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venerdì 19 febbraio 2021

"Da Yie", un film ghanese racconta come mantenere l'innocenza durante l'infanzia


 




Un cortometraggio d'artista firmato dal regista ghanese Anthony Nti, indaga e racconta la storia di due amici durante l'infanzia.
E' una storia che inquadratura dopo inquadratura accompagna lo spettatore negli ingranaggi di un'infanzia spensierata in un villaggio del Ghana.
Il regista sa catturare tutte le sfumature sgargianti che il paese africano sa offrire e, le miscela, magnificamente nella storia.
Una storia che s'intreccia tra i due amici, Matilda e Prince affascinati dallo straniero Bogha che sa parlare altre lingue e, per questo conquisterà definitivamente i due bambini.

Il film è stato nominato tra la rosa dei candidati agli Oscar 2021 nella categoria Miglior cortometraggio live-action.
Questo interessante lavoro è la testimonianza che il Cinema africano è in continua evoluzione e promette di raccontare sempre di più l'Africa che cambia : lontana anni luce da quei annosi stereotipi in cui l'occidente si ostina a relegarla.

Il regista Anthony Nti vive a Bruxelles, in Belgio e racconta la sua opera agli inviati di @africareport.

"Ho voluto raccontare una storia autobiografica : in Africa, i bambini, a volte, non si rendono conto dei pericoli che corrono. Anche per me è stato così ma poi ho capito. Per questo, ho voluto indagare sul tema dell'innocenza dei bambini che entrano in contatto col pericolo quando, si scontrano col mondo degli adulti".

In Twi, 'Da Yie' significa buonanotte : è il saluto che Matilda e Prince si scambiano ogni volta che tornano a casa : è uno spartiacque tra mondo reale  - quello degli adulti con tutte le storture che comporta - e quello dell'infanzia e dell'innocenza.

E' una storia universale, spiega il regista anche se ha voluto collocarla in un ambito del tutto familiare : quella del Ghana e dell'Africa.
(Fonte:africareport)
Bob Fabiani
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-www.theafricareport.com 

mercoledì 17 febbraio 2021

Nigeria, rapiti centinaia di studenti all'Università


 






Centinaia di studenti sono stati rapiti in Nigeria da uomini armati che hanno attaccata l'università.
I giovani sono stati prelevati insieme ad alcuni insegnanti dagli alloggi dove dormivano, ha riferito una fonte della sicurezza all'agenzia di stampa Afp.

Gli assalitori, che indossavano uniformi dell'esercito, hanno attaccato il College di Scienze statale a Kagara, nello Stato del Niger
Durante l'assalto uno degli studenti è stato ucciso.
(Fonte:afp)
Bob Fabiani
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-www.afp.fr/afrique

martedì 16 febbraio 2021

Guinea, il ritorno dell'incubo Ebola


 





Il governo ha annunciato il 14 febbraio che 7 casi di Ebola, tre dei quali mortali, sono stati registrati nel sudest del paese africano.
L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha annunciato una campagna di vaccinazione.
Nella stessa regione era partita la più grave epidemia di Ebola della storia, quella dell'Africa Occidentale che aveva causato 11.300 vittime tra il 2013 e il 2016.
(Fonte:jeuneafrique)
Bob Fabiani
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-www.jeuneafrique.com

RDC, attacchi ribelli.


 




Il 14 febbraio un gruppo ribelle ha attaccato due postazioni militari a Lubumbashi, capoluogo della provincia dell'Alto Katanga, nel Sudest del paese.
Nei combattimenti sono morte almeno 11 persone: 6 ribelli, 4 soldati e un civile.
L'attacco è stato attribuito alla milizia separatista Bakata - Katanga, che si batte per l'indipendenza del Katanga.
(Fonte:jeuneafrique)
Bob Fabiani
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-www.jeuneafrique.com

domenica 14 febbraio 2021

Storia di Antananarivo


 






La città fu fondata dal re Merina Andrianjaka, che nel 1610 si stabilì sulla collina alta 1668 m chiamata Analamanga (foresta blu) e vi fece costruire il suo palazzo. Una volta dislocato l'esercito ai piedi dell'altura, il luogo fu ribattezzato Antananarivo : "la città dei mille". Per fornire sostentamento ai suoi soldati e alle rispettive famiglie, il re fece trasformare le paludi circostanti in risaie. Dopo la sua morte, tuttavia, il piccolo regno perse importanza e il centro dei Merina si spostò.

