E' accaduto di nuovo. L'#
AmeriKKKa quella spinta dall'
odio razziale verso i
neri ha nuovamente battuto un colpo. Cieco. Sordo.
E' la storia di sempre, quella che non passa mai: e se possibile in questi tempi odierni, malati, drogati dalle
#fakenews che arrivano direttamente dalla
Casa Bianca dove si trova, la peggiore
amministrazione che la storia degli
Stati Uniti ricordi a memoria d'uomo; la situazione è anche più drammatica per la comunità
afroamericana.
Un'altra vittima dell'
odio razziale da parte di quell'
#AmeriKKKa bianca che si crede depositaria dell'unica verità plausibile è tornata a colpire. A uccidere.
E' la storia di sempre. Una storia amara che si consuma tra rigurgiti di
razzismo, un sentimento che è potuto nuovamente tracimare, esplodere, sdoganarsi ai tempi nefasti (e inaccettabili) di
#TheDonald - il
"presidente razzista" quello che non trovai mai il tempo per
condannare queste azioni vili alimentate da un'
odio cieco, l'unico che sta alla base di quanti, tra i sostenitori del
peggior presidente della
Storia USA, credono, sognano e sperano di tornare ai
"cari vecchi tempi quelli dello schiavismo" - che del resto, durante la campagna elettorale
2016 ha accettato (senza ritegno) il sostegno e i voti del
Ku Klux Klan.
Il quadro è completo: in questa
#AmeriKKKa sempre più divisa, in balia dei deliri
razzisti di un'amministrazione che è arrivata a
deportare, rinchiudere (nelle gabbie!) e
separare i
bambini migranti solo per alimentare la
fobia del
declino della
"razza bianca" vissuta come se fosse il "male assoluto" di quella parte del Paese che non si rassegna al semplice fatto che, da qui al
2050, in
USA i
"bianchi diventino minoranza".
Non accettando questa situazione, l'amministrazione di
#(Refuse)TrumpPence ha sempre avuto parole di comprensione (e mai di netta condanna) per i
razzisti che si sentono autorizzati a rialzare la testa in tutti gli
Stati Uniti d'America.
Questo presidente ha sdoganato i
suprematisti bianchi al quale apparteneva anche l'ultimo assassino - il giustiziere di
#NiaWilson.
L'unica colpa di
Nia Wilson era quella di essere
afroamericana e per questa ragione meritava di morire - secondo i parametri del suo assassino - che, in una domenica di fine
luglio ha trovato la fine dei suoi giorni.
Aveva grandi piani per il suo futuro,
Nia Wilson sognando di diventare medico. Ma tale sogno si è spezzato. Per sempre.
Trovare la morte a soli
18 anni in
#AmeriKKKa se si nasce con il colore della
"pelle nera" è purtroppo la normalità. La normalità di una tragedia. La normalità che si alimenta sempre a senso unico dal momento che gli
USA non hanno saputo risolvere la
"questione razziale". Meno che mai oggi, in questa
#AmeriKKKa guidata da un presidente come
#TheDonald che non fa mistero di avere simpatie
razziste dovendo rendere conto al suo elettorato
bianco,
razzista,
xenofobo,
incattivito dalla
crisi economica.
Ma questa è solo la parte finale di una vecchia storia. La solita vecchia storia di un'
America che mal tollera la comunità
afroamericana e dove questi delitti - come quello di
#NiaWilson non trovano mai
giustizia.
-#JusticeForNia
La foto che abbiamo postato appena sopra vede la composizione del nome del
Movimento afroamericano - Black Lives Matter - con i nomi dei
ragazzi e delle
ragazze delle
donne e degli
uomini di colore che in questi anni hanno trovato la morte per mano delle forze dell'ordine o dei
suprematisti bianchi, come nel caso di
Nia Wilson (nome che per altro dovrà essere aggiunto alla triste lista) e che certifica il totale fallimento della convivenza tra le
"due Americhe".
Nia è stata assassinata domenica scorsa con una coltellata alla schiena mentre stava scendendo da un treno alla stazione
MacArthur di
Oakland, California, in compagnia delle due sorelle.
L'autore del vile delitto armato dall'
odio razziale è
John Lee Cowel di
27 anni: se non fosse stato per la compatta e immediata reazione della comunità
afroamericana che, una volta raggiunta dall'ennesima tragedia si riversava in strada preparando immediatamente la
resistenza e la vibrante
protesta questo
razzista bianco, l'avrebbe scampata. La folla inviperita per l'ennesimo lutto era pronta ad attaccare il
Proud Boys, associazione di
suprematisti bianchi a cui apparteneva l'assassino
Cowell.
Durante le ore successive all'assassinio di
#NiaWilson stava andando in onda il solito refrain: non si è trattato di un
"delitto a sfondo razziale" (guarda un po' lo stesso identico ritornello che si sente anche in
#Italia dove da quando è arrivato al
Viminale il
#ministrodellapauraSalvini è iniziato un inaccettabile
"caccia al nero" tra spari di fucile e tentativi di "aggressione di coltello" proprio come ad
Oakland ...) ma di una azione di
"uno squilibrato, un senza tetto, un pazzo, un malato" ... Ecco in fondo il
razzismo è sopratutto questo: far veicolare una narrazione falsa, volta a minimizzare, circoscrivere quello che invece diventa un passatempo da sempre, tra i preferiti di quella parte di
America che vorrebbe tanto tornare ai
"buon vecchi tempi dove i negri erano schiavi".
La cosa sta prendendo sempre più piede lontano dagli
Stati Uniti d'America dove i nuovi
squadristi si sentono in dovere di rialzare la testa prendendo spunto dal fatto che il
#Trumpismo li ha sdoganati e portati in trionfo alla
Casa Bianca.
-La reazione in America dopo l'assassinio di Nia
L'attrice
bianca Anne Hathaway con un post su
Instagram ha scosso le coscienze
americane: ecco cosa ha scritto:
"Bianchi come me e voi dovrebbero capire quanto siano privilegiati. Assimilando fino alle ossa la verità che tutti i neri vivono da generazioni nel terrore quotidiano. Nessun bianco può dire di avere paura di uguali violenze. Quanto possiamo definirci ancora decenti se non agiamo subito? Pace e giustizia per Nia".
Il post ha dato subito il via a una reazione sui
social: immediato è partito l'
hashtag #JusticeforNia al quale anche
AfricaLand Storie e Culture africane si sente di dare un contributo.
L'atroce delitto di
Nia Wilson capita a poche settimane dall'anniversario dei
"fatti di Charlottesville" quando, lo scorso agosto una
donna afroamericana protestando contro il raduno del
Ku Klux Klan fu uccisa da un
suprematista lanciatosi a folle velocità con il suo suv contro i
manifestanti. Ora, alla luce del
delitto di
Nia Wilson scatta l'allarme dal momento che i
razzisti sono pronti a sfilare nuovamente (e sempre il
12 agosto n.d.r) a
Washington e, per altro, la marcia, è stata anche autorizzata.
-Le voci del dissenso
Viola Davis (attrice)
"Dove ci fermeremo? Nia, grideremo il tuo nome dai tetti!"
Tracee Ellis Ross (artista)
"I nostri corpi e la nostra umanità meritano gioia e sicurezza"
La comunità afroamericana (e il resto del mondo)
"#NoJuasticeNoPeace #JusticeForNia #SayHerName"
(Fonte.:washingtonpost;latimes)
Bob Fabiani
Link
-https://www.washingtonpost.com;
-www.latimes.com