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giovedì 13 dicembre 2018

#GiletsJaunes : Origini e istanze di una rivolta popolare





Che cosa ha generato la rabbia popolare che ha costretto #Macron a intervenire in  diretta televisiva per parlare alla nazione dopo il quarto sabato consecutivo di mobilitazione generale messa in atto dai #GiletsJaunes?

In origine - come scrive Alexis Spire, sociologo, direttore di ricerca al Centre national de la recherche scientifique - Cnrs, Centro nazionale della ricerca scientifica - "l'origine della collera contro le tasse" si era sviluppata a "margine delle organizzazioni politiche e sindacali" ma poi, la mobilitazione dei #GiletesJaunes; messa in atto contro le tasse sui carburanti, all'inizio ebbe un seguito particolare nelle aree rurali e periferiche ma, fin da subito, chiosa il sociologo "ha colpito per il suo carattere spontaneo".

Su questo punto quasi tutti gli analisti ed esperti della politica francese concordano anche perché, questo movimento, senza un leader unico né capi in poco più di un mese è stato capace di produrre sconquassi notevoli. Questo è stato possibile, ribadisce ancora, Alexis Spire perché "ha finalmente messo in luce il sentimento di ingiustizia fiscale che da molti anni covava fra le classi subalterne e i piccoli lavoratori autonomi. In un paese in cui il prelievo fiscale rimane una leva per la redistribuzione, come si spiega che esso sia contestato sopratutto da chi si trova in basso nella scala sociale"? 

La domanda posta dal sociologo, direttore del Cnr non è per nulla retorica ma necessaria se, si vuole comprendere non tanto da dove nascono i #GiletesJaunes ma, in realtà dove porterà questa rabbia sociale che, al momento, dentro e fuori la #Francia è cavalcata da molti.


Ecco alcuni slogan risuonati durante le giornate di protesta collettiva che qualcuno ha chiamato "insurrezione popolare" dopo i violenti scontri con gli agenti di polizia che, a loro volta, raggiungevano gli onori della cronica per un discutibile trattamento contro gli studenti di alcuni licei a #MontesLaJolie :

"Basta tasse", "Macron taccagno", "Lavorare è un lusso", "Destra, sinistra = tasse", "Stop al racket, la rivolta del popolo potente può sfociare nella rivoluzione" ...


Si spiega anche così il "parziale" ritorno sui suoi passi del presidente dopo una sfilza di errori macroscopici commessi negli ultimi mesi.






"L'indignazione è condivisa da molti  francesi. Servono misure profonde. La collera è giusta, per certi aspetti. La violenza non sarà tollerata" , ha detto Macron durante il suo "discorso riparatore" come molti lo hanno ribattezzato.


-Errori di un leader non più in sintonia con la Francia 

Quali sono e quanti sono gli errori commessi dall'Eliseo guidato dal giovane presidente che, non più tardi di una anno e mezzo fa, aveva saputo conquistare la plancia di comando dopo essersi smarcato dal Governo Holland / Walls?

Sono almeno cinque. 

Vediamoli in dettaglio.

1 L'equivoco politico 

Macron ha commesso il più macroscopico degli errori, tipico di quei leader che, da un momento all'altro si trovano catapultati sul ponte di comando. Il potere ha sempre conferito sui politici quel "senso di onnipotenza" che, questi tempi moderni sembrano in qualche modo amplificare a dismisura.
Il presidente una volta arrivato all'Eliseo ha pensato che si potesse muovere come se potesse contare sull'appoggio del 66% che ha votato per lui, ai tempi del ballottaggio delle presidenziali, senza capire che invece si trattava di un referendum anti-Le Pen.
Il partito-movimento "En Marche" in realtà ha una base molto più contenuta e di minoranza: potendo contare sul 24% , i voti intercettati durante il primo turno.
Certo, grazie al sistema istituzionale, lo stesso Macron ha la maggioranza per governare, ma come avviene in questi tempi malati, questi leader che arrivano al potere dal nulla, non sanno cosa sia l'"arte di governare", ossia, saper mettere in campo un alleanza con altre forze politiche in parlamento.

