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martedì 7 maggio 2019

#SAElections19: Chiusa la campagna elettorale, tutti i leader di partito 'garantiscono' la vittoria alle elezione dell'#8Maggio






Domenica 5 maggio in Sudafrica, è stata una giornata dedicata alla chiusura della campagna elettorale, in vista delle elezioni legislative e provinciali di mercoledì 8 maggio: sia l'ANC sia la crescente sinistra radicale EFF, hanno dato una prova di forza, radunando decine di migliaia di simpatizzanti, sostenitori e militanti.

Nello stadio Ellis Park di Johannesburgh, di fronte a una marea gialla, uno dei tre colori dell'ANC, il presidente Cyril Ramaphosa ha assicurato che la vittoria "sarà certa", malgrado i "tanti errori" commessi dal partito che fu di Nelson Mandela.
Durante la campagna elettorale, aggiunge, "abbiamo incontrato persone disoccupate, senza una casa decente, senza una buona istruzione" , ha ammesso senza tanti giri di parole il capo  dell'ANC, il partito al Potere, ininterrottamente, dopo le elezioini democratiche che hanno chiuso, l'éra dell'apartheid nel 1994.

"Ti abbiamo sconfitto (...) Si, abbiamo commesso degli errori ma sono solo quelli che non fanno nulla a non commettere errori", ha detto, promettendo la fine "dell'era dell'impunità".

Venticinque anni dopo la fine ufficiale del regime razzista, il Sudafrica, la più grande potenza industriale del Continente, sta lottando con una disoccupazione alta (27%), le enormi disparità sociali e la corruzione dilagante.

"Siamo determinati a sbarrare il passo a coloro che sono stati riconosciuti colpevoli di corruzione (...) questi, non sono autorizzati a ricoprire posizioni di responsabilità all'interno dell'ANC, in Parlamento o nel governo", ha assicurato Cyril Ramaphosa, che ha assunto la responsabilità di guidare il paese, nel 2018, in seguito, agli scandali di corruzione che hanno travolto l'ex presidente Jacob Zuma, di gran lunga il peggior leader ANC alla guida della "Nazione Arcobaleno". 






A circa 20 km a Sud-ovest di Ellis Park, il Partito della sinistra radicale dei combattenti per la libertà economica (EFF), si è ritrovato nello stadio di Orlando, nel cuore del distretto di Soweto. Lo stadio era pieno di militanti.
Il FEP è emerso come terza forza politica nel 2014, a soli 9 mesi dalla nascita voluta da Julius Malema, ex capo della Lega giovanile Anc.


Elettori tradizionali Anc delusi dal "loro partito" (dopo Mandela)


Nel giro di pochi anni, questa formazione, che si distingue come difensore delle istanze dei diseredati, ha saputo intercettare e strappare, il giovane e povero elettorato ANC, il partito del compianto Nelson Mandela.

"Mandela ha affidato la testimonianza alle giovani generazioni e questa generazione più giovane è l'EFF", ha detto domenica, in occasione della chiusura della campagna elettorale il suo "comandante in capo", Julius Malema, in camicia rossa e berretto, il colore del suo movimento.

"Pensavano che fossimo Topolino", ha arringato dal palco dello stadio Orlando, di fronte alle decine di migliaia di suoi sostenitori entusiasti, "ora capiscono che dobbiamo essere riconosciuti".

A questo punto, il leader EFF, rincarando la dose di "idea programmatica", manda un avvertimento preciso.

"Non possiamo parlare del futuro del Sud Africa senza EFF. Siamo noi il futuro del Sud".

Secondo gli ultimi sondaggi, l'Anc dovrebbe mantenere la maggioranza dei voti, l'EFF viene accreditato di un punteggio tra l'11% e il 15% dei voti. Nel 2014, al debutto, il FEP ha ottenuto il 6,35% e 25 seggi all'Assemblea nazionale. Alle elezioni municipali 2016, prese l'8% dei voti a livello nazionale.

Peggy Mavimbela, 72 anni, che ha votato per l'ANC dal 1994, ora si fida di EFF.

"Ho sempre votato ANC, ma questa volta ho deciso che era abbastanza. Io voto EFF", ha detto questo pensionato che ha vissuto la sua decisione come un doloroso travaglio e, infatti aggiunge in conclusione "Ho lasciato ANC a causa della corruzione".

A Ellis Park, l'attivista - ANC, Andrew Tyiwa, ammette senza giri di parole che "le cose sono andate male" ma, subito dopo, in un impeto di speranza e sicurezza propria del militante, aggiunge "Ma le correzioni saranno fatte. E' meglio andare con il diavolo che conosciamo", chiosa, prendendo a prestito una storica affermazione dei musicisti di blues del Delta, laggiù negli Stati Uniti, quei musicisti che, a loro volta, avevano lontani avi africani.

Tra i simpatizzanti Anc, in là con gli anni, si tende a pensare che Ramaphosa sia "la persona giusta per fare la differenza e rimettere sulla retta via, prima il partito e poi l'intero Sud Africa".


L'Alleanza Democratica (DA), la principale forza di opposizione sudafricana, ha tenuto il comizio di chiusuradella campagna elettorale nella giornata di sabato, 4 maggio, scegliendo Soweto. Il leader, Musi Maimane, ha attaccato l'Anc arrivando a definirlo "deludente", a causa dei gravi scandali di corruzione nell'era - Zuma.

In definitiva è stata una campagna elettorale che si è giocata su due fronti: quello interno al Sud Africa, ha visto un copione scontato: tutti contro l'Anc, il partito storico che era stato in grado di sconfiggere il regime dell'apartheid, in questi 25 anni, non ha saputo vincere l'altra battaglia, altrettanto importante: garantire l'emancipazione dei poveri che affollano le township a Soweto come nel resto della "Nazione Arcobaleno" ; l'altra campagna si è svolta a migliaia di chilometri di distanza da Johannesburg e Durban e, ha visto, il gigante sudafricano stare sul banco degli imputati nelle istituzioni finanziarie e nella Banca Centrale africana. Tutti gli analisti sono concordi nel pensare che i problemi economico - sociali non si risolveranno presto e, qualcuno, nell'anonimato, si augura che l'Anc lasci il potere per tornare a favorire la minoranza bianca, gli afrikaneer che avrebbero già pronta, la solita "ricetta lacrime e sangue" tanto cara all'FMI, anche per punire il Sudafrica, uno dei membri fondatori di quel BRICS, da sempre mal tollerato in occidente e negli Stati Uniti 

Sullo sfondo restano i sudafricani e, mai come in questa tornata elettorale sarà importante il voto dei millennials, la prima vera generazione che ha vissuto solo il "periodo della libertà" senza l'onta del razzismo che andava a braccetto con il regime dell'apartheid: che cosa accadrà dunque il giorno dopo l'8 maggio? Quale Sudafrica verrà fuori dalle urne e, sopratutto, come voteranno questi giovani elettori?

Sono le cosiddette "incognite interne", tuttavia, decisamente marginali: purtroppo, il destino del Sudafrica si gioca lontano da qui e, per questa ragione, sarà importante che l'African national congress, sia capace di dare risposte precise sul piano economico - finanziario provando anche a non "svendere" più di tanto la libertà e l'emancipazione di milioni di poveri neri che, in fondo attendono solo una possibilità, la stessa che invocava Nelson Mandela in quella storica prima tornata elettorale, finalmente libere dal giogo e dall'odioso cappio del regime dittatoriale dell'apartheid.
(Fonte.:jeuneafrique;theconversation)
Bob Fabiani
Link
-www.jeuneafrique.com;
-theconversation.com/africa  




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