La zona occupata dall'odierna Antananarivo tornò al centro della politica quando il re Andrianampoinimerina nel 1795 conquistò la collina e decise di trasferire la propria sede da Ambohimanga (a 16 km di distanza) più a sud, ossia ad Antananarivo.
Il re Andrianampoinimerina morì nel 1809 ed ebbe come erede il giovane figlio Radama I. A quel tempo Antananarivo, con i suoi 25.000 abitanti, era già la città più grande del Madagascar.




Con la conquista di ulteriori regioni dell'isola, Radama I si assicurò il potere e Antananarivo lo status di capitale.
Il 30 settembre 1895, nel corso della seconda guerra franco - malgascia, le truppe francesi  occupano la città. Alcuni giorni dopo il Madagascar è ufficialmente dichiarato protettorato della Francia e un anno più tardi l'isola ottiene lo status di colonia. 
I francesi scelgono Tananarive (così pronunciano il nome della città) come capitale della loro colonia. Ben presto vengono prosciugate ampie risaie intorno all'abitato dell'epoca (ampie zone dell'odierno centro storico.




Anche l'attuale Avenue de l'Indépendance (che vedete in foto qui sopra; n.d.t.) a quel tempo si trovava ancora in mezzo a una risaia.
Nei decenni precedenti la Seconda guerra mondiale vengono costruiti numerosi edifici e strade. L'ambasciata viene ampliata e diventa palazzo del governatore (l'odierno palazzo presidenziale). Vengono poi costruiti la stazione (1908-10), il municipio e l'attuale Avenue de l'Indépendance.

Sotto il governatore e generale Gallieni si realizzano ulteriori progetti. Tra il 1924 e il 1934 si ultimano, tra le altre cose, i due tunnel che collegano il quartiere di Analakely con Anosy e il quartiere Ambohojatovo con Antshabe
Sempre in questo periodo viene realizzata la piazza centrale del mercato con gli edifici annessi.


  


Dopo la Seconda guerra mondiale l'urbanistica di Antananarivo si arresta quasi del tutto. Solo dopo l'indipendenza nel 1960 riparte la realizzazione di grossi progetti, come ad esempio la ricostruzione delle sedi del Parlamento e dei ministeri, intorno al lago Anosy nasce gradualmente un vero e proprio quartiere governativo, tuttavia l'entusiasmo dei primi anni dopo la conquista dell'indipendenza si esaurisce ben presto.





Nel corso delle manifestazioni contro il presidente Tsiranana del 1972, il palazzo municipale, risalente  all'epoca coloniale, è vittima degli incendi. Con la salita al potere del militare e dittatore Ratsiraka ricomincia la crisi per tutto il paese e quindi anche per la capitale.
Agli inizi degli anni '90 chiudono molti dei negozi sotto i portici dell'unica via prestigiosa, molte abitazioni sono fatiscenti e le strade un colabrodo.
Nel 1992, con la fine della dittatura, la situazione ricomincia lentamente a migliorare. Si procede al risanamento delle case e alla ricostruzione delle strade. La svolta vera e propria, tuttavia, si ha solo dopo l'elezione a sindaco di Marc Ravalomanana. Da uomo d'affari qual'è, egli riesce a mobilitare le aziende locali e a prendere parte attivamente a piani di sviluppo della capitale e ad altri interventi urbanistici.