2 Presidente delle élite dei ricchi

L'aumento di "pochi centesimi" sulle accise, che ha scatenato la mobilitazione dei #GiletsJaunes, è l'esempio di come Macron non sia stato in grado di capire quanti francesi debbano contare ogni euro di spesa. E' le prime mosse del Macron "presidente di tutti" in realtà fu solo a favore dei "soliti noti". Mise in atto misure che in realtà erano dei regali ai ricchi: abolizione della patrimoniale e Flat Tax su rendite finanziare.

3 Frasi shock

In un attimo la Francia inizia a rendersi conto che il "giovane e brillante presidente" in realtà è il classico leader distante e arrogante complici le sue frasi infelici, goffe, al limite del provocatorio. Ha iniziato a chiamare poveri "persone che non sono nulla", definito i fondi pubblici per sussidi sociali "spese pazze" ... Talvolta invece cade nell'uso dei toni da spaccone, come nel caso dello scandalo della sua guardia del corpo, intimando ai suoi oppositori che si erano permesso di criticarlo : "Vengano pure  a cercarmi".

4 Prigioniero dei tecnicismi

Questo è uno dei rimproveri che hanno denunciato i #GiletsJaunes al governo del presidente. Non solo l'assenza o la contestazione di misure, ma anche la difficoltà di decifrare l'azione del governo. Il governo è prigioniero di tecnicismi: l'esempio è la parola "moratorie" usata dal premier Philippe a proposito degli aumenti sulle accise. C'è voluto quasi un giorno per capire che voleva dire "abolizione".

5 Rottura con i "corpi intermedi"

Convinto di dover "applicare il programma" con cui è stato eletto, Macron ha marciato a tappe forzate sulle riforme, con poca concertazione con enti locali e sindacati moderati. Ha teorizzato l'inutilità dei "corpi intermedi", ritenendoli un freno all'azione del governo e che avessero perso la legittimità nell'opinione pubblica.
Adesso travolto dalla protesta, riscopre l'importanza del dialogo.


Ma cosa accadrà dopo l'attentato di Strasburgo? Quali intenzioni ha il governo dopo la nuova "chiamata alla mobilitazione" del movimento ribelle?





- Appello ai #GiletsJaunes "Non manifestate"

Appena ventiquattro ore dopo il discorso di Macron in diretta televisiva a #Strasburgo è andato in scena l'ennesimo attentato sul suolo francese : naturalmente la strage ha già in parte stravolto non solo l'agenda del presidente ma, ha relegato, d'incanto, le  istanze della protesta popolare dei #GiletsJaunes .
Alcuni attivisti del movimento di "Giubotti gialli" sui social network si lasciano andare a considerazioni di stampo complottista su quanto accaduto a Strasburgo, si moltiplicano in Francia gli appelli a sospendere le manifestazioni di ogni sabato dei #GiletsJaunes. 

A dire il vero il giorno dopo il discorso del presidente, seguito da 21milioni di francesi in diretta televisiva, di lunedì scorso; per Odoxa, circa il 59% circa è rimasto deluso dalle parole di Macron ma, tuttavia, era già partita la solita scena di ogni potere: tentare di dividere il movimento per depotenziarlo.
Indubbiamente il dopo-attentato di Strasburgo avrà la capacità di mettere sul banco degli imputati gli attivisti del movimento che, per altro, hanno già "chiamato alla mobilitazione per il prossimo sabato, #15D.

Il "coro all'appello" recapitato ai #GiletsJaunes : tra i primi, il sottosegretario all'interno, Laurent Nunez invoca la "responsabilità di tutti" , aggiungendo di "sperare che ci saranno meno manifestazioni" sabato in Francia visto l'attentato di Strasburgo.

"Penso che il movimento debba finire", sono le discutibili parole dichiarate dalla ministra della Giustizia, Nicole Belloubet ribadite, per altro dalle compagini di destra come il vicepresidente dei Republicains, Damien Abad che afferma : "i francesi non capirebbero se le nostre forze di polizia non fossero pienamente mobilitate su questa lotta al terrorismo".

(Fonte.:monde-diplomatique; liberation)
Bob Fabiani
Link
-www.monde-diplomatique.fr;
-www.liberation.fr              

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