TAG - AfricaLand Storie e Culture africane

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giovedì 31 dicembre 2020

Buon anno ai lettori


 





AfricaLand Storie e Culture africane invia ai lettori i più sinceri auguri di buon 2021 al termine di un anno drammatico segnato dalla pandemia che ha cambiato le vite di miliardi di persone. Abbiamo scelto questa foto e questo augurio che arriva dal Madagascar.

Il nuovo anno che sta per iniziare tra meno di un ora nella Grande Isola dalla Terra Rossa sia il preludio per tutti i nostri lettori di un anno sereno e di ripartenza. Noi continueremo ad esserci con l'entusiasmo di sempre per continuare a raccontare l'Africa.
Un grande abbraccio - ancora virtuale - ma siamo certi che nel 2021 torneremo a riabbracciarci, a viaggiare, a stare on the road.
L'ultimo pensiero lo vogliamo dedicare ai vaccini anti-Covid-19: è notizia di oggi che le autorità sanitarie africane si stanno preparando per le prime dosi del vaccino nel Continente, in fin dei conti, se ci pensate, è la migliore delle notizie possibili per aspettare l'arrivo dell'Anno Nuovo.

Buon anno 2021 a tutti.

(Fonte:africalandilmionuovoblog)
Bob Fabiani
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Africa, il punto di fine anno sulla pandemia da Covid-19


 





Se è sembrato a lungo risparmiato, o quasi, dal Covid-19, il Continente africano è ormai colpito come il resto del mondo, anche se il numero dei decessi resta molto limitato.
Nei mesi di luglio e agosto è stata osservata una forte accelerazione del numero dei casi, poi le contaminazioni hanno nuovamente rallentato.
A fine anno si è sviluppata la seconda ondata molto visibile nel Nord del Continente, e osservabile in diversi grandi paesi dell'Est e del Sud, al momento le autorità sanitarie si stanno organizzando per contrastarla e, cosa, fondamentale, sono attive per l'arrivo delle prime dosi del vaccino anti-coronavirus.

(Fonte:jeuneafrique)
Bob Fabiani
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-www.jeuneafrique.com

mercoledì 30 dicembre 2020

Repubblica Centrafricana, l'opposizione chiede di annullare il ballottaggio presidenziale


 




Quattro giorni dopo un primo turno osteggiato dai gruppi ribelli, la coalizione di opposizione ha chiesto, nella giornata di mercoledì " la cancellazione totale" delle elezioni presidenziali e legislative di domenica 27 dicembre 2020.
La Coalizione  dell'opposizione democratica (COD - 2020), che riunisce i più importanti partiti e movimenti di opposizione al Presidente Faustin Archange Touadéra osserva che le elezioni raggruppate non sono state eque e inclusive e "non sono l'espressione della volontà del popolo centrafricano", ha detto in conferenza stampa mercoledì scorso.
Inoltre, le opposizioni, hanno duramente criticato l'Autorità Elettorale Nazionale (ANE), il regime di Touadéra, il G5+ (ossia Francia, Russia, Nazioni Unite, UE e Banca Mondiale n.d.t), per aver avallato "questa mascherata elettorale".

Non solo.

Nella dettagliata e dura requisitoria, i leader dell'opposizione non hanno risparmiato accuse dirette al rappresentante speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite nella Repubblica Centrafricana, l'ex ministro senegalese degli Affari Esteri, Mankeur Ndiaye.
Di diverso avviso il governo di Bangui : "Elezioni credibili".

(Fonte:jeuneafrique;internazionale)
Bob Fabiani
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-www.jeuneafrique.com;
-www.internazionale.it-esteri-africa 

martedì 29 dicembre 2020

Volti di una svolta (Africa 1960)

 





AfricaLand Storie e Culture africane oggi conclude il #Reportage dedicato a "Africa 1960 - l'Anno dell'Africa" ossia, l'anno che portò all'indipendenza di molti Stati africani. Iniziò da allora un percorso affascinante che vide, tutto il Continente votato a riprendere il cammino interrotto drammaticamente dalla lunga, dolorosa, cruenta parentesi del colonialismo in cui l'Africa, era stata derubata di tutto : dalle materie prime all'arte. Da quella stagione, 60 anni dopo, sono nati tutta una schiera di artisti che segnano i volti di una svolta.

Oggi ve li presentiamo.

54 Paesi e un numero indefinito di tradizioni culturali, età media dei suoi abitanti è di circa 20 anni, due miliardi e mezzo la sua popolazione (prevista) nel 2050 : il Continente con la sua vasta geografia, le diverse etnie e livelli di sviluppo, è giovane all'anagrafe e affronta nuove sfide. Al centro del dibattito politico e sociale c'è la sua eredità (post)coloniale, con l'obiettivo di ridefinire le strutture di potere e immaginare scenari alternativi.


  


Negli ultimi anni sono stati aperti nuovi, importanti musei per uno sviluppo sostenibile, che avvicini la popolazione all'arte. Sono lo Zeitz Mocaa di Città del Capo, il Museum of African Contemporary Art Al Maaden di Marrakech e il Museum of Black Civilizations di Dakar.
Nel frattempo, alcuni artisti hanno già raggiunto un ottimo successo, come Hassan Hajjaj e Ibrahim Mahama, creando istituzioni per coltivare giovani talenti in casa.
Sono 6 le capitali culturali emergenti : Accra, Addis Abeba, Città del Capo (Cape Town), Dakar, Lagos e Marrakech.

AfricaLand Storie e Culture africane vi presenta una serie di personaggi protagonisti nell'architettura, nel design e nelle arti.


-Volti di una svolta

eL Seed - artista, Tunisia


  


E' un artista franco-tunisino. Da Parigi a Londra, passando per Dubai.  I suoi calligraffiti  incorniciano l'eleganza  della calligrafia araba in uno stile dai colori accesi. Dice di ispirarsi all'iracheno Hassan Massoudy, ma riflette una pratica artistica nello spazio pubblico più popolare : il muralismo.


Hassan Khan - artista, Egitto






E' un artista egiziano che vive e lavora al Cairo, figlio di un regista della nouvelle vague del cinema arabo. E' considerato uno dei pionieri della musica e dei video sperimentali della scena locale. Performance, pubblicazioni e installazioni architettoniche che gli sono valse importanti riconoscimenti internazionali.


Kuukua Eshun - regista, Ghana





Vive e lavora fra gli USA e il Ghana, dove è nata. Scrittrice e filmmaker, usa il linguaggio della sensualità per affrontare importanti questioni sociali. Con il corto Artist, Act of  Love (2019), sguardo poetico sul mondo dell'amore giovanile, ha partecipato a diversi festival mondiali.


Sonia Lawson - manager, Togo







Direttrice del Palais de Lomé, in Togo, un ex palazzo governativo oggi centro per la cultura e l'arte con un parco di ben 11 ettari, inaugurato nel 2019. Nel 2022 si farà qui la prima Biennale di Scultura e Design dell'Africa occidentale.


Aida Muluneh - fotografa, Etiopia




Pluripremiata artista e fotografa, è nata nel 1974 in Etiopia dove vive e lavora. Fra le altre cose, ha fondato e dirige il festival Addis Foto Fest, il più importante nel suo genere dell'Africa orientale.


