Mentre il resto del mondo è impegnato nella lotta contro la pandemia, in Africa e, precisamente in Camerun si consuma - da 4 anni - un conflitto dimenticato e cruento.
Il conflitto è "bloccato" e impantanato nelle regioni del Sud - Ovest e del Nord - Ovest dove, nonostante i tentativi di mediazione, il 2020 è stato segnato da un'ondata di violenze.
Arrivati a questo punto qual'è la situazione sul campo? Quali sono le conseguenze di questo conflitto? In questo post, AfricaLand Storie e Culture africane, è in grado di tracciare il punto della situazione a 4 anni dallo scoppio della crisi (2016) che ha dilaniato il "Camerun anglofono".
Intanto, dal 28 gennaio e fino al 2 febbraio, la Santa Sede ha inviato qui, in Camerun, il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, nel tentativo di riavviare il dialogo tra le parti, anche perché, l'inizio di questo 2021, è stato segnato da un'ondata di violenze.
Solo a gennaio, sul selciato del paese africano si registrano più di 30 morti nella regione. Sono i civili a pagare il prezzo più alto negli scontri tra le forze governative (che sono irremovibili sia sulla secessione sia sull'uso della lingua inglese) e i gruppi separatisti armati, fautori dell'indipendenza dell'Ambazonia.
-I numeri del conflitto dimenticato
- Oltre 3.000 camerunensi uccisi (secondo le stime ICG)
- 700 mila profughi e sfollati (secondo l'UNHCR)
- 80% delle scuole chiuse nelle province anglofone (fonte Unicef)
- 860 mila bambini impossibilitati a frequentare la scuola (fonte Unicef)
A questi drammatici numeri si devono aggiungere altri : non meno di 238 villaggi sono stati attaccati, e alcuni completamente rasi al suolo e bruciati, dal 2016. Questa situazione ha causato la fuga di decine di migliaia di persone che hanno trovato rifugio in Nigeria o in altre regioni del Camerun.
Nonostante questi drammatici numeri siamo davanti a un conflitto dimenticato e al disinteresse della comunità internazionale.
(Fonte:jeuneafrique)
Bob Fabiani
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-www.jeuneafrique.com
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