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giovedì 20 febbraio 2020

Quel virus COVID-19 che minaccia l'#Africa







Dall'inizio di gennaio un nuovo virus che attacca le vie respiratorie si è diffuso da Wuhan, in Cina al resto del mondo.
AfricaLand Storie e Culture africane, con questo post inizia la pubblicazione di una serie di #reportage su questa drammatica epidemia; il nostro primo focus parte dal Continente Nero dopola scoperta del primo caso registrato in Egitto, al Cairo.


Prima di addentrarci su quanto sta avvenendo in Africa vediamo perché, gli scenziati hanno scelto come nome del virus, COVID-19.

La definizione (e il nome ufficiale)

Il virus dal 12 febbraio 2020 ha un nome ufficiale: Sars-CoV-2.
Il comitato internazionale che dà il nome ai virus (Ictv), sottolinea infatti che si tratta di un coronavirus parente della Sars.
Il giorno prima, 11 febbraio 2020 è stato assegnato il nome della malattia: COVID-19.


-La minaccia COVID-12 (#CoronaVirus) che incombe sull'Africa







Lo scorso weekend, il coronavirus ha fatto la sua comparsa in Africa: in Egitto, è stato registrato il primo cittadino contagiato al Cairo da quel momento, scienziati e organi internazionali, hanno iniziato a chiedersi che cosa potrebbe accadere nel Continente Nero se l'epidemia dovesse dilagare?
Dal canto suo, l'Africa si prepara ad affrontare l'epidemia vediamo in che modo.

Il nostro viaggio inizia dallo Zambia.

Nel paese africano la presenza dei lavoratori cinesi nonché le aziende - come del resto del continente è massiccia - del "Dragone" hanno raggiunto cifre consistenti da Pechino, negli anni scorsi avevano progettato un'ospedale a conduzione cinese. Nel nosocomio, non appenna si è diffusa la notizia dell'epidemia sono scattate alcune iniziative per contrastare il virus.

In questo ospedale, alcuni impiegati hanno osservato come le persone, tornate recentemente dalla Cina si sono presentate con la tosse ma non sono state isolate.

Un medico che si occupa di questi pazienti ha smesso di venire al lavoro e agli operatori è stato ordinato di non parlare del nuovo virus che ha ucciso centinaia di persone in tutto il mondo.

Il virus che si è diffuso in gran parte in Cina - fino a questo momento mentre scriviamo questo post - conferma che in Africa, l'unico caso è quello registrato in Egitto ma, tuttavia, le autorità sanitarie globali sono sempre poù preoccupati per la minaccia  al continente dove vive circa 1 milone di cinesi, poiché alcuni operatori sanitari sul campo avvertono che non sono pronti a gestire un focolaio: ecco perché, dopo, il caso registrato al Cairo, in tutta l'Africa si vivono ore di forti preoccupazione.

I paesi africani stanno correndo per prendere precauzioni mentre centinaia di viaggiatori che arrivano dalla Cina ogni giorni. Le misure di salvaguardia includono una più forte sorveglianza nei porti d'ingresso e una migliore quarantena e misure di sperimentazione in tutta l'Africa, che ospitano 1,2 miliardi  di persone e alcuni dei sistemi più deboli del mondo per individuare e curare malattie.

Questo sforzo è stato complicato da una carenza critica di kit di test e, l'altro aspetto che fa tremare il continente è che, in questo momento, in giro per l'Africa ci sono numerose malattie che mostrano sintomi al viris simil-influenzale.

"Il problema è che, anche se lieve può paralizzare l'intera comunità".

Lo afferma il dott. Michel Yao, responsabile delle operazioni di emergenze in Africa per l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Tra le persone sempre più preiccupate ci sono i dipendenti dell'ospedale di amicizia sino-Zambia nella città mineraria di Kitwe, nel Nord dello Zambia, vicino al confine con il Congo.
Le compagnie cinesi gestiscono miniere nella periferia della città di oltre mezzo milione di persone. Una società con sede a Wuhan, la città al centro dell'epidemia di virus. Centinaia di lavoratori hanno viaggiato tra lo Zambia e la Cina nelle ultime settimane.

"Non siamo assolutamente preparati. Se avessimo un paio di casi, si diffonderebbe molto rapidamente", ha detto il  fisioterapista Fundi Sinkala e aggiunge "Stiamo facendo il meglio che possiamo con le risorse che abbiamo".

Il sino-Zambia Friendship Hospital o SinoZam, una struttura a bassa tensione vicino alla stazione ferroviaria della città, ha preso alcune precauzioni, tra cui il controllo della temperatura dei pazienti con termometri a infrarossi e la creazione di aree di isolamento. I dipendenti indossano maschere e guanti, disinfettanti e inalatori di ossigeno sono stati stoccati.
SinoZam tratta molti cinesi a Kitwe e le sue precauzioni vanno oltre gli altri ospedali della zona.
I funzionari della sanità dello Zambia in visita all'ospedale, hanno concluso che i pazienti non meritavano un trattamento speciale e non hanno prelevato campioni  per testare il virus.
Fondamentalmente, nessuno in Zambia è stato finora in grado di testare il virus. Come la maggior parte dei paesi africani, anche qui, si è attesa una sostanza nota come reagente, che i laboratori richiedono per confermare se un paziente è infetto.

I laboratori sono presenti in solo 6 paesi dell'Africa: questo significa attendere 2 o più giorni per sapere se un campione spedito in Sud Africa oppure fuori del continente risulti positivo.

In aggiunta alla difficoltà nella diagnosi del nuovo virus ci sono numerose malattie in Africa con sintomi che includono febbre o tosse o entrambi. E' impossibile diagnosticare il nuovo virus in base ai soli sintomi, ha dichiarato Mark Suzman, CEO della Gates Foundation, aggiungendo che esiste una "probabilità significativa" che il virus venga confermato in Africa (oltre il caso egiziano della scorsa settimana).
Ma il CEO dichara anche qualcosa di altro.

"C'è il rischio che il panico superi la buona salute pubblica e la buona scienza".

Un pò la stessa cosa accaduta in altre parti del mondo, Europa compresa - senza tralasciare l'Italia - dove si registrano casi di odio razziale contro la comunità cinese e verso il Continente Nero.

-Il Madagascar e il CoronaVirus

Al momento, nella Grande Isola dalla Terra Rossa, non sono stati rilevati casi del virus (il dato è aggiornato al 7 febbraio). Tuttavia, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OAS) e le autorità sanitarie malgasce si stanno preparando per una possibile epidemia sull'isola.
Il Madagascar ha istituito la quarantena obbligatoria di tutti i viaggiatori provenienti o transitati attraverso la Cina.
(Fonte.:lemonde;rfi;statnews)
Bob Fabiani
Link
-www.lemonde.fr;
-www.rfi.fr/madagascar;
-www.statnews.com

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