Kaouther Ben Hania - regista,  Tunisia




 

E' la regista tunisina di The Man Who Sold His Skin, in concorso nella sezione Nuovi Orizzonti a Venezia77. Storia di un giovane siriano sensibile e impulsivo, che fugge dalla guerra. Il film ha incassato il premio per il miglior attore protagonista (il superbo Yahya Mahayni).


Selly Raby Kane - regista, Senegal




Designer e VR filmmaker di Dakar, Senegal, fondatrice del brand SRK con uno showroom inaugurato proprio nella capitale senegalese. Eclettica e introversa, con i suoi capi offre un approccio audace alla sartorialità.


Selma Feriani - artista, Tunisia


 


Nata in Tunisia, dove ha una sua galleria nella località di Sidi Bou Said, promuove artisti contemporanei in particolare dal Nordafrica. Partecipa alle più importanti fiere e collabora con diverse istituzioni nella realizzazione di mostre con gli artisti che rappresenta (Massinissa Selmani, Nidhal Chamekh e Mbarek Bouuhchichi, tra gli altri).


Aya Tarek - artista, Egitto




Pittrice, street artist e illustratrice talento con diverse con diverse collaborazioni internazionali alle spalle. Nata ad Alessandria d'Egitto nel 1989, a novembre aprirà la sua nuova personale di pittura allo Shelter Art Space della sua città.


RAW Material Company - centro d'arte, Senegal 




Fondato a Dakar dalla curatrice di origine camerunense Koyo Kouoh, dal 2019 a capo dello Zeitz Mocaa di Città del Capo (Cape Town). Il centro offre un programma di formazione all'arte e residenze per artisti (quest'anno l'artista senegalese Ibrahima Thiam).


Black Rock - laboratorio d'arte, Senegal




Lussuosa residenza per artisti di Kehinde Wiley, pittore di origine nigeriane, inaugurata nel 2019 a Dakar. E' oggi uno dei laboratori dell'avanguardia africana.


David Adjaye - architetto, Ghana





Classe 1966, baronetto dell'architettura di origini ghanesi. Ha fondato nel 2000 Adjaye Associates, studio con sedi a Londra, New York e Accra (in Ghana, appunto). Consacrato archistar con la realizzazione dello Smithsonian Nmaahc di Washington D. C., primo museo degli States dedicato alla storia afroamericana.


Azu Nwagbogu - manager, Nigeria




Curatore che vive in Nigeria, a capo della African Artists Foundation (AAF), organizzazione non profit di Lagos dedicata allo sviluppo dell'arte nella religione. Ha fondato e dirige LagosPhoto, festival internazionale della fotografia dell'arte.


Addis Fine Art - galleria d'arte, Etiopia


La galleria commerciale  più importante  della capitale etiope è stata fondata nel 2016 da Rakeb Sile and Mesai Haileleul. Organizza mostre  dei diplomati della Allé School of Fine Art di Abeba. Nel mese di novembre è stata dedicata al modernista Tadesse Mesfin.


Touria El Glaoui - manager, Marocco






Fondatrice e direttrice di 1-54 Contemporary African Art Fair, la principale fiera dell'arte contemporanea africana che presenta gallerie ed artisti ai collezionisti di Londra, New York e dal 2018 anche a quelli di Marrakech.


M'hammed Kilito - fotografo, Marocco





E' un fotografo marocchino. La sua ultima serie intitolata "Among us" (fra di noi), in cui ritrae giovani marocchini che esprimono modi alternativi di vita, ha ricevuto diversi riconoscimenti internazionali. Insieme ad altri tre colleghi ha fondato il KOZ Collective, che si definisce un collettivo di artisti visivi marocchini impegnati in progetti a lungo termine, con una passione per lo storytelling


Design Indaba -  design, Sudafrica


.


Un vero brand del design e della creatività sudafricana di nuova generazione. Nel 2020 il suo festival ha compiuto 25 anni, affermandosi come una pietra miliare nel campo del design.


Ano Ghana - centro culturale, Ghana





Fondato dalla storica dell'arte ghanese,  Nana Oforiatta Ayim, che ha anche organizzato il primo padiglione del Ghana alla Biennale d'arte di Venezia del 2019. Questo spazio culturale della capitale Accra offre iniziative che vanno dalle mostre ai laboratori narrativi e ha allestito un piccolo museo mobile.

Pretty Yende - soprano, Sudafrica





Classe 1985, è originaria del Sudafrica. La sua voce da soprano ha incantato fra gli altri il pubblico della Scala di Milano e della Metropolitan Opera di New York

(Fonte:jeuneafrique;lensculture;africanmagazine)
Bob Fabiani
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-www.jeuneafrique.com;
-www.lensculture.com;
-www.africanmagazine.org

lunedì 28 dicembre 2020

Repubblica Centrafricana, le operazioni di voto si sono svolte senza incidenti


 





La temuta esplosione di violenza non è avvenuta domenica 27 dicembre durante il primo turno delle elezioni presidenziali e legislative.
Tuttavia, gli osservatori temono che molti elettori non abbiano potuto votare. I gruppi ribelli avevano giurato, 9 giorni fa, di "marciare su Bangui" per impedire lo scrutinio, ma alla fine sono stati tenuti a distanza dalla capitale di questo paese che da 8 anni vive una guerra civile pressoché interrotta.

(Fonte:jeuneafrique)
Bob Fabiani
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-www.jeuneafrique.com

domenica 27 dicembre 2020

UE, al via il Vaccine Day contro il Covid-19


 




Oggi è il gran giorno - almeno nella Vecchia Europa - nella lotta contro la pandemia da coronavirus : è infatti iniziato il Vaccine Day con le prime, simboliche somministrazioni dei vaccini Pfizer BioNTech.

Facciamo un rapido giro nei principali paesi UE.

Italia
Il vaccino viene somministrato ai primi medici e infermieri allo Spallanzani di Roma e nel resto dei nosocomi italiani, da nord a sud.

Spagna
Araceli Rosario Hidalgo
, ospite dal 2013 della casa di riposo Los Olmos di Guadalajara, a circa 60 chilometri da Madrid, è nata nel 1924, è stata la prima persona in Spagna ad essere vaccinata contro il Covid-19 alle 9 di questa storica domenica di fine dicembre. Via via, in tutto il paese iberico si procederà a vaccinare la popolazione.

Germania
La Germania ha iniziato ufficialmente la campagna nazionale per vaccinare tutti i cittadini contro il virus partendo dai residenti più vulnerabili, unendosi agli altri paesi UE in uno sforzo coordinato.

Ma non tutto è andato secondo i piani stabiliti dalla Commissione UE, infatti, alcuni paesi - tra questi l'Ungheria e la Repubblica ceca - hanno iniziato la vaccinazione nel giorno (tardo pomeriggio) di Santo Stefano.

Francia
La Francia ha optato (come la Spagna n.d.t) per la vaccinazione nelle case di riposo a Sevran e Digione poi, a ritmo serrato toccherà al resto dei francesi.

Il vaccino accende un barlume di speranza. 

La presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, ha definito il 'via' come "un toccante momento di unità".
Ma questo è solo l'inizio di quella che è destinata a diventare una vaccinazione di massa in tutta l'UE che, con ogni probabilità, si protrarrà per tutto il 2021.

E l'Africa e il resto dei paesi poveri?