Un'azienda automobilistica, ad esempio, decide di risanare il lago Jehorika, nel quartiere omonimo, diventato ormai un deposito di liquami. Il bacino, che minacciava di trasformarsi in una zona psludosa, viene ripulito e oggi è un vero gioiello. Sulle rive di un altro lago del quartiere Ambodivona sorge in quel periodo il Tana Walterfront, un grande complesso comprendente un centro commerciale, soluzioni residenziali e uffici.
(Fonte:tourisme-antananarivo)
Bob Fabiani
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-www.tourisme-antananarivo.com 

venerdì 12 febbraio 2021

Madagascar: Antananarivo, la metropoli adagiata sulle colline


 





Antananarivo è situata al centro della zona degli altipiani e si estende su più colline. E' indubbiamente la metropoli del Madagascar, nonché il suo centro politico, economico e culturale. La più grande città malgascia, con i suoi 2 milioni di abitanti circa, si differenzia tuttavia in modo notevole dalle altre capitali africane. Le anguste viuzze del centro storico, che serpeggiano su e giù sulle alture, e le tante abitazioni dai tradizionali mattoni rossi e dall'immancabile balcone la differenziano decisamente dagli altri centri urbani del continente e ne fanno senza dubbio una delle più belle metropoli d'Africa.

Sovrasta il centro il Rova, l'antico palazzo della regina, situato sulla più alta collina della città (1668 m) come testimonianza architettonica di un'epoca in cui erano re e regine a decidere delle sorti del paese. La città è un vero crogiolo di razze : accanto ad abitanti di origine africana se ne incontrano anche diversi di chiara provenienza asiatica.

Lasciato il centro, il paesaggio si fa subito rurale e tra una collina e l'altra lo sguardo è catturato ancora oggi da estese risaie. Già un centinaio di anni fa, ampie zone dell'odierno centro storico erano utilizzate per la coltivazione del riso. Una volta risanate, si creò spazio, per la costruzione di nuovi palazzi e strade.

Antananarivo (in francese : Tananarive) è affettuosamente soprannominata Tana dai malgasci. La città è situata a 1435 m d'altezza ed è distribuita su numerose colline, pertanto non è facile abbracciarla tutta con lo sguardo.


 


Ciò nonostante,  è possibile percorrerla a piedi per visitarne i luoghi e le attrattive di maggiore interesse. Il centro si può suddividere in due parti principali: la città bassa e la città alta.
Il cuore di Antananarivo è il quartiere Analakely con l'Avenue de l'Indépendance. Questa elegante via costruita dai francesi si diparte dalla stazione in direzione sud. Assieme al quartiere Tsaralalana, che costeggia a sud-ovest, forma la cosiddetta città bassa.



 

La città alta, più spostata a sud-est, si estende dal palazzo presidenziale fin su al Rova, il palazzo della regina, e comprende i quartieri Antananirenina e Ambatonakanga, fino ad Andohalo.
(Fonte:tourisme-antananarivo)
Bob Fabiani
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-www.tourisme-antananarivo.com

giovedì 11 febbraio 2021

Sudafrica, il vaccino AstraZeneca inefficace contro 'variante sudafricana' del Covid-19


 




Il Sudafrica era pronto a cominciare la campagna vaccinale contro il Covid-19, quando uno studio dell'Università del Witwatersrand, a Johannesburg, ha mostrato che il vaccino dell'AstraZeneca, l'unico consegnato finora nel paese africano, offre una protezione scarsa dalla variante 501.V2 del virus.
La cosiddetta variante sudafricana è responsabile, secondo alcune stime, dell'80 per cento dei casi registrati nel paese (dall'inizio della pandemia sono stati 1,5 milioni, di cui 45mila letali).

Il governo ha dovuto rivedere subito la strategia d'immunizzazione e si è rivolto all'azienda statunitense Johnson&Johnson per ottenere 20 milioni di dosi di vaccino. 
I limiti dell'efficacia del vaccino SstraZeneca preoccupano tutto il continente, fa notare John Nkengasong, direttore dei Centri africani per il controllo e la prevenzione delle malattie, perché la strategia continentale si basa proprio su quel farmaco, che non è troppo costoso ed è meno complicato da conservare.
L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha individuato la variante 501. V2 in Botswana, Ghana, Kenya, Zambia, alle Comore e in altri 24 paesi non africani.

