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giovedì 8 novembre 2018

Quale America dopo il #midterms2018?



Le elezioni di metà mandato sono da sempre uno snodo per le amministrazioni americane; rappresentano uno spartiacque tra un "prima e un dopo" e, a maggior ragione dopo questa tornata di #midterms2018.
Le ragioni sono molte ma, la più evidente è rappresentata dall'impennata dell'affluenza ai seggi: tanto da renderla "la più importante di sempre", come hanno riconosciuto tutti i mezzi di informazione statunitensi.
In un primo momento il responso del voto è stato improntato sul "pareggio tra il #vecchioGop e i #DemUSA" ma, in realtà non si è trattato di un pareggio.

Non poteva esserlo perché #TheDonald aveva giocato la carta - alquanto disperata in verità - del "Referendum intorno e sul mio nome" e lo ha perso. La caduta, l'impasse, la battuta di arresto investe tutto ciò che rappresenta il #Trumpismo e, l'eccezionale affermazione di nuovi protagonisti della politica americana (tutti nelle file dei Democratici USA n.dt), giovani, donne, socialiste e musulmane nonché provenienti dalle file dei latinos (tra i più odiati da #TheDonald n.d.t) e persino dalle file della Somalia (tra i Paesi messi al bando in tema di migranti e migrazioni n.d.t).

A essere sconfitta è dunque la visione del mondo che sta dietro al #Trumpismo e già da oggi rischia di mandare in confusione il presidente che, è bene ricordarlo, è riuscito ad arrivare alla Casa Bianca senza il consenso popolare degli americani.
Non abbiamo dovuto attendere troppo e troppo a lungo per registrare il latente, strisciante nervosismo di Trump quando ancora le urne (e lo spoglio dei voti) non era stato ultimato; il presidente che si nutre di odio razziale e di spinte decisamente fasciste, ha pensato bene di metter mano ai suoi deprimenti "cinguettii" per redarguire - a suo dire - quella parte dei Repubblicani (alla Camera n.d.t) che non lo hanno seguito, assecondato e per questa ragione (secondo lo scolastico modo di pensare del presidente) hanno perso il controllo di uno dei rami del Congresso.
Nell'incontro con la stampa poi, ha inscenato la solita scomposta sceneggiata per ribadire la stessa cosa di sempre: "I mezzi di informazione hanno scritto e continuano a scrivere falsità e per questo alla Camera hanno vinto i Democratici"; non contento di aver veicolato, per l'ennesima volta, la destabilizzante idea estremista (tanto cara a quegli ambienti razzisti e suprematisti bianchi di cui si nutre il suo deprimente esercito ...) secondo la quale, tutti i mezzi di informazione sono falsi, falliti ( e dunque vorrebbe vederli per sempre chiusi, messi al bando ...); in un crescendo indegno di un presidente, ha intimato ai suoi cortigiani di chiudere il microfono alla giornalista che si era permessa di fargli notare come la sua crociata contro la #CarovanaMigrante sia stata la causa di tante affermazioni di donne che affondano le loro radici proprio da "storie migranti".

All'indomani della vittoria che lo portò alla Casa Bianca furono proprio le Donne americane a capire cosa poteva rappresentare la vittoria del #Trumpismo e furono sempre le Donne a organizzare la prima marcia contro il presidente più razzista e apertamente contro tutte le donne. Il risultato, due anni dopo arriva proprio dalle elezioni di metà mandato: è cresciuta una generazione di giovane donne attiviste e socialiste che hanno saputo rinnovare, scuotere (dal profondo e dal basso) tutti i capisaldi che tenevano ben saldo tra le mani quel partito che, all'indomani delle #Presidenziali2016 sembrava per sempre messo al tappeto.
Sono queste donne che arrivano da lontano, direttamente dal dramma delle migrazioni ad aver posto le basi per far trionfare un America diversa, solidale e disposta a lottare per far emergere il rispetto dei Diritti Umani; sono queste donne ad aver squarciato ( e punito severamente la presunzione, l'arroganza di questo presidente), la fitta e spessa coltre di nebbia che avvolge l'America e, infine aver posto le basi per abbattere quel #Trumpismo segno tangibile di un accertato declino per gli Stati Uniti d'America.

La strada è lunga e difficile ma ora il Partito Democratico USA deve seguire la strada tracciata da queste donne, da queste storie, da questa storia che affonda le radici in quel socialismo che, principalmente, si fa portavoce di chi non ha tutela; di chi si trova ai margini delle sfavillanti luce di plastica della pubblicità veicolo e cassa di risonanza di quel "Capitalismo morente" fautore di tanti drammi. I Democratici USA dovranno avere il coraggio di prendere sempre più posizioni di sinistra radicale per sconfiggere definitivamente il #Trumpismo senza avere rimpianti per le posizioni centriste e moderate, ormai fuori tempo.
Trump ha capito cosa lo aspetta: sa perfettamente che queste donne lo incalzeranno proprio sul suo terreno preferito e, inoltre sa che aver perso il controllo sulla Camera lo costringerà a dover dare conto dei tanti scandali dei conflitti di interesse che avvolgono il suo nome e, sopratutto sa benissimo che lo "scandalo del secolo", il #RussiaGate d'ora in avanti non sarà più contrastato dai parlamentari e, alla fine potrebbe travolgerlo: per questo a urne non ancora chiuse si è scagliato contro Session pretendendo le dimissioni.
E' evidente che la "guerra a bassa intensità" che vede contrapposti orde di suprematisti bianchi e gli antifascisti è destinata a divampare e dilagare ma, ora,ci sono un numero di nuove deputate che non si faranno intimorire perché hanno un compito importantissimo da svolgere, quello di cambiare profondamente questa America allo stremo, questa America ripiegata su se stessa e che è stanca di odio razziale e di apartheid.
(Fonte.:nytimes.com)
Bob Fabiani
Link
-www.nytimes.com



  

1 commento:

  1. A quanto sembra si può ancora sperare, anche se la lotta sarà sicuramente molto dura. E' un risultato importante ed incoraggiante non solo per gli USA.

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