 

E' pura utopia pensare di uscire dal vortice di questa pandemia globale se, di pari passo, non verrà concesso anche ai paesi poveri e all'intera Africa la possibilità di vaccinarsi contro il Covid-19. In queste ore, è drammaticamente silente 'la voce' verso il Continente nero ma, così facendo, questa sfida non potrà essere vinta perché il virus - come già ha dimostrato in questi giorni -  si muove e muta senza risparmiare nessuno.

Se c'è una lezione da questo Vaccine Day europeo è che, ancora una volta, i paesi ricchi (guarda caso gli stessi che si sono impossessati di tutte le ricchezze africane n.d.t) hanno pensato solo a se stessi facendo man bassa di dosi e lasciando a secco tutti gli altri, quelli più poveri dell'intero pianeta.

(Fonte:adnkronos;jeuneafrique)
Bob Fabiani
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-www.adnkronos.com;
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sabato 26 dicembre 2020

La crisi senza fine che condiziona le elezioni presidenziali nella Repubblica Centrafricana






La situazione nella Repubblica Centrafricana si è deteriorata a tal punto che lo svolgimento delle elezioni presidenziali e legislative di domenica 27 dicembre, sostenuto, pagato e garantito dalla comunità internazionale, sembra impossibile al di fuori della "bolla" di Bangui.
Gli abitanti della capitale centrafricana hanno poco più di due certezze in questi giorni : è Natale, e hanno paura.

Si respira un'aria di Golpe che chiamerebbe in causa direttamente l'ex presidente Bozizé.

"Un tentativo deliberato di interrompere" le elezioni 2020, ad opera di gruppi armati, nella Repubblica Centrafricana : in risposta, le Nazioni Unite hanno schierato i caschi blu (quei stessi caschi blu che da queste parti non si sono sempre comportati in modo irreprensibile) della missione di stanza nel paese per garantire il regolare svolgimento delle consultazioni, mentre il presidente uscente invita i cittadini a non temere e a recarsi alle urne.
Intanto però, nella giornata del 22 dicembre, è arrivata la notizia, confermata anche dalle fonti ufficiali, che i ribelli hanno preso il controllo della città di Bambari.





 Nella giornata odierna, 26 dicembre, l'ONU ha annunciato che tre forze di pace burundesi sono stati uccisi da "combattenti armati non identificati", aggiungendo che ci sono "altri due feriti a Dékoa". Le Nazioni Unite condannano in modo netto gli attacchi. 
Questi attacchi sono arrivati quando la coalizione di gruppi ribelli, all'offensiva da sette giorni contro il governo centrafricano, ha rotto il cessate il fuoco (nella giornata di venerdì scorso).
In un clima da guerra civile, Touadera, cerca la riconferma. Sono 17 i candidati alle elezioni presidenziali : Touadera, al potere dal 2016 cerca la riconferma per un secondo mandato. Tra gli esclusi eccellenti - cinque in totale - figura anche l'ex presidente Francois Bezizé, 74 anni, il quale secondo la Corte non ha soddisfatto il requisito della "buona moralità" richiesto per i candidati a causa di un mandato di arresto internazionale che pende nei suoi confronti e delle sanzioni delle Nazioni Unite contro di lui per presunti omicidi, torture e rapimenti.

La crisi senza fine della Repubblica Centrafricana preoccupa non poco la comunità internazionale, nonché gli attori regionali. Il 21 dicembre il Ruanda ha schierato una "forza di protezione" nella Repubblica Centrafricana dopo che i suoi peacekeeper sono stati attaccati dai ribelli che stavano avanzando verso la capitale Bangui. Lo ha riferito il portavoce del governo di Bangui, Ange Maxime Kazagui"I ruandesi hanno inviato diverse centinaia di uomini che sono sul terreno e hanno iniziato a combattere", inoltre ha aggiunto che anche la Russia ha anche inviato "diverse centinaia di militari e armi pesanti" nel paese per sostenere il governo, nell'ambito degli accordi bilaterali già in vigore in base ai quali Mosca ha donato diverse partite di armi a Bangui, tra cui fucili d'assalto Kalashnikov, mitragliatrici, lanciagranate, pistole e fucili di precisione.
La notizia è parzialmente confermata dal ministro degli Esteri russo, che in una nota pubblicata nella giornata del 22 dicembre, ha annunciato l'invio di altri 300 istruttori per assistere le autorità di Bangui nel rafforzare le loro capacità di difesa, al fine di addestrare i militari dell'esercito nazionale. 

"Stiamo seguendo da vicino l'evoluzione della situazione nella Repubblica Centrafricana siamo seriamente preoccupati che gli eventi degli ultimi giorni abbiano portato a un netto peggioramento della sicurezza".

(Fonte:mediapart;agenzianova)
Bob Fabiani
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-www.mediapart.fr/afrique;
-www.agenzianova.com)


 
 

venerdì 25 dicembre 2020

Scoperta nuova variante Covid-19, in Nigeria


 



A ridosso del natale arriva la notizia di una nuova variante del Covid-19 in Nigeria. Si tratta di una mutazione molto contagiosa ed aggressiva
Cresce la preoccupazione in tutto il continente nero e nel resto del mondo anche perché, questo virus mostra una grande capacità nel cambiare forma (e pericolosità). Non si tratta però solo di una caratteristica del coronavirus ma, dei virus in generale. 
A preoccupare esperti e scienziati è la velocità della mutazione che segue quelle dei varianti sudafricana e britannica.


 


L'allarme arriva dai Centri per la protezione e il controllo delle malattie dell'Unione Africana (Africa Cdc). Si tratta di una mutazione simile a quelle individuate  nel Regno Unito e in Sudafrica, "ma sembra un ceppo differente", ha detto John Nkengasong, a capo dell'istituzione.
E' allarme in tutta l'Africa : alla luce di queste preoccupanti variazioni diventa urgente che il continente sia in grado di investire risorse nei vaccini africani anche perché, il cosiddetto "Primo Mondo", ha già prenotato milioni di dosi escludendo i paesi poveri. 
Questo virus però sta già dimostrando che non si sconfigge la pandemia se, verrà negato il diritto alla vaccinazione di interi popoli.

(Fonte:jeuneafrique)
Bob Fabiani
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-www.jeuneafrique.com

Il naufragio di natale


 




Ennesima tragedia del mare. Nuovo naufragio di migranti al largo della Tunisia : a bordo del barcone si trovavano almeno 40  migranti. Sono almeno 20 le persone morte davanti alla costa di Sfax.
Erano per lo più originari dell'Africa subsahariana, i migranti che non ce l'hanno fatta, come ha confermato all'agenzia Dpa.
Prima del nuovo #genocidio, nel tardo pomeriggio della vigilia di natale, l'organizzazione non governativa Alarm phone, che si occupa di monitorare le barche dei migranti nel Mediterraneo, aveva riferito che un natante con 65 persone in fuga dalla Libia, tra cui diversi bambini, si trovava in difficoltà, alla deriva tra le iole tunisine Kerkennah e l'isola italiana di Lampedusa.
Non è chiaro se si tratti della stessa imbarcazione indicata dalla stampa tunisina.

(Fonte:jeuneafrique)
Bob Fabiani
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giovedì 24 dicembre 2020

Buon Natale ai lettori






AfricaLand Storie e Culture africane augura ai tutti i lettori un sereno Natale : seppure in questo particolare momento in cui il mondo e l'Africa sono alle prese con la pandemia non dobbiamo perdere la speranza.
I nostri migliori auguri con questa splendida foto di una delle spiagge tropicali del Madagascar.