  • Purtroppo, scrive l' Economist, che dedica la copertina al Covid-19 in Africa, il continente è in fondo alla coda per i vaccini per l'Africa sarà difficile procurarsi le dosi necessarie a raggiungere l'immunità di gregge prima del 2024.
  • Intanto Moussa Faki Mahamat, recentemente rieletto a capo dalla commissione dell'Unione Africana, dovrà preparare un piano per distribuire tra i 55 Stati membri le 600 milioni di dosi di vaccini che l'Unione Africana è riuscita ad assicurarsi. Sono 16 i paesi che finora hanno mostrato interesse per il programma.



(Fonte:jeuneafrique;economist)
Bob Fabiani
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-www.jeuneafrique.com;
-www.economist.com

martedì 9 febbraio 2021

Il Museo di storia africana di Dakar


 




Il concorso per il Museo di storia Africana fu avviato alla fine degli anni '90 dall'Unesco e dall'Organizzazione dell'Unità Africana : un vero e proprio memoriale, per ricordare la tratta degli schiavi, da erigersi sul lembo di terrà più occidentale del continente africano.

Il progetto vincitore ha previsto una complessa struttura proiettata verso l'alto, composta di un volume concavo di 240 metri che richiama una vela e accoglie il centro di documentazione e ricerca, amministrazione e archivi; l'edificio più basso ospita invece la sala espositiva del museo.
(Fonte:africalandilmionuovoblog)
Bob Fabiani
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-https:africalandilmionuovoblog.blogspot.com 

domenica 7 febbraio 2021

Egitto, un anno di carcere per Patrick Zaki


 




Con la conferma del fermo in carcere di altri 45 giorni per Patrick Zaki si apre una nuova fase da parte del regime egiziano che reputa lo studente dell'Università di Bologna come un terrorista e agitatore che, attraverso i social si rende responsabile di sovvertire il governo del dittatore Al-Sisi.

Un anno fa Patrick Zaki veniva arrestato non appena posò i suoi piedi all'aeroporto del Cairo : lo studente era tornato in Egitto per una breve vacanza e per far visita alla sua famiglia.

Questo blog è al fianco di quanti si battono per la libertà di Patrick Zaki e per il riconoscimento dei diritti civili per il popolo egiziano e continua a chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni.
(Fonte:amnesty)
Bob Fabiani
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-https:africalandilmionuovoblog.blogspot.com/news-for-africa

 

sabato 6 febbraio 2021

Donne malgasce lavano panni al fiume


 



Durante i miei viaggi malgasci, in occasione del progetto per scrivere un romanzo sul Madagascar - che poi ho intitolato 'Al di là di ogni ragionevole dubbio' - ho imparato molto sul popolo della Grande Isola dalla Terra Rossa
La prima cosa che si percepisce arrivando sull'isola è la grande disponibilità a essere ospitali dei malgasci. Un popolo accogliente, ridente, fiero e straordinario. Nei miei spostamenti per studiare la vita sociale del Madagascar - oltre ad ammirare la bellezza della natura e delle varie città - ho potuto vedere il pesante lavoro della donna malgascia, la vera colonna portante della famiglia.

Una delle "scene di vita" che più sono rimaste impresse nella mia memoria è quella di ammirare il massacrante lavoro a cui si sottopongono queste donne quando devono lavare i panni: esse si dirigono ai fiumi e, tra canti e azioni precise e rapide, eseguono questo duro lavoro. 

Non ho più dimenticato quella giornata malgascia : ricordo che mi appostai a debita distanza per non disturbarle in quel duro lavoro e grazie alla mia guida e amici malgasci ho potuto anche scambiare alcune parole con queste donne.
Mi colpì la serenità con cui eseguivano quel lavoro massacrante e, mi fecero notare che per loro era "naturale lavare i panni in quel modo ... perché lo facevano prima di loro le loro madri e, ancora prima, le loro nonne". 

Una lezione che ho custodito gelosamente : quelle donne mi stavano facendo notare che è perfettamente inutile lamentarsi della propria condizione e, qualunque essa sia va affrontata e vissuta con dignità.
(Fonte:africalandilmionuovoblog)
Bob Fabiani
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-https:africalandilmionuovoblog.blogspot.com

giovedì 4 febbraio 2021

La moda celebra il Black History Month 2021


 





Nato nel 1970, come movimento studentesco nella Kent State University, in Ohio, il Black History Month è oggi una ricorrenza ricordata in tutto il mondo occidentale nel mese di febbraio e fino al 1 marzo, per celebrare l'impronta delle persone e degli eventi nella storia della diaspora africana.

