La chiamano 'Kandaka' ("Regina Nubiana"), il suo nome è Alaa Salah. Ha 22 anni, è una sudentessa di Architettura e ingegneria a Khartoum e dopo il video divenuto virale sui nuovi social media di tutto il mondo - compreso quell'occidente sempre distratto e poco incline a seguire fatti e personaggi quando, si tratta di Africa - come scrivemmo su queste pagine virtuali in quei giorni; è presto diventata l'icona delle rivolte in atto in Sudan che, hanno portato alla deposizione del deposta Bashir, dittatore-padrone di Khartoum e dell'intero paese africano per un lasso di tempo lungo un trentennio; la studentessa ha avuto modo di parlare, spiegare, in prima persona che cosa sia la "Rivoluzione in Sudan".
AfricaLand Storie e Culture africane dedica la FOTO DEL GIORNO a questa attivista-studentessa che incarna, in modo eloquente, tutta la fierezza e la tenacia delle grandi donne africane.
Alaa Salah, si è raccontata al @Guardian spiegando ai reporter del quotidiano britannico, di aver partecipato alle proteste anti-Bashir, sin da quel 19 dicembre 2018, ossia da 5 mesi, sotto l'onda della rivolta contro il carovita.
"I miei genitori mi hanno insegnato ad amare il mio Paese".
Nel giorno in cui il suo video è diventato virale è iniziato con la lettura in piazza di un poema rivoluzione che recitava: "I proiettili non uccidono, quello che uccide è il silenzio".
La scelta dell'attivista-studentessa non appare scelta a caso dal momento che questi versi erano, popolari e già scanditi nelle proteste 2018 e le rivolte 2013.
"Le donne sudanesi hanno sempre partecipato alle rivoluzioni in questo paese" , conclude Alaa Salah.
(Fonte.:guardian)
Bob Fabiani
Link
-www.theguardian.com.uk
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