(Fonte:africalandilmionuovoblog)
Bob Fabiani
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Brexit, raggiunto accordo UE--Uk scongiurato 'no deal'






Fumata bianca sul dopo Brexit fra UE e Regno Unito, dopo mesi di estenuanti negoziati : lo hanno annunciato fonti di Londra in contemporanea con Bruxelles, formalizzando il via libera al compromesso finale su un accordo di libero scambio. Un testo di 2000 pagine circa che allontana l'incubo di un traumatico 'no deal' commerciale.
L'intesa raggiunta in extremis, entrerà in vigore dal primo gennaio 2021, scadenza della fase di transizione post divorzio, seppure soggetta alla ratifica del parlamento britannico : la notizia è confermata anche da France Press.

(Fonte:theguardian;afp)
Bob Fabiani
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-www.theguardian.com;
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Africa 1960, l'anno dell'Africa 60 anni dopo. Dream in progress


 



AfricaLand Storie e Culture africane, a partire da oggi, 24 dicembre pubblica un #reportage dedicato "all'anno dell'Africa", l'anno in cui (nel 1960) 17 paesi dell'Africa Subsahariana diventarono indipendenti nel giro di 12 mesi. Di questi, 14 erano possedimenti francesi.


-Dream in progress

Era l'anno in cui Roma ospitava i Giochi olimpici e John Fitzgerald Kennedy venne eletto presidente degli Stati Uniti : anno di grazia, 1960 e 17 paesi dell'Africa Subsahariana diventarono indipendenti  - uno dopo l'altro - in appena 12 mesi, liberandosi dal dominio coloniale europeo. Tra questi, 14 erano possedimenti francesi.

"Un errore profondo, una colpa della République" , affermò Emmanuel Macron.

E' il 1960, l'alba di un decennio che sarà ricordato per la sua fiducia nel progresso e nella speranza di futuro : a queste latitudini, a cavallo dell'Equatore, passa però alla storia come "l'Anno dell'Africa".
Oggi, sei decenni dopo quell'incredibile e serrata sequenza di dichiarazioni d'indipendenza - dal Camerun alla Mauritania passando per il Madagascar - l'anno dedicato agli anniversari della liberazione, ai bilanci del lascito coloniale e della transizione, e alle celebrazioni delle nuove conquiste è stato stravolto dal Coronavirus.
Sessant'anni dopo, per il miliardo e più di abitanti subsahariani, non tutto corrisponde al libro dei sogni inaugurato con la proclamazione dell'indipendenza, quando "l'Africa e gli africani cominciarono a scrivere la propria storia", per dirla con le parole di Patrice Lubumba, padre della libertà congolose dal giogo coloniale del Belgio e icona rivoluzionaria del continente, evocato durante le proteste del Lives Matter (branchia europea n.d.t) di questa estate (dopo il brutale assassinio di George Floyd in USA n.d.t). Negli anni, le pagine di quel libro dei sogni sono spesso state macchiate da guerre e genocidi, sgualcite da storie di corruzione sistemica e sfruttamento delle risorse naturali (e favorite dai "padroni di ieri" ossia, le potenze colonialiste che, una volta lasciata la "stretta oppressiva" dall'oggi al domani; non hanno consentito ai vari paesi africani di preparare e formare una classe dirigente che fosse pronta alla grande sfida ...), stracciate dalla morsa della povertà (conseguenza inevitabile ...) e di un potere autoritario e repressivo (doloroso epilogo di quei leader che un tempo erano stati protagonisti delle guerre di liberazioni contro gli Stati colonialisti e poi, una volta arrivati al potere rivelatesi spesso, addirittura peggiore degli oppressori bianchi ...).

Eppure oggi, nonostante la pandemia che ha innescato nel continente la prima recessione in 25 anni, la mappa multicolore dell'Africa ha anche un volto fatto di un'integrazione regionale sempre più articolata e ambiziosa, di transizioni democratiche acciaccate ma non deragliate, della seconda industria cinematografica del mondo - la nigeriana Nollywood - e di una crescente digitalizzazione low cost fatta di smartphone made in China venduti a meno di 100 dollari, app economy, sistemi di pagamento cashless in rapida ascesa e abbonamenti Netflix modellati sui device mobili.


    


Non tutti gli Stati sono uguali e i trend tendono ad apparire sensibilmente diversi anche in realtà confinanti : se la Nigeria è la prima economia del continente, il Niger è in fondo alla classifica dello Human Development Index dell'ONU. Le trasformazioni sociali, politiche ed economiche sono tuttavia trainate da un dato demografico significativo : in Africa, l'età media è 18 anni (in Europa viaggiamo oltre i 40 ...). Secondo le stime, entro il 2100 quasi la metà dei bambini sotto i quattro anni presenti al mondo sarà concentrata qui. 

E questo indubbiamente spaventa tutti i suprematisti bianchi sparsi nel mondo ma, al tirar delle somme, se si deve guardare al futuro nel XXI secolo, non si potrà non farlo rivolgendo lo sguardo verso Sud. Probabilmente non sarà un "classico affare" (almeno non con la chiave di lettura del Neoliberismo e della dittatura del Neocapitalismo n.d.t) ma è indubbio che l'avvento dell'Era dell'Africa è solo una questione di tempo.

-Eppur si muove

Un tratto paradossale, quello anagrafico, che fa a pugni con la realtà del potere ancora in mano a una generazione di leader anziani e inamovibili : il continente più giovane ha i governanti più avanti negli anni (magari sponsorizzati da quei stessi Stati colonialisti, ossia gli ex "padroni colonialisti" per tenere in scacco il continente), ma anche sfidanti 40enni (seppure sul finire di questo 2020, 60esimo dell'Anno dell'Africa uno di essi, Ahmed, primo ministro etiope ha deluso molti dopo aver dato inizio all'ennesima guerra tra Etiopia e Tigray che rischia di innescare una crisi senza fine e di difficile lettura previsionale). 
Molti riponevano grandi speranza in Abiy Ahmed : 41 anni al momento dell'elezione come premier d'Etiopia (una ventata di speranza dopo lo storico accordo con l'Eritrea e il Nobel per la pace n.d.t), è il volto nuovo tra over-60.
Autocrati in carica da tre decenni o più, che sono riusciti a modificare le Costituzioni per eliminare i limiti di mandato, come hanno fatto nei mesi scorsi i leader di Guinea (Alpha Condé) e della Costa d'Avorio (Alassane Ouattara, che per ingraziarsi gli agricoltori ha aumentato i prezzi del cacao, di cui il paese africano è il primo produttore al mondo e che da solo rappresenta il 15% del Pil) ma la lista è lunga e lo spazio a nostra disposizione non consente di elencarli tutti. 
Talvolta, come nel caso dell'eritreo Isias Afwerki, si tratta dell'unico presidente che il paese abbia mai conosciuto (lascito drammatico della dominazione italiana n.d.t), mentre altri hanno messo in piedi un vero sistema dinastico, dal Gabon dei Bongo al Togo dei Gnassingbé.

