Siamo al prologo di una dittatura?
Macky Sall, presidente del Senegal da 9 anni, vuole estendere il suo secondo mandato da 5 a 7 anni e poi avere le mani libere per correre a un 3 mandato presidenziale.
E' questo il nodo cruciale della crisi divampata in Senegal : la solita "questione di cambiare le carte" a ridosso della prossima scadenza - mandato. Il presidente di turno, non vuole lasciare il potere e pur di scatenare una rivolta, decide di comportarsi in modo spericolato, forzando la mano.
E' quello che sta accadendo nel paese africano.
Bisogna sottolineare che tutto questo non potrebbe accadere senza l'avallo decisivo dell'occidente.
I giovani senegalesi non sono d'accordo e chiedono che lasci il comando ma Sall non è dello stesso avviso e usa le maniere forti sparando sui manifestanti : comportandosi come un "dittatore in divenire".
Intanto le proteste sono arrivate al 5 giorno : i manifestanti chiedono il rilascio di tutti i detenuti politici - tra questi, anche il leader dell'opposizione Sonko, inviso all'occidente perché si richiama ai principi del Panafricanismo e, agli insegnamenti di Thomas Sankara tanto che si teme per la sua incolumità fisica - senza distinzioni, piena luce su tutte le perdite umane e, di fare luce (piena) sul comportamento sulle milizie (al soldo del presidente?) che hanno sparato senza pietà sulla cittadinanza.
Su Twitter l'hashtag #FreeSenegal è tra i più seguiti mentre dalla Francia, la diaspora senegalese - molto preoccupata per la piega della crisi politica - ha manifestato a Tolosa, Lione e Marsiglia.
(Fonte:jeuneafrique)
Bob Fabiani
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