Il mondo della moda e i brand più importanti hanno voluto celebrare la cultura black (e i grandi personaggi) durante il Black History Month 2021 con iniziative e progetti speciali. Tra i brand figurano Apple, Puma, New Balance e Farfetch, di cui ci occupiamo in questo post.

-Farfetch


 


In occasione del Black History Month 2021, Farfetch annuncia la partnership con Nataal, marchio multimediale globale, leader nella celebrazione della moda contemporanea, bellezza, arti visive, musica e cultura dell'Africa e della sua diaspora.

In questo anno di partnership, Farfetch lavorerà con Nataal e la sua comunity, per creare contenuti che supportino il loro talento rivoluzionario. La prima iterazione della collaborazione prende vita grazie a una collaborazione speciale con Balmain e il direttore creativo, Oliver Rousteing. Ispirata alle icone black di Rousteing, il progetto esprime come lo spirito rivoluzionario qi queste icone rimanga un'influenza duratura sul lusso moderno di oggi.
(Fonte:vogue)
Bob Fabiani
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-www.vogue.it/moda

mercoledì 3 febbraio 2021

La fauna del Madagascar Pt.1


 





La fauna del Madagascar, unica nel suo genere, è una meta ideale per amanti della natura, appassionati di biologia e studiosi di scienze naturali. Nella Grande Isola dalla Terra Rossa esistono numerose specie animali uniche in tutto il mondo.

AfricaLand Storie e Culture africane presenta un elenco delle specie più diffuse.

-Primati

  Maki è il nome comunemente usato in Madagascar per i lemuri. Questa denominazione comprende dodici specie di grandezza media, non molto dissimili tra loro per abitudini.
Molti di questi un tempo erano considerati una sottospecie del lemure bruno, mentre oggi costituiscono una specie a se stante. Hanno un'alimentazione molto varia, costituita da frutta e fiori, oltre che da insetti e foglie.
Il Maki dalla fronte rossa (Eulemur rubifrons) si può vedere spesso nel parco nazionale di Ranomafana e in quello del Berenty, dove è stato inserito. Il maki macao (Eulemur macao) vive a nord sulle isole di Nosy Be e Nosy Komba.

-I lemuri del bambù

Il gruppo dei lemuri del bambù comprende sei specie. Quella più diffusa è il lemure grigio del bambù (Hapalemur griseus), che popola le foreste di bambù lungo quasi tutta la costa orientale. Il lemure dorato del bambù (H. aureus) si è guadagnato una certa popolarità, essendo stato scoperto solo nel 1986. Vive solo nel parco nazionale di Ranomafana e nelle zone limitrofe. Tutte le specie, come indica il nome stesso, si nutrono di bambù, pur essendosi specializzati a mangiare diverse parti della pianta. Il grande lemure del bambù (Prolemur simus) utilizza la forte dentatura per estrarre il midollo dalle canne, quello dorato mangia invece i germogli, mentre il grigio le foglie.

-Aye-aye

Sicuramente è la varietà di lemure più particolare. Nell'ecosistema malgascio ha occupato la nicchia del picchio. Le grandi orecchie permettono all'aye-aye di individuare insetti e vermi anche al di sotto della corteccia. Con i lunghi incisivi rompe quest'ultima e ne estrae poi le prede con il lungo dito medio. L'aye-aye è un animale notturno, raro, molto pauroso e quindi difficile da incontrare. Le possibilità maggiori le offre l'isola di Nosy Mangabe.