Se nei primi trent'anni dell'indipendenza i cambi di leadership attraverso le urne sono stati una discreta rarità, dagli Anni Novanta in poi molti paesi hanno visto l'avvento del multipartitismo e di opposizioni agguerrite : un recente dell'ISPI di Milano, ha tracciato l'identikit del potere africano e ha messo in luce come la permanenza al potere si sia progressivamente ridotta, normalizzando anche successioni e alternanza. Nel 2015 Muhammadu Buhari è diventato il primo leader della Nigeria proveniente dall'opposizione, battendo il presidente uscente (seppure deludendo i nigeriani dato che il suo fallimento nella lotta contro Boko Haram è ormai acclarata e anche la sua blanda opposizione alle violenze della polizia denunciata dal nuovo movimento di giovani cittadini non solo a Lagos, non più tardi di tre settimana fa).
Gli ultimi anni, poi, hanno visto il tramonto di discussi "monarchi repubblicani" : fra tutti, Robert Mugabe dello Zimbabwe, destituito nel 2017 (con un golpe che ha poi portato però al potere il "Coccodrillo" Mnangagwa n.d.t) e morto nel 2019, ma anche l'angolano José Eduardo dos Santos e il congolose Joseph Kabila. Fino a Ibrahim Boubacar Keita, l'ultimo della lista : l'uomo forte del Mali è stato scalzato ad agosto da un golpe arrivato al termine di mesi di proteste "ascoltate" dai militari : i manifestanti invocavano un cambio di passo, riforme istituzionali e politiche incisive. Un copione andato in scena anche in Burkina Faso e ancor prima in Sudan (qui la fine del regime del terrore di Omar al-Bashir è stata accompagnata dall'abolizione della sharia n.d.t). Dopo aver tentato invano di trovare una mediazione tra piazza, governo e esercito, i leader delle nazioni vicine, riuniti nell'Ecowas - la degli Stati africani occidentali - hanno deciso di imporre sanzioni contro il paese, salvo sospenderle dopo l'insediamento dell'esecutivo di transizione. C'è chi vi ha visto il timore di un effetto domino nell'area.

"Ma è anche un segnale della sempre più importante dimensione regionale delle relazioni intra-africane", spiega Bernanrdo Venturi, responsabile di ricerca dello IAI di Roma, dove si occupa di Africa.

-L'ultima scommessa

L'Ecowas non è l'unico esempio di comunità economica su scala regionale. L'Unione africana (AU), che mette insieme tutti gli Stati del continente, si suddivide al suo interno in altre 7 realtà, spesso oper-burocratizzate (come nel resto del mondo), che riuniscono gli Stati con varie sovrapposizioni geografiche.

"L'UA ha dimostrato di poter fare una cosa che a noi occidentali non riesce molto bene : guardare lontano. Mentre il nostro orizzonte programmatico pensa di solito al decennio successivo, nel 2013 l'UA ha adottato l'Agenda 2063, che prevede una serie di iniziative rivolte alla costruzione di un'Africa prospera, pacifica e che possa diventare una forza dinamica nell'arena globale", aggiunge Venturi.
L'obiettivo di rilevanza storica oggi a portata di mano è la costruzione dell'area di libero scambio più grande al mondo, l'African Continental Free Trade Area (Afcfta), che creerà un mercato interno sull'esempio di quello europeo e libererà l'energia potenziale incamerata nel continente. L'entrata in vigore era attesa per metà 2020 : la pandemia l'ha riprogrammata per inizio 2021; secondo la banca mondiale, rappresenterebbe una crescita di 450 miliardi di dollari capace di proiettare 30 milioni di persone al di fuori della povertà estrema in 15 anni. Un'importante opportunità per l'industria africana e per la libera mobilità nel continente, mentre crescono i collegamenti aerei diretti. Nonostante l'alterata percezione europea, la migrazione in Africa - spesso legata anche ai cambiamenti climatici - resta una questione decisamente interna al continente, con flussi che rappresentano fino all'80% del totale, come dimostra la controversa costruzione, per ora sospesa, di un muro al confine fra Guinea Equadoriale e Camerun.

-Un Mondo che cambia



Come già 60 anni fa, il ruolo della Francia negli ex possedimenti africani continua a evolversi : a maggio Parigi ha annunciato la fine del franco CFA, valuta retaggio del passato coloniale nella Françafrique e la sostituzione con una nuova moneta, l'ECA; resta in piedi il cambio fisso con l'euro. Se l'Eliseo fa ancora leva sul soft power della francofonia e i partenariati per la sicurezza (come la missione nel Sahel dove, detto per inciso è presente anche l'Italia, contro terroristi e trafficanti ... soluzioni che in realtà non risolvono nulla come nel clamoroso del "caso Mali n.d.t), è la UE che in questo turbolento 2020 ha provato a rilanciare le proprie relazioni, in un rapporto fra pari con l'Unione Africana.
Ma c'è di più. "Fino a qualche tempo fa gli americani parlavano dell'Africa come di un affare europeo", aggiunge Venturi. Oggi però il continente rientra a pieno titolo nelle dinamiche di un mondo multipolare in cui Cina, Russia, Turchia, India e monarchie del Golfo (MO) assumono un ruolo maggiore : relazioni che possono sembrare una novità, ma che erano là già mille anni prima dell'avvento delle potenze coloniali europee. Mosca guarda con interesse alla cooperazione in materia di sicurezza e gli occhi di Ankara sono puntati sull'est. Ma è Pechino ad avere le più sviluppate relazioni commerciali e politiche con tutti i paesi africani : spazia dalla costruzioni di teatri a quella dei ponti, strade e altre infrastrutture.
Progetti che rientrano nella bretella africana della Via della Seta che sostiene le ambizioni geopolitiche cinesi. Nel piccolo Gibuti - meno di un milione di abitanti ma una posizione strategica che dal Corno d'Africa si tuffa nel Mar Rosso - la Cina stabilito la sua prima base militare all'estero, in un paese in cui si trovano già strutture militari USA ma anche europee, saudite e giapponesi. La Cina, nel solo Madagascar (prima dello scoppio della pandemia) ha deciso di investire qualcosa come 60 miliardi di euro : fonti di Pechino confermano questi investimenti che doteranno la Grande Isola dalla Terra Rossa di infrastrutture necessarie per rendere l'isola moderna e al passo con i tempi.
Il continente è grande, ma è apparecchiato per molti appetiti : quelli di sempre.

(Fonte:jeuneafrique:monde-diplomatique)
Bob Fabiani
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Mutazione Covid-19 in Sudafrica colpisce bambini e giovani


 





La nuova variante di Coronavirus individuata in Sudafrica e Regno Unito "Sembra essere più facilmente trasmissibile da giovani e bambini", ma ulteriori ricerche sono ancora "in corso". Lo ha detto l'inviato speciale per la pandemia dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), David Nabarro.

Sul nuovo ceppo di Covid-19 le informazioni sono ancora poche : maggiori dettagli li ha fornite in queste ore il ministro britannico della Salute Matt Hancock : "Si sta diffondendo a un ritmo pericoloso" . In questo contesto ha poi spiegato che in Regno Unito è stato identificata un'ulteriore mutazione legata al Sudafrica. E' stata infatti riscontrata in due cittadini rientrati dal paese africano e mostra "uno sviluppo molto preoccupante", ha aggiunto il ministro, perché sembra avere una maggiore capacità di trasmissione e avrebbe già subito mutazioni a sua volta. Si tratta di un fenomeno noto, in realtà, dal momento che il virus cambia continuamente nei soggetti infetti e diversi ceppi sono stati riscontrati in giro per il mondo da quando è scoppiata la pandemia.

