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martedì 29 settembre 2020

Sudafrica, dopo la fase acuta della pandemia non ci sono più clienti nei bar di Johannesburg


 






I sudafricani stanno uscendo dalla fase più critica della pandemia, con più di 662mila persone contagiate e quasi 16mila decessi. La ripresa economica sarà lunga e difficile.

AfricaLand Storie e Culture africane in questo reportage racconta quello sta avvenendo nella "Nazione Arcobaleno".


Prima dell'arrivo del Covid-19, la Settima strada del quartiere di Melville era considerata una delle più vivaci di Johannesburg, la capitale economica del Sudafrica. Punto d'incontro per ragazzi, stranieri e persone che volevano divertirsi, in appena trecento metri contava una ventina di ristoranti e bar. Sei mesi dopo l'introduzione delle prime misure di contenimento, sei locali hanno chiuso e la strada è deserta.

"Ecco  le conseguenze della pandemia".

Lo dice un cameriere di un ristorante indicando la sala vuota all'ora di pranzo.

"Tengo aperto anche se non guadagno. Per ora pago metà dell'affitto, e ho ridotto l'orario e lo stipendio dei dipendenti".

Sono le parole di Moritz Cloetz, proprietario del Kwoffee, un caffè inaugurato tre settimane prima del lockdown (cominciato il 26 marzo). Da allora l'economia, che era già in recessione, è stata colpita duramente. Nel secondo trimestre del 2020 il pil sudafricano si è ridotto del 51 per cento su base annua : un dato senza precedenti, che supera le previsioni più pessimistiche della banca centrale del paese.

Secondo l'economista Isaah Mhlanga, il pil è tornato ai livelli del 2007.

"Sono stati azzerati tredici anni di crescita", scrive Mhlanga, sottolineando che il Sudafrica sconta "difficoltà preesistenti" alla pandemia, tra cui un debito altissimo e un tasso di disoccupazione superiore al 40 per cento della popolazione attiva. Tra i settori più colpiti, l'edilizia, l'industria manifatturiera e le miniere, le cui attività nel secondo trimestre si sono ridotte rispettivamente del 76,6, del 74,9 e del 73,1 per cento su base annua. I consumi delle famiglie si sono dimezzati, in alcuni settori, come quello degli alberghi e dei ristoranti, si sono addirittura azzerati. 

Il Sudafrica, che ha adottato alcune delle misure più severe al mondo per contenere i contagi, da maggio, sta progressivamente riducendo le restrizioni. Soggiornare in albergo è consentito solo dal 30 luglio, e con alcune limitazioni. I ristoranti sono stati autorizzati a riaprire il 30 giugno, ma i clienti scarseggiano.


-Coprifuoco notturno


La Settima strada di Melville è uno spaccato molto indicativo di quant'è difficile il ritorno alla normalità.

"Le persone non hanno più soldi da spendere e molte hanno paura di uscire. Finché saranno in vigore le restrizioni, la gente avrà paura", dice Sawa Spiri, responsabile della pasticceria De la crème, che soffre anche per il calo nel settore delle case in affitto e dei bed and breakfast. In questo quartiere molto popolare tra i turisti stranieri, varie strutture sono in crisi perché le frontiere sono ancora chiuse.




Molti bar hanno riaperto solo dopo la fine del divieto di vendere alcol, il 15 agosto, e devono fare i conti con il coprifuoco notturno, che comincia alle 22.00.

"Le conseguenze della crisi sono devastanti", si preoccupa Heidi Weldman, una dei proprietari dello Xai-Xai, un locale che lavorava sopratutto tra le 22 e le 2 di notte. Weldman dirige anche un ristorante, che è rimasto chiuso : i venti dipendenti sono disoccupati, e tra loro ci sono alcuni zimbabweani che non riescono a ottenere il sussidio di disoccupazione anche se hanno i documenti in regola. "Alcuni hanno presentato la domanda cinque volte", dice con irritazione Weldman.

Di recente il ministro dell'economia Tito Mboweni ha raccontato in un'intervista al Sunday Times di aver cercato di decifrare il complicato meccanismo per ottenere i sussidi insieme a un amico, proprietario di un albergo, che non riusciva ad accedere agli aiuti del ministero del turismo perché è bianco. "Alcuni giovani ministri pensano che il semplice fatto di essere neri sia un atto rivoluzionario. Non è così. L'African national congress (il partito al potere) e il suo governo non si basano sull'appartenenza etnica", ha dichiarato Mboweni.

Il 26 settembre, in un discorso molto atteso, il presidente Cyril Ramaphosa ha annunciato che le frontiere riapriranno il 1 ottobre, anche se saranno mantenute le restrizioni per i viaggiatori provenienti dai paesi più colpiti dal Covid-19. Come speravano i ristoratori di Melville, l'inizio del coprifuoco è stato posticipato dalle 22.00 a mezzanotte.

(Fonte.:lemonde)

Bob Fabiani

Link

-www.lemonde.fr/afrique/sa 

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