Si aprono i battenti della
Conferenza Internazionale per la Libia, a
Palermo : un appuntamento voluto a tutti i costi sia dal governo
italiano sia dalla diplomazia
italiana nel vano tentativo di riprendere quota dalle parte di
Tripoli dopo che la stessa
Italia ha visto perdere molte posizioni sulla sfera di gradimento delle tante anime
libiche.
Ma le buone intenzioni di
Roma sono destinate a restare carta straccia per una insieme di ragioni che sono presto dette: la
comunità internazionale non ha nessuna voglia di impegnarsi per la
Libia tanto più che per tutti, il problema principale è costituito dal dramma della
"Questione dei Migranti". Il resto sono chiacchiere da bar.
-Flop italiano
Il declino di un Paese lo si nota su due fronti ben chiari: la capacità di aprire nuovi varchi e alleanze sul fronte internazionale e, in definitiva dalla capacità dei propri leader di essere credibili sullo sfondo della
Geopolitica.
L'
Italia, è risaputo, non ha mai brillato per una efficace
"Politica estera" (al pari dell'
Unione Europea che non è mai in grado di muoversi unitariamente e per tempo). Con queste premesse la conferenza che apre i battenti proprio mentre scriviamo, non poteva che essere destinata al fallimento.
L'appuntamento di questo
#12N è del tutto inutile e rappresenta una occasione persa da
#Roma: come è stato possibile non rendersi conto che nessuno aveva (ed ha) interesse a metterci la faccia in questo
vertice snobbato in ordine sparso da tutti: a cominciare dalla
Francia passando per la
Germania e
finendo agli
USA (che del resto della
Libia non sanno cosa farsene e, al limite, sono interessati a mettere mano su qualche capo o capetto di una qualche importanza nel variegato mondo di
#Daesh in chiave
anti-Islam del resto tanto caro a
Trump).
L'errore più grande dell'
Italia è stato quello di non esser riusciti a mettere in piedi un
"pre-vertice" tra
#Roma e
#Parigi in modo che si potesse chiarire quali erano (e sono) i compiti e gli obiettivi di
#Roma e quali quelli di
#Parigi.
-Quale futuro per la Libia?
La conferenza internazionale sul futuro della
Libia, piombata nel caos dopo la disastrosa
'guerra Nato 2011' , sponsorizzata e voluta a tutti i costi dalla
Francia di
Sarkozy, per togliere di mezzo, l'ingombrante figura del
Rais Gheddafi; apre i battenti a
#Palermo, ma senza la certezza di ottenere risultati concreti, se non quello del
rinvio delle
elezioni elettorali di
dicembre (come voleva
#Parigi e
Macron n.d.t) a data da destinarsi e comunque a
2019 inoltrato (forse in
Primavera come ammettono anche dalle
Nazioni Unite n.d.t).
Nulla cambia dunque e come potrebbe se, le varie diplomazie, fanno a gara, per dimostrare di essere più bravi dei nemici di sempre?
E intanto le tragedie si susseguono di giorno in giorno e di mese in mese e di
guerra civile in
guerra civile, senza soluzione di sorta.
Si continua nell'errore di sempre: il primo mondo, con la sua arroganza e supponenza di avere la bacchetta magica e, per "grazia ricevuta", in un colpo solo si auto-assolve e si auto-elegge a "salvatore della patria" - in questo caso della
Libia - senza però ponendosi per un attimo nella vera realtà complessa di questo Paese come del resto di tutto il
Continente Nero.
L'appuntamento siciliano dunque serve (o sarebbe servito nelle intenzioni del governo
italiano n.d.t) a 'mantenere le posizioni' senza nemmeno provare a risolvere concretamente i problemi che, detto per inciso, non si risolvono né con la diplomazia né con le imposizioni
occidentali che tendono a imporre solo
"governi fantocci" che non fanno altro che rianimare i soliti, stucchevoli
"interessi colonialisti" per continuare nello scippo delle varie materi prime
africane che, da queste parti, significa: l'
oro nero, ossia, il
petrolio che fa gola a tutti.
Italia,
Francia,
Egitto,
Russia e via di questo passo.
Un capitolo a parte merita il
generale Haftar.
Ci sarà a
Palermo oppure no? E se alla fine poserà i suoi piedi sul suolo
siciliano finirà per seguire (alla lettera ...) le imbeccate dal
dittatore del
Cairo, l'
egiziano Al Sisi (per altro ben supportato da
Macron in chiave
anti-italiana)?
I reporter di
AFP, hanno riportato la notizia (non troppo sponsorizzata dalla stampa nostrana), secondo cui, il premier
Conte, l'
11 novembre, si è spostato a
Benghazi, nella
Libia orientale, per incontrare proprio
Haftar, la notizia viene confermata anche da fonti dell'
Esercito Nazionale Libico (ANL): che cosa si saranno detti?
Conte avrà insistito affinché
Haftar metta da parte la sua naturale antipatia per
#Roma e per il
razzista #Ministrodellapaura?
Mistero.
Tanto più che a vertice iniziato non è dato sapere se il generale ci sarà oppure preferirà non partecipare ai lavori per poi incontrasi in separata sede in vertici unilaterali con
Al Sisi (Egitto ... ricordiamo sempre che lo sponsor primario del
"Signore della Cirenaica" oltre a
#Parigi e proprio l'
"Egitto dei militari" che sognano di mettere finalmente le mani su quella parte di
Libia confinante con il
Cairo per dare finalmente seguito al sogno di sempre, ossia quello del
"Grande Egitto n.d.t) e
Mevdev (Russia) che presenzia al posto dello
"Zar Putin" o il potente
Ministro degli Esteri, Lavrov del resto sono questi i "veri incontri" che possono cambiare le carte in tavola e, come si può notare l'
Italia è fuori dai giochi che contano.
Insomma, al tirar delle somme, l'
Italia sbaglierebbe doppiamente se pensasse di impostare il discorso sull'annosa
"Questione Migranti" in genere, queste conferenze vengono organizzate per imporre politiche e alleanze future: ma l'
Italia quale politica ha per la
Libia e per l'
Africa in generale?
Mistero.
A
#Roma non conviene fare la guerra a
#Parigi, la perderebbe in partenza, piuttosto al governo prima capiscono che la
Libia e l'
Africa sono risorse (e così facendo per esempio,
Alitalia non avrebbe fatto la fine ingloriosa che abbiamo davanti agli occhi ... invece di scimmiottare improbabili
joint venture improbabili bastava puntare lo sguardo a
Sud e davanti a quel
Sud si sarebbe aperto l'orizzonte visivo del
Continente Nero quello che par altro stanno facendo con grande risultati in
Etiopia con la compagnia di bandiera; che poi
Alitalia un tempo in
Africa era ben presente ... paradossi di un declino senza precedenti e che oramai, relegano, in posizioni subalterno questo triste Paese chiamato
Italia capace solo di deliri
razzisti e
sovranisti mentre gli altri si dividono risorse e rotte ... restando solo al discorso della compagnia di bandiera); risorse imprescindibili e irrinunciabili e prima,
#Roma riconquisterà importanza e considerazione a
#Tripoli e non solo.
-Conclusioni
Vedremo se
#Roma ha capito che la
Libia e l'
Africa sono delle risorse (non solo economiche) da valorizzare se non si vuole far tracimare il caos oltre ogni degenza.
(Fonte.:afp;jeuneafrique;liberation)
Bob Fabiani
Link
-www.afp.com.fr;
-www.jeuneafrique.com;
-www.liberation.fr