Intanto, le autorità sudafricane hanno avvertito che il grande paese africano, è entrato nella seconda ondata e che sono sopratutto i giovani a essere risultati positivi al Covid-19 nelle ultime settimane; molti di questi poi sviluppano la malattia. Nonostante gli avvenimenti, nelle ultime due settimane, sui social media circolano video recenti di folle di giovani ubriachi senza indossare le mascherine, denunciano i responsabili sanitari sudafricani
La nuova variante scoperta in Sudafrica sembra essere particolarmente attiva nei confronti dei giovani e, per questa ragione preoccupa sia l'intera Africa sia il resto del mondo.

(Fonte:theguardian;mg.co.za;jeuneafrique)
Bob Fabiani
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-mg.co.za;
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mercoledì 23 dicembre 2020

La variante del virus Covid-19 arriva in Sud Africa


 




Tutto il mondo è con il fiato sospeso dopo che sono state travate alcune varianti del virus da coronavirus. Mentre il Primo Mondo è preoccupato - alla vigilia del "vaccino-day" che andrà in scena in Europa il 27 dicembre - dalla "variante del Regno Unito", dall'Africa arriva un'altra preoccupante notizia : è stata trovata un'altra variante del Covid-19 in Sudafrica.

Il Sudafrica è sempre più isolato dopo che la nuova variante del Coronavirus scoperta, diversa da quello del Regno Unito ha portato al divieto di viaggi nel paese. Lo riporta Al Jazeera, che ricorda come Israele, Turchia, Germania, Arabia Saudita e Svizzera figurano tra gli Stati che hanno interrotto i collegamenti aerei da e verso il Sudafrica, con una decisione che ha rappresentato un duro colpo per l'industria turistica nazionale all'arrivo dell'estate.

Secondo i funzionari sanitari e gli scienziati locali che guidano la strategia contro il virus, la nuova variante - nota come 501.V2 - è dominante tra i recenti contagi confermati nella seconda ondata in atto nel paese sudafricano e, come quella britannica, sembra avere una maggiore trasmissibilità. I ricercatori del Sudafrica stanno studiando 6 vaccini contro il Covid-19 daranno protezione anche contro il nuovo ceppo.
Il paese africano conferma a oggi 930.711 casi e 24.907 decessi legati alla pandemia. Si tratta delle cifre più alte dell'intera Africa.

(Fonte:aljazeera)
Bob Fabiani
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martedì 22 dicembre 2020

"Africa 1960",60 anni dopo l'anno dell'Africa


 





Durante le feste natalizie e di fine anno, AfricaLand Storie e Culture africane pubblicherà il #reportage "Africa 1960, l'anno dell'Africa".
A 60 anni dall'indipendenza di molti dei suoi Stati, il Continente africano vive una fase di passaggio tra voglia di futuro, vecchi deposti e nuovi business.
Un "banchetto" apparecchiato per molti appetiti. AfricaLand Storie e Culture, in questo reportage-inchiesta, partirà dall'anno dell'Africa per poi allargare l'orizzonte visivo per cercare di capire quello che significa oggi, 60 anni dopo, quella data per le nuove generazioni di africani.
Questa ricorrenza è stata funestata dalla grave crisi della pandemia globale da Covid-19 che non ha permesso, ai vari Stati di festeggiare questo importante traguardo. Indagheremo tra le luci (non molte ma significative) e, le molte ombre che ancora funestano lo sviluppo e sopratutto, il futuro sognato da milioni di giovani africani che pretendono dai loro governanti il cambiamento.

Dedicheremo un focus  ai "volti di una svolta" : storie ed esperienze che arrivano dalla musica, la letteratura, il design e l'architettura. Sono alcuni protagonisti di un continente che cambia ed è in movimento verso il domani.
Un continente che ha deciso di (ri)mettersi in marcia, a partire dalla cultura.

(Fonte:theguardian;jeuneafrique)
Bob Fabiani
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lunedì 21 dicembre 2020

Angoli di paradiso malgascio: da NosyBe alle Mitsio, Tsarabanjina - FOTO DEL GIORNO





Il Madagascar è un angolo di paradiso che ti farà vivere emozioni indimenticabili in una terra magica. Natura incontaminata, aria profumata di ylang-ylang, sapori autentici e colori intensi che sanno parlare al cuore.
NosyBe, è la più grande isola del suo arcipelago, al largo della provincia di Antsiranana, ed è anche la preferita dai viaggiatori per la sua atmosfera tropicale : un mare dalle sfumature turchese e lunghe spiagge dorate e bianche, piantagioni di caffè, vaniglia, cacao e ylang-ylang che pervadono l'aria con i loro profumi.
Le Mitsio sono una quindicina di isole e scogli non lontane da NosyBe, nel Nord del Madagascar. Sono un vero rifugio di pace e bellezze, molte isolette sono disabitate, tutte ricoperte di foreste tropicale e circondate da spiagge da sogno e un mare turchese ricco di pesci. L'arcipelago si esplora in barca, ci si ferma per fare snorkeling sopra giardini di corallo e si scende a terra per scoprire la natura locale, fatta di vegetazione lussureggiante con liane, orchidee e Baobab che trasformano il paesaggio in una fiaba.
L'isola di Tsarabanjina fa parte dell'arcipelago di Mitsio. Al largo della costa del Nord del Madagascar, con un patrimonio ecologico tra i più ricchi al mondo, ospita una varietà incredibile di specie animali e vegetali e vanta un mare turchese e cristallino, con spiagge color avorio e una barriera corallina di una bellezza infinita.
In lingua malgascia Tsarabanjina significa "bello da vedere" ma per chi la vive significa "impossibile da dimenticare".

(Fonte:africalandilmionuovoblog)
Bob Fabiani
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domenica 20 dicembre 2020

"Sindemia", la febbre di un mondo malato


 




Oggi pubblichiamo un'importante inchiesta rilanciata, qualche giorno fa, dall'autorevole rivista scientifica The Lancet che, ha messo l'accento sull'insieme delle cause della catastrofe che sta colpendo l'umanità : " Il Covid-19 ha origini sociali".

Prima di addentrarci su questa importante inchiesta è utile soffermarci su alcune notizie da sapere a proposito di questa parola: "sindemia".

"Il termine 'sindemia' è stato introdotto dal medico Merril Singer negli anni'90 per definire le disparità sanitarie e l'aids.

Mentre il cosiddetto Primo Mondo è tutto orientato sull'organizzazione della somministrazione del vaccino anti-covid, sono proseguiti gli studi sul Covid-19.

"I nuovi studi sul Covid si stanno concentrando sui fattori aggravanti e sui contesti sociali che li hanno favoriti.