-Indri

Con un'altezza di 80 cm l'indri (Indri Indri) è oggi la più grande specie di lemure esistente. E' l'unico lemure ad avere una coda mozza di 10 cm. L'indri abita le foreste pluviali dei monti della costa orientale e si nutre prevalentemente di foglie. Piccoli gruppi familiari di indri si appropriano di un territorio che difendono da intrusi emettendo suoni abbastanza singolari e che ricordano un po' quelli delle balene. La maggior probabilità di osservare gli indri si ha visitando il parco nazionale di Andasibe-Mantadia.
-Fine Prima Parte-
(Fonte:parcs-madagascar)
Bob Fabiani
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-www.parcs-madagascar.com


 

martedì 2 febbraio 2021

USA, quell'arresto shock di una bambina afroamericana ammanettata e con spray urticante dalla polizia


 





Pensavamo di aver visto tutto e di aver raccontato tutto sulla "questione razzismo" ai danni della comunità afroamericana da parte della polizia USA, ma ci sbagliavamo.
In America, si cambiano i presidenti ma il problema resta perché non viene affrontato come si dovrebbe, ossia, riformando la polizia razzista statunitense.

Nuova ondata di critiche e indignazione per un video virale. Il filmato, girato da una body cam di un poliziotto, della durata di 17 minuti e mostra gli agenti che ammanettano una bambina di 9 anni, afroamericana, usando uno spray urticante al pepe nero e utilizzando delle maniere brutali ... pur di farla entrare in una volante senza risparmiare maniere violente pur se avevano davanti un'adolescente. E' successo a Rochester, nello Stato di New York, e le immagini hanno suscitato forti critiche per i metodi utilizzati dalle forze dell'ordine.

Lo riporta l'Afp.

Agenti intervenuti dopo la lite famigliare in casa. La bambina prelevata con la forza mentre continuava a gridare "voglio il mio papà " e poi, visto che si rifiutava di entrare nell'auto, è stata immobilizzata col viso sulla neve e ammanettata.

La sindaca, Lovely Warren ha ammesso : "in questo incidente è stato fatto del male a una bambina, io ho una figlia di 10 anni, questo video non è una casa che una madre vuole vedere". E aggiunge : "il modo in cui il nostro dipartimento di polizia si è comportato mi preoccupa, da questo video è chiaro che dobbiamo fare di più per sostenere i nostri bambini e le nostre famiglie".

Intanto, è intervenuto il vice - capo della polizia, Andre Anderson, tentando di spiegare il comportamento dei suoi agenti, ha detto che la bambina "aveva detto di volersi suicidarsi e di voler uccidere la madre".
Gli agenti di Rochester volevano portarla in ospedale, ma di fronte al rifiuto della bambina di entrare nell'auto, l'hanno prelevata con la forza (come fanno sempre quando si trovano di fronte cittadini  neri  ... solo che stavolta, avevano davanti una minore ...) e hanno cercato di bloccarla spruzzandole una sostanza urticante.

"Ti stai comportando come una bambina", si sente dire da uno degli agenti che sta cercando di farla entrare nell'auto, al quale la piccola risponde : "Sono una bambina". Subito dopo, l'agente donna passa alle minacce : "Stai seduta, questa è l'ultima possibilità oppure ti spruzzo spray negli occhi". ... Detto e fatto.

Immediatamente, nel video, si vede la bambina piange per il bruciore : "Per favore pulitemi gli occhi".

Dopo essere stata portata in ospedale, la bimba è stata dimessa ed è tornata dai suoi genitori. A questo punto, gli agenti, si sono difesi (in modo inaccettabile), affermando di aver applicato le procedure per "la sicurezza del minore e dietro richiesta del genitore affidatario". 
Questa linea di difesa però non è stata sposata dal capo della polizia di Rochester, Cynthia Herriot-Sullivan in una conferenza stampa ha affermato : "non starò  a sostenere che va bene usare lo spray urticante con una bambina di 9 anni, non lo è e non rappresenta quello che è il nostro dipartimento". E conclude : " Lavoreremo per assicurare che queste cose non succedano più".
Dal canto suo, la sindaca Warren, ha detto che verrà avviata un'inchiesta interna.

Ma non si tratta di un caso isolato quello dell'arresto della bimba afroamericana. Allo stesso dipartimento di polizia della cittadina dello Stato newyorchese, sono state mosse accuse dirette per la morte di Daniel Prude, afroamericano (l'ennesimo!) con problemi mentali deceduto per soffocamento lo scorso settembre : agenti lo bloccano, gli coprono il volto con un cappuccio durante l'arresto. 

