera pubblica con un destinatario preciso :
Al Serraj accusandolo di essere un
accentratore di decisioni e di non incidere (in modo concretoi e deciso) sulle cosiddette
"questioni aperte" ossia, il
terrorismo,
immigrazione illegale e la drammatica
crisi economica nell'accompagnare questa denuncia, i vice premier
ribelli usano parole pesanti:
"Serraj conduce la Libia verso l'ignoto".
Che cosa sta accadendo dunque a
#Tripoli dopo che, sul finire dello scorso anno si era, in qualche modo riusciti, tra indicibili affanni e grandi equilibrismi degni dei migliori trapezisti da circo; a mettere tutti d'accordo, con la formula del
"cessate il fuoco" - con le
Nazioni Unite che si sono prodigate per tenere a freno tutte le
brigate e le
milizie che scalpitano per farla finita, una volta per tutte, con l'esperienza fallimentare del
governo di
Unità nazionale?
Nulla di sconosciuto. Nulla che in occidente non sapessero già (i mille e più protagonisti del
#CaosLibya, ossia la
#Francia e l'
#Italia con l'immancabile
#UE appena un passo dietro a scrutare l'orizzonte da lontano ...) :
Al Serraj non è riconosciuto da nessuno e, visto che, sullo scenario internazionale, i dotti e benpensanti, hanno pensato bene di lasciare tutto invariato così come è adesso; in uno stucchevole e umiliante "gioco al ribasso"; nel senso che per l'occidente, le stesse
Nazioni Unite e quindi l'
#UE deve essere questo governo (che non rappresenta nessuno) a condurre la
#Libya e i
libici ad asccompgnarli alle prossime elezioni, per giunta, con la pretesa di riscrivere l'impianto
costituzionale del paese
Nordafricano.
E gli
Stati Uniti?
A
Washington da quando è arrivata l'amministrazione
Trump hanno una posizione precisa sulla
"polveliera Libia" : da ambienti vicini alla
Casa Bianca è trapalata sotto traccia la netta, decisa
ostilità dello stesso
Trump nei confronti di
Al - Serraj. Secondo la
"Teoria Trump", l'incapacità del premier del
governo di
Unità nazionale con la sua conclamata
debolezza è :
"Fonte d'instabilità istituzionale e favorisce il ritorno del terrorismo nel paese", scrivono da
Washington,
mettendo così, una pesante pietra tombale sulla "fine politica" del premier mai amato da
#Tripoli e dal resto della
#Libya.
Questo nuovo scenario ha messo in apprensione
#Roma e, lo scialbo
#EsecutivoGialloVerde che, per una manciata di ore (e qualche giorno),hanno dovuto mettere da parte la
"campagna d'odio" contro i
#Migranti e, occuparsi, in fretta e furia, di politica estera. Si spiega così, dunque, il clamoroso lavorio del primo ministro
italiano Conte, che ha incontrato ripetutamente , l'"uomo forte"
libico, il
generale Khalifa Haftar reso necessario dalla pesante presa di posizione di
Washington nei confronti del sempre più debole
Al Serraj senza per altro ricevere troppa considerazione: a
#Roma sanno fin troppo bene di essere in colpevole ritardoi nella stucchevole posizione di considerare come unico interlocutore il "cavallo debole" tanto che, non più tardi di qualche settimana fa, lo stesso
Haftar concludeva così il
summit a quattro occhi con
Conte :
"L'Italia ha perso credibilità agli occhi dei miei connazionali".
-Tra Golpe e "guerra totale"
Alcuni giorni dopo la lettera di sfiducia contro
Al - Serraj è riesplosa la
"guerra di tutti contro tutti" tra le varie
Milizie e sono ripresi gli scontri anche nel cuore di
Tripoli.
La situazione è rapidamente degenarata, tanto che le ultime notizie che arrivano dal paese
Nordafricano, aggiornate alla tarda mattinata di oggi,
22 gennaio parlano di uno scenario completamente stravolto con la
Settima Brigata, guidata e organizzata dai
fratelli Kani, per altro, le stesse forze irregolari che da mesi sono la vera spina nel fianco del
governo di
Unità nazionale di
Al - Serraj, hanno
attaccato la
Protoction Force (TPF) nel
Sud di
#Tripoli presso l'aeroporto internazionale che si trova nel distretto di
Qasir Benghashir, causando per ora - come scrive l'
Osservcatorio strategico e geopolitico sulla sua pagina
Facebook -
16 morti e ben
65 feriti.
Mentre accade tutto questo, le
Milizie fedeli ad
Haftar si
ribellano e, nel
Fezzan, si riunisce l'esercito.
- Ammutinamento di diverse Brigate alleate dell'LNA
Sono ore di caos e nervosismo a tutti i livelli : tutti diffidano di tutti in queste ore che potrebbero essere il preludio a un imminente
colpo di stato e, in questa confusione, ai più alti livelli, non risparmiano neanche le file dell'
Esercito Nazionale Libico (LNA) guidato dal
generale Khalifa Haftar : dalla tarda giornata di ieri si registra l'ammutinamento di diverse
Brigate alleate tra cui la
Brigata Ahran Fezzan,
Shuhadda Sabha,
Shuhadaa Waw,
Shuhadaa Murziq e
Um Al - Aranib.
Le brigate hanno impedito agli uomini di
Haftar di entrare nella città di
Murziq e
Sabha.
Che cosa può accadere ora?
Lo scenario appare chiaro e delineato: se il
generale e "tomo forte" della
Cirenaica forzerà la mano si arriverà allo scenario armato.
-Irrompe il leader dei #Tuareg sulla "polveriera Libia"
Il leader della
tribù dei
#Tuareg,
Ali Kanna, una volta capo delle forze armate del
Sud - Ovest della
#Libya ai tempi del governo di
Muammar Gheddafi, ha riunito a
#Sbha il cosiddetto
"Esercito del Fezzan",
Milizia composta dai guerriglieri di varie etnie e mercenari provenienti dal
#Chad.
Nell'occasione lo stesso
Ali Kanna ha voluto inviare un avvertimento, un vero e proprio monito di allerta per il pericolo di una possibile
"guerra totale" a
#Sebha tra il suo esercito e quello di
Haftar che vuole penetrare nel
#Fezzan e, nell'occasione,
accusa il governo di
Al - Serraj di
corruzione. Questa pesante presa di posizione, è servita al leader della
tribù Tuareg per rilanciare il tema delle elezioni.
-Conclusioni
La situazione è sempre più caotica e intanto, sullo sfondo si intravede una nuova offensiva
francese che, evidentemente, si sente in dovere di muoversi in modo spregiudicato dal momento che la sinrinia tra
#Parigi e il
generale Haftar appare sempre più salda anche a fronte del nuovo protagonoismo dei
miliziani che rispondono ai desiderata dello stesso
Haftar : in questo modo a
#Parigi possono controllare anche il disgustoso
traffico dei
#Migranti che guarda caso sono ripresi in direzione dell'
#Italia (e non sono certo da attribuire alle
#Ong come fa in modo dilettantesco il
#Ministrodellapaura che del resto fa molta fatica a capire qualcosa non solo di
#Africa ma anche di
#Geopolitica n.d.t)
nonché muovere lo scacchiere del
#Fezzan in funzione
anti-Haftar, del resto sempre forte del sostegno dell'
Egitto dei
militari.
(Fonte.:jeuneafrique;ossevatoriostrategicogeopolitico)
Bob Fabiani
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