-Le origini sociali del Covid-19, l'inchiesta


Quando l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), l'11 marzo del 2020, definiva "pandemia" l'emergenza sanitaria causata dal coronavirus, era difficile immaginare gli scenari futuri. Il milione e mezzo (circa) di morti finora registrati, e i molteplici fattori che hanno contribuito a determinarli, ci fanno dire che quel termine è inadeguato a definire il quadro sanitario, ambientale e sociale che si è determinato.
A fine settembre è stata la rivista scientifica inglese The Lancet attraverso il suo direttore Richard Horton, medico e docente onorario in diverse istituzioni formative, a sostenere la necessità di usare il termine "sindemia" per rappresentare l'insieme delle cause e degli effetti di questa catastrofe sanitaria, sociale ed economica. Perché, se in una pandemia il contagio colpisce in modo indistinto tutte le persone e si manifesta con uguale pericolosità, in una "sindemia" il contagio colpisce in modo grave sopratutto le persone che presentano certe patologie e versano in precarie condizioni socioeconomiche.
La comprensione delle interazioni che si sono state stabilite tra coronavirus, situazione ambientale, condizione socioeconomica, patologie pregresse, ha consentito un approccio nuovo e più ampio per definire la "crisi di salute" che stiamo vivendo. 
E' stato il medico e antropologo americano Merrill Singer a introdurre negli anni'90 il termine "sindemia" durante le ricerche da lui effettuate sulle disparità sanitarie, l'abuso di sostanze, l'Aids. In queste ricerche veniva preso in esame non solo il fatto infettivo, ma il contesto in cui esso si manifestava. Afferma Singer : "In certe situazioni due o più malattie interagiscono in forma tale da causare danni maggiori della somma delle singole malattie e l'interazione con gli aspetti sociali ci fanno dire che non si tratta di semplice comorbilità".
L'obiettivo di Singer è quello di definire "un modello di salute che si concentra sul complesso biosociale", allo scopo di individuare i fattori che promuovono e potenziano in modo sinergico gli effetti negativi di una determinata malattia. E' questa sinergia, questa cooperazione tra fattori a caratterizzare la sindemia. Ed è quello che sta avvenendo col Covid-19. I dati disponibili dimostrano che le persone che hanno più probabilità di rimanere gravemente malate o morire sono quelle che già soffrono di altre malattie come obesità, diabete, problemi cardiocircolatori e respiratori, cancro. Si, è, inoltre, osservato che la malattia si manifesta in misura maggiore nelle comunità più svantaggiate da un punto di vista sociale ed economico, nelle minoranze etniche.

"La conseguenza più importante del vedere il Covid-19 come una sindemia è sottolineare le sue origini sociali", afferma Horton.



   Ormai appare sempre più chiaro che siamo di fronte a un aggravamento della salute della popolazione non solo per la causa dominante (coronavirus), ma anche per il suo intreccio con fattori biologici e sociali sfavorevoli. Le popolazioni più colpite sono quelle che presentano una maggiore vulnerabilità e che vivono nelle aree dove le disuguaglianze sono più acute. Da solo questo virus non sarebbe in grado di produrre tanti danni alla salute umana se non trovasse popolazioni alle prese con un ambiente deteriorato, cattiva alimentazione, elevata incidenza di malattie croniche.
Scrive Horton su The Lancet : "Due categorie di malattie stanno interagendo all'interno di popolazioni specifiche, l'infezione causata dal coronavirus Sars-Cov-2 e una serie di malattie non trasmissibili (MNT). Queste condizioni si raggruppano in categorie sociali rispetto a strutture di disuguaglianza profondamente radicate nella nostra società. L'aggressione di queste malattie su uno sfondo di disparità economica e sociale inasprisce gli effetti avversi delle singole malattie"

Il dibattito si sta arricchendo di contributi che provengono dai ricercatori di vari paesi.

Gli studi si stanno concentrando non solo sulle modalità con cui avviene il contagio e su come interrompere la catena di trasmissione, ma anche sulle cause che determinano una maggiore letalità. Si indaga sui "fattori aggravanti" e i contesti socio-ambientali che li hanno favoriti. Perché il virus non agisce isolatamente sull'organismo, ma ha come complici tutte quelle malattie non trasmissibili che le condizioni sociali e ambientali hanno favorito. La povertà è il primo dei fattori a determinare un aumento di letalità. Un virus che si diffonde in una baraccopoli ha conseguenze diverse in una città del nord Europa.
Così come in una popolazione  dall'inquinamento di aria, acqua e suolo, trova condizioni favorevoli a produrre effetti letali rispetto a una popolazione che vive in aree in cui sono state sviluppate politiche di tutela ambientale. E poi c'è il cibo malsano che si è impadronito delle nostre tavole a fare da detonatore nella comparsa delle malattie non trasmissibili (diabete, obesità, malattie cardiorespiratorie, cancro).
Nel 2019 la Fao aveva lanciato l'allarme sull'impatto sanitario del cibo malato come filo nero che collega la distruzione degli ecosistemi e l'insorgenza di gravi malattie. Scrive Horton, riferendosi a uno studio recente : "Il numero di persone che vivono con disturbi cronici sta aumentando. Affrontare il Covid-19 significa affrontare le MNT che sono una causa di cattiva salute, nei paesi ricchi e in quelli poveri".

Le malattie non trasmissibili stanno facendo da amplificatore del virus e continueranno a influenzare la salute della popolazione, rappresentando un terreno fertile per le future pandemie.

"Le malattie e lesioni non trasmissibili costituiscono oltre un terzo del bagaglio di malattie per il miliardo di persone più povere del mondo. La disponibilità di interventi accessibili ed economicamente vantaggiosi nel corso del prossimo decennio può prevenire più di 5 milioni di morti nelle aree di estrema povertà", si legge ancora su The Lancet. "Non possiamo pretendere di restare sani in un mondo malato", ha affermato Papa Bergoglio, mettendo in discussione il modello di produzione e consumo.





La società americana di medicina delle catastrofi e salute pubblica, in riferimento all'articolo di Horton, scrive : "La risposta istituzionale all'attuale crisi deve essere basata su una visione sindemica e non pandemica". Perché, come aveva scritto Singer nel 2017, "un approccio sindemico fornisce un orientamento molto diverso alla medicina clinica e alla salute pubblica, mostrando come un approccio integrato alla comprensione e al trattamento delle malattie possa avere più successo rispetto al semplice controllo dell'epidemia o al trattamento individuale dei pazienti".  Non si tratta di una semplice questione di termini. Le conclusioni di Horton definiscono nuovi approcci : "Trattare il Covid-19 come una sindemia incoraggerà una visione ampia, che comprenda istrizuione, impiego, casa, cibo e ambiente".

(Fonte:thelancet)
Bob Fabiani
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-www.thelancet.com 

sabato 19 dicembre 2020

Le emozioni di Majunga - Foto del Giorno


 




Chiamata anche Mahajanga, Majunga è una città portuale del Nord - Ovest del Madagascar. Annidata contro il canale del Mozambico, si trova alla foce del fiume Betsiboka. La città è molto estesa, ci si orienta qui grazie ai numerosi Baobab che servono da riferimenti nel tracciato delle vie e dei quartieri.
Ancora sconosciuta, questa città offre numerose attrattive naturali e storiche. Ricca di patrimonio culturale e di una vegetazione esuberante, a Majunga le intense emozioni malgasce saranno indimenticabili. 
La regione è attraversata da impressionanti montagne, grandi pianure e altipiani, ma anche dalla savana dove si incontrano simpatiche palme.
Città cosmopolita a causa dei suoi abitanti che vengono da tutti gli orizzonti (Africa, Penisola Arabica, India, Europa, Asia), non potrete fare a meno di ammirare la bellezza delle sue spiagge superlative, da un cielo sempre azzurro e dalla panoplia di paesaggi sempre più colorati l'uno dell'altro.

(Fonte:africalandilmionuovoblog)
Bob Fabiani
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venerdì 18 dicembre 2020

L'affascinante storia del disco di culto del jazz africano





Questa è la storia speciale di un disco di culto del jazz africano che, in questo fine anno viene ristampato, insieme alla sua copertina che citava i Beatles.

