Domenica
5 maggio in
Sudafrica, è stata una giornata dedicata alla chiusura della campagna elettorale, in vista delle elezioni legislative e provinciali di mercoledì
8 maggio: sia l'
ANC sia la crescente
sinistra radicale EFF, hanno dato una prova di forza, radunando decine di migliaia di simpatizzanti, sostenitori e militanti.
Nello stadio
Ellis Park di
Johannesburgh, di fronte a una marea gialla, uno dei tre colori dell'
ANC, il presidente
Cyril Ramaphosa ha assicurato che la vittoria
"sarà certa", malgrado i
"tanti errori" commessi dal partito che fu di
Nelson Mandela.
Durante la campagna elettorale, aggiunge,
"abbiamo incontrato persone disoccupate, senza una casa decente, senza una buona istruzione" , ha ammesso senza tanti giri di parole il capo dell'
ANC, il partito al Potere, ininterrottamente, dopo le elezioini democratiche che hanno chiuso, l'éra dell'
apartheid nel
1994.
"Ti abbiamo sconfitto (...) Si, abbiamo commesso degli errori ma sono solo quelli che non fanno nulla a non commettere errori", ha detto, promettendo la fine
"dell'era dell'impunità".
Venticinque anni dopo la fine ufficiale del
regime razzista, il
Sudafrica, la più grande potenza
industriale del
Continente, sta lottando con una
disoccupazione alta
(27%), le enormi disparità
sociali e la
corruzione dilagante.
"Siamo determinati a sbarrare il passo a coloro che sono stati riconosciuti colpevoli di corruzione (...) questi, non sono autorizzati a ricoprire posizioni di responsabilità all'interno dell'ANC, in Parlamento o nel governo", ha assicurato
Cyril Ramaphosa, che ha assunto la responsabilità di guidare il paese, nel
2018, in seguito, agli scandali di
corruzione che hanno travolto l'ex presidente
Jacob Zuma, di gran lunga il peggior leader
ANC alla guida della
"Nazione Arcobaleno".
A circa
20 km a
Sud-ovest di
Ellis Park, il Partito della
sinistra radicale dei combattenti per la libertà economica (EFF), si è ritrovato nello stadio di
Orlando, nel cuore del distretto di
Soweto. Lo stadio era pieno di
militanti.
Il
FEP è emerso come terza forza politica nel
2014, a soli
9 mesi dalla nascita voluta da
Julius Malema, ex capo della
Lega giovanile Anc.
Elettori tradizionali Anc delusi dal "loro partito" (dopo Mandela)
Nel giro di pochi anni, questa formazione, che si distingue come difensore delle istanze dei
diseredati, ha saputo intercettare e strappare, il giovane e
povero elettorato
ANC, il partito del compianto
Nelson Mandela.
"Mandela ha affidato la testimonianza alle giovani generazioni e questa generazione più giovane è l'EFF", ha detto domenica, in occasione della chiusura della campagna elettorale il suo
"comandante in capo",
Julius Malema, in camicia rossa e berretto, il colore del suo movimento.
"Pensavano che fossimo Topolino", ha arringato dal palco dello stadio
Orlando, di fronte alle decine di migliaia di suoi
sostenitori entusiasti,
"ora capiscono che dobbiamo essere riconosciuti".
A questo punto, il leader
EFF, rincarando la dose di
"idea programmatica", manda un avvertimento preciso.
"Non possiamo parlare del futuro del Sud Africa senza EFF. Siamo noi il futuro del Sud".
Secondo gli ultimi
sondaggi, l'
Anc dovrebbe mantenere la maggioranza dei voti, l'
EFF viene accreditato di un punteggio tra l'
11% e il
15% dei voti. Nel
2014, al debutto, il
FEP ha ottenuto il
6,35% e
25 seggi all'
Assemblea nazionale. Alle elezioni
municipali 2016, prese l'
8% dei voti a livello nazionale.