E' la storia di sempre : agenti bianchi giustiziano cittadini afroamericani eppure, stavolta, si è davvero andati oltre nella brutalità degli agenti ed è un problema che va risolto. Con la riforma radicale degli agenti USA : se è vero che il 46esimo presidente degli Stati Uniti, Joe Biden e, la sua vice - presidente Kamala Harris, hanno come obiettivo di fare in modo di riunire e riappacificare il paese, allora, non possono che procedere in un'unica direzione : cambiare tutto. Ripartire da zero : deve cambiare l'addestramento di questi poliziotti che, non possono continuare ad agire considerano gli afroamericani "un problema che va risolto con la forza". Il passaggio necessario è togliere il distintivo a coloro che sono "razzisti dichiarati"
Troppi neri sono morti per mano di agenti razzisti se davvero Joe Biden vuole cambiare le cose deve scrivere una legge per riformare radicalmente le forze dell'ordine USA, non esiste un altro piano, il resto sono chiacchiere ormai inaccettabili. 
(Fonte:afp;theatlantic)
Bob Fabiani
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-www.afp.fr;
-www.theatlantic.com

 

lunedì 1 febbraio 2021

Le conseguenze di 4 anni di conflitto per il "Camerun anglofono"


 



Mentre il resto del mondo è impegnato nella lotta contro la pandemia, in Africa e, precisamente in Camerun si consuma - da 4 anni - un conflitto dimenticato e cruento.
Il conflitto è "bloccato" e impantanato nelle regioni del Sud - Ovest e del Nord - Ovest dove, nonostante i tentativi di mediazione, il 2020 è stato segnato da un'ondata di violenze.

Arrivati a questo punto qual'è la situazione sul campo? Quali sono le conseguenze di questo conflitto? In questo post, AfricaLand Storie e Culture africane, è in grado di tracciare il punto della situazione a 4 anni dallo scoppio della crisi (2016) che ha dilaniato il "Camerun anglofono".





Attacchi con ordigni esplosivi improvvisati a margine del Campionato delle Nazioni Africane (CHAN) nel Sud - Ovest, sparatorie omicide al convoglio del prefetto di Momo nel Nord - Ovest, scolari brutalmente assassinati ... questi sono i fermimmagine di una crisi che appare senza sbocco e, che, nel 2016, era iniziata per rivendicare l'uso della lingua inglese invece di quella francese con il sogno della secessione.

Intanto, dal 28 gennaio e fino al 2 febbraio, la Santa Sede ha inviato qui, in Camerun, il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, nel tentativo di riavviare il dialogo tra le parti, anche perché, l'inizio di questo 2021, è stato segnato da un'ondata di violenze. 
Solo a gennaio, sul selciato del paese africano si registrano più di 30 morti nella regione. Sono i civili a pagare il prezzo più alto negli scontri tra le forze governative (che sono irremovibili sia sulla secessione sia sull'uso della lingua inglese) e i gruppi separatisti armati, fautori dell'indipendenza dell'Ambazonia.


 



-I numeri del conflitto dimenticato

  • Oltre 3.000 camerunensi uccisi (secondo le stime ICG)
  • 700 mila profughi e sfollati (secondo l'UNHCR)
  • 80% delle scuole chiuse nelle province anglofone (fonte Unicef)
  • 860 mila bambini impossibilitati a frequentare la scuola (fonte Unicef)
A questi drammatici numeri si devono aggiungere altri : non meno di 238 villaggi sono stati attaccati, e alcuni completamente rasi al suolo e bruciati, dal 2016. Questa situazione ha causato la fuga di decine di migliaia di persone che hanno trovato rifugio in Nigeria o in altre regioni del Camerun.
Nonostante questi drammatici numeri siamo davanti a un conflitto dimenticato e al disinteresse della comunità internazionale.
(Fonte:jeuneafrique)
Bob Fabiani
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-www.jeuneafrique.com