La copertina di Armitage Road, l'unico album del gruppo sudafricano Heshoo Beshoo, racconta una storia interessante. Ispirata a Abby Road dei Beatles : la foto che pubblichiamo è quella della copertina originale, nella quale viene mostrato il quintetto jazz mentre attraversa una strada sterrata a Orlando, un sobborgo della township di Soweto.
Il chitarrista della band, Cyril Magubane, malato di poliomielite fin dall'infanzia, è sulla sedia a rotelle. Senza denunciare apertamente l'apartheid (era impossibile per la censura), l'immagine critica le condizioni sociali al momento della pubblicazione dell'album, uscito nel 1970.
Gli Heshoo Beshoo nacquero quando il bassista Ernest Mothle salì sul palco insieme a Magubane durante un concerto del pianista Abdullah Ibrahim : la chimica tra loro due era così forte che Mothle si mise a piangere sul palco. A quel punto decisero di mettere su un gruppo.
Durante un concerto a Johannesburg, la band catturò l'attenzione del produttore John Norwell, il cui padre era nel consiglio d'amministrazione della Emi, che gli fece registrare l'album.
Il suono di Armitage Road è sorprendente quanto la sua copertina : combina l'hard bop statunitense con la musica sudafricana. A cinquant'anni dalla sua registrazione è arrivato a Eric Warner, proprietario dell'etichetta canadese We Are Busy Bodies, che l'ha ripubblicato in questo drammatico fine 2020.

(Fonte:pan-african-music)
Bob Fabiani
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giovedì 17 dicembre 2020

Route Nationale 8, la Baobab Avenue - Foto Del Giorno


 





La Route Nationale 8 è una strada  statale del Madagascar lunga quasi 200 chilometri, una pista di terra rossa che collega Melondara e Bekopaga. Si tratta di un percorso costeggiato di ben 300 esemplari secolari di Baobab, maestosi giganti  di 30 metri di altezza e 3 di diametro, di cui una quarantina in fila e allineati come guardiani su un paesaggio tanto isolato e ostile quanto unico e affascinante.

Questo tratto di strada, conosciuto come Avenue des Baobab, ovvero Viale dei Baobab, è sicuramente uno dei luoghi più iconici dell'isola, infatti nel 2007 questi alberi millenari sono stati dichiarati "Monumento  naturale" dall'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.
 Un riconoscimento dovuto, in quanto i Baobab sono alberi che sorgono isolati e non è comune trovarne un numero tanto elevato raggruppato insieme, e tutti ordinatamente disposti ai lati della strada.
La maggior parte di questi Baobab, appartenenti alle specie Adansonia grandidieri endemica del Madagascar, possono vivere oltre 500 anni e ognuno è capace di contenere fino a 300 litri di acqua. Un genere vegetale dalle straordinarie proprietà, usato come riserva di acqua durante il periodo di siccità e dal quale si ricava una fibra per l'intreccio di cordami e materiali da costruzione o per la raccolta dell'acqua piovana, ma non solo.

Dalla polpa dei suoi frutti, comprese le foglie ricche di proteine e minerali, si possono ottenere tisane e preziosi rimedi naturali. Anche il sistema di riproduzione è particolare, l'impollinazione non avviene attraverso gli insetti o gli uccelli, ma grazie all'intervento di piccoli mammiferi come i lemuri notturni e i pipistrelli della frutta.

Protagonisti di molte credenze, i Baobab sono considerati sacri e il loro taglio è ritenuto un sacrilegio. Si tratta del simbolo indiscusso della biodiversità del Madagascar, basta pensare che ben sei, delle otto specie esistenti al mondo, crescono solamente in questa terra.

Purtroppo, l'Adansonia perrieri, oltre a essere uno degli alberi più rari del pianeta è anche la specie più a rischio di estinzione a causa delle massicce pratiche di deforestazione della zona. Il periodo migliore per visitare questo luogo dal fascino incredibile va da maggio a novembre, sopratutto all'alba e al tramonto quando i colori rossastri del cielo fanno da sfondo alle forme maestose di questi giganti della strada.

(Fonte:africalandilmionuovoblog)
Bob Fabiani
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Bimba africana (Ella) uccisa da smog, sentenza storica a Londra


 






La giustizia britannica ha per la prima volta riconosciuto il ruolo dell'inquinamento atmosferico in una morte, affermando in una sentenza molto attesa che proprio lo smog ha costituito : "un contributo materiale" al decesso di una bambina africana (di nome Ella n.d.t) di 9 anni a Londra.

"La mia conclusione è che l'inquinamento atmosferico è stato un contributo materiale alla morte di Ella", Adoo-Kissi-Debrah nel 2013, ha annunciato il vice coroner per il London Borough of Southwark, Philip Barlow, dopo due settimane di udienze.

Barlow ha detto che la morte di Ella Kissi-Debrah nel febbraio 2013 è stata causata da insufficienza respiratoria acuta, asma grave e esposizione all'inquinamento atmosferico. Il vice coroner ha spiegata che la bambina è stata esposta a inquinamento da biossido di azoto e particolato in eccesso rispetto alle linee guida dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), la cui fonte principale sono le emissioni del traffico.

"Ella ha vissuto in prossimità di strade altamente inquinanti. Non ho difficoltà a concludere che la sua esposizione personale al biossido di azoto e al particolato è stata molto alta", ha detto Barlow citato dal Guardian, aggiungendo che gli effetti sulla salute dello smog sono noti da molti anni e che i bambini, sopratutto se asmatici, sono particolarmente a rischio.

La sentenza è la prima del suo genere nel Regno Unito ed è probabile che aumenti la pressione sul governo affinché affronti i livelli illegali di smog nel Regno Unito.

La madre di Ella, Rosamund Kiss-Debrah, ex insegnante, ha passato anni a lottare per far esaminare la morte della figlia da un secondo medico legale. La sua tenacia è stata ripagata quando Barlow ha concordato con le prove fornite dalla famiglia secondo le quali la particolare forma di asma acuta di cui Ella soffriva è stata aggravata dall'inquinamento.

Gli avvocati di Kessi-Debrah hanno affermato che l'inquinamento atmosferico è un'emergenza sanitaria pubblica e che è necessatio e urgente registrarlo come causa di morte per garantire che i programmi di salute pubblica per contrastare l'aria tossica siano particolari.

Ella viveva con la sua famiglia, di radici africane, nella periferia Sud-Est di Londra, a meno di 30 metri dalla South Circular, una strada molto transitata e regolarmente congestionata. Morì dopo essere stata ricoverata ben 27 volte in ospedale in 3 anni. I genitori hanno dichiarato agli inquirenti di non essere mai stati messi a conoscenza dei pericoli rappresentanti dall'inquinamento per la salute della piccola. Ella morì il 15 febbraio 2013 dopo una grave crisi asmatica, al culmine del suo calvario.

Rosamund Kiss-Debrah, la mamma di Ella, ha annunciato che continuerà la battaglia contro lo smog, in nome e per conto di Ella, affinché non ci siano più decessi di bambini : "La nostra battaglia serve a rafforzare il contrasto contro inquinamento atmosferico nella città per sensibilizzare i politici nella lotta contro i cambiamenti climatici".

(Fonte:theguardian)
Bob Fabiani
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