Peggy Mavimbela, 72 anni, che ha votato per l'
ANC dal
1994, ora si fida di
EFF.
"Ho sempre votato ANC, ma questa volta ho deciso che era abbastanza. Io voto EFF", ha detto questo pensionato che ha vissuto la sua decisione come un doloroso travaglio e, infatti aggiunge in conclusione
"Ho lasciato ANC a causa della corruzione".
A
Ellis Park, l'
attivista - ANC,
Andrew Tyiwa, ammette senza giri di parole che
"le cose sono andate male" ma, subito dopo, in un impeto di speranza e sicurezza propria del
militante, aggiunge
"Ma le correzioni saranno fatte. E' meglio andare con il diavolo che conosciamo", chiosa, prendendo a prestito una storica affermazione dei
musicisti di
blues del
Delta, laggiù negli
Stati Uniti, quei
musicisti che, a loro volta, avevano lontani
avi africani.
Tra i
simpatizzanti Anc, in là con gli anni, si tende a pensare che
Ramaphosa sia
"la persona giusta per fare la differenza e rimettere sulla retta via, prima il partito e poi l'intero Sud Africa".
L'
Alleanza Democratica (DA), la principale forza di opposizione
sudafricana, ha tenuto il comizio di chiusuradella campagna elettorale nella giornata di sabato
, 4 maggio, scegliendo
Soweto. Il leader,
Musi Maimane, ha attaccato l'
Anc arrivando a definirlo
"deludente", a causa dei gravi scandali di
corruzione nell'
era - Zuma.
In definitiva è stata una campagna elettorale che si è giocata su due fronti: quello interno al
Sud Africa, ha visto un copione scontato: tutti contro l'
Anc, il partito storico che era stato in grado di sconfiggere il
regime dell'apartheid, in questi
25 anni, non ha saputo vincere l'altra battaglia, altrettanto importante: garantire l'emancipazione dei
poveri che affollano le
township a
Soweto come nel resto della
"Nazione Arcobaleno" ; l'altra campagna si è svolta a migliaia di chilometri di distanza da
Johannesburg e
Durban e, ha visto, il
gigante sudafricano stare sul banco degli imputati nelle istituzioni finanziarie e nella
Banca Centrale africana. Tutti gli analisti sono concordi nel pensare che i problemi
economico - sociali non si risolveranno presto e, qualcuno, nell'anonimato, si augura che l'
Anc lasci il potere per tornare a favorire la minoranza
bianca, gli
afrikaneer che avrebbero già pronta, la solita
"ricetta lacrime e sangue" tanto cara all'
FMI, anche per punire il
Sudafrica, uno dei membri fondatori di quel
BRICS, da sempre mal tollerato in occidente e negli
Stati Uniti.
Sullo sfondo restano i
sudafricani e, mai come in questa tornata elettorale sarà importante il voto dei
millennials, la prima vera generazione che ha vissuto solo il
"periodo della libertà" senza l'onta del
razzismo che andava a braccetto con il
regime dell'apartheid: che cosa accadrà dunque il giorno dopo l'
8 maggio? Quale
Sudafrica verrà fuori dalle urne e, sopratutto, come voteranno questi giovani elettori?
Sono le cosiddette "incognite interne", tuttavia, decisamente marginali: purtroppo, il destino del
Sudafrica si gioca lontano da qui e, per questa ragione, sarà importante che l'
African national congress, sia capace di dare risposte precise sul piano
economico - finanziario provando anche a non "svendere" più di tanto la
libertà e l'
emancipazione di
milioni di
poveri neri che, in fondo attendono solo una possibilità, la stessa che invocava
Nelson Mandela in quella storica prima tornata elettorale, finalmente libere dal giogo e dall'odioso cappio del
regime dittatoriale dell'
apartheid.
(Fonte.:jeuneafrique;theconversation)
Bob Fabiani
Link
-www.jeuneafrique.com;
-theconversation.com/africa