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domenica 11 novembre 2018

Tensioni e accuse post-primo turno Presidenziali 2018 in Madagascar





Sono passati quattro giorni dal #7N in cui i malgasci erano chiamati a esprimere il proprio voto per decidere il prossimo presidente della Repubblica malgascia.

Prima di addentrarci sugli ultimi sviluppi che stanno tenendo banco sul tutto il territorio dell'isola, partiamo dall'ultimo dato sul voto popolare, una nuova pubblicazione da parte della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente del Madagascar (CENI), nella giornata di ieri #10N.

Questi i dati aggiornati al 10 / 11 / 2018*

Scrutinio al 13,85% : 3.441 seggi su 24.852


  1. Andry Rajoelina     :  41,37%
  2. Marc Ravalomanana : 38,42%
  3. Hery Rajaonarimanpianina : 5,85% 
*(dati tratti dalla pagina Facebook : VIM Volontari Italiani per il Madagascar)

Alla luce di questo nuovo aggiornamento cambiano un pochino le cose ma non si tratta di stravolgimento delle forze in campo, in quanto, il ballottaggio è ormai una certezza e si terrà il 19 Dicembre 2018.

Hery Rajaonarimanpianina recupera qualcosa a fronte dell'esito del tutto deludente, in quanto alla vigilia H. V. M aspirava a ben altro risultato tanto che tutti gli organi di informazione malgasci stanno scrivendo articoli su articoli in cui si sottolinea la "rumorosa debacle" che potrebbe anche segnare per sempre la sua carriera politica. Sul fronte dei "due leader battistrada" i voti intercettati cambiano, nel senso che scendono leggermente, allontanandosi - definitivamente - dalla soglia magica del 50%.

E il resto del plotone?

Tutto confermato. I 33 candidati non superano l'1%.


-Tensioni, accuse e ripicche all'ombra della "Grande Isola dalla Terra Rossa"


L'aria che si respira su tutto il territorio del Madagascar è a dir poco elettrica. Da una parte, la totalità dell'opinione pubblica è disillusa, se non addirittura attonita dopo il primo turno di queste Presidenziali 2018; in una sorta di attesa che potrebbe prendere qualsiasi direzione. Su tutto aleggia la delusione per i dati emersi in questa prima parte delle pubblicazioni da parte della Commissione Elettorale Nazionale Indipendente del Madagascar (CENI); delusione per quella richiesta di cambiamento che al momento sembra essere state disattese.
Contrariamente a quello che si potrebbe pensare i più attivi nel post-voto presidenziale non sono i cittadini ma i politici.

Paradossi africani e malgasci.

La lentezza della pubblicazione da parte della Ceni hanno dato la possibilità sopratutto ai due leader che risultano vincenti al termine del primo turno di ascriversi il vantaggio (a turno) più consistente.

Comportamento del tutto discutibile e pericoloso tanto che sempre, nella giornata di ieri, #10N, la delegazione di responsabili dell'Unione africana arrivati dalle parti di Antananarivo per osservare lo svolgimento regolare delle operazioni di voto; ha preso prepotentemente voce in capitolo, redarguendo, severamente, proprio i due leader che si trovano in vantaggio.

E' stato il capo missione dell'UA - Unione africana ha inviato un duro e deciso monito a tutti i candidati e ai loro rispettivi sostenitori di interrompere la pubblicazione dei risultati e di attendere quelli pubblicati della CENI.


"Sono ex capi di Stato. Sono soggetti agli obblighi di moderazione e rispetto della legge. Dovrebbero essere una fonte di pace. Non è nel loro interesse intraprendere azioni che possono portare a tensioni e disordini".


Perché questa presa di posizione da parte della missione UA?

La dichiarazione precisa e severa è stata pronunciata dal capo missione dell'osservazione elettorale UA non più tardi di ieri, 10 novembre, in risposta al metodo del candidato Ravalomanana che prevedeva di chiamare i suoi sostenitori a una manifestazione di piazza in Ambohijatovo.

E' il caos.

In tutto questo tira e molla tra minacce e ostentazioni di forza si inserisce il candidato Hery Rajaonarimanpianina punta il dito contro la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) denunciando il caso di abuso di voti, a suo dire, per cercare una spiegazione circa il suo deludente risultato in termini di voti.

Qualcuno invece, come Ramtane Lamamra, cerca di fare appello alla responsabilità collettiva sostenendo che: "Allo stato attuale, non è il momento di provocare un Movimento di protesta e ancor meno di causare problemi".


-Ha funzionato la macchina elettorale in Madagascar?

Dopo quattro giorni dal giorno delle Elezioni Presidenziali si può tentare un primo bilancio sulla macchina organizzativa elettorale.
Si tratta di un responso in chiaro-scuro di questa tornata elettorale. Non troppo bene a sentire  le voci critiche di quanti non hanno potuto esercitare questo diritto fondamentale di ogni cittadino che si rispetti.

Tra denunce di brogli e svolgimento regolare del voto del #7N cosa sostiene l'UA?


"Elezioni Presidenziali #7N rappresenta un significativo passo avanti nel consolidamento della democrazia e della stabilità. I cittadini malgasci potevano scegliere liberamente il loro Presidente della Repubblica".


Eppure qualcosa non torna.


-L'incredibile accusa del signor. Ravalomanana


Nelle ultime ore dunque, il termometro del nervosismo in Madagascar è pericolosamente in salita e, in questo senso, fa molto discutere l'infamante accusa nei confronti della Ceni da parte del 'Clan Ravalomanana' in tandem con il responsabile della campagna elettorale 2018, Rabenja Tsehenoarista; secondo quanto affermato pare che la Commissione Elettorale Nazionale Indipendente (CENI) avrebbe ricevuto una forte somma di denaro da parte di un candidato.
Sono dichiarazioni diffamatorie oppure il clan dell'ex presidente hanno prove e, se così fosse, sono state depositate agli organi competenti?

Se verrà confermata la diffamazione, Ravalomanana rischia una condanna ai sensi dell'Articolo 208 Legge organica n° 2018-008: "un candidato per le elezioni pubbliche tendenti a screditare l'amministrazione elettorale o la magistratura, o che tende a esercitare pressioni su di loro prima di decidere l'esito finale comporta la squalifica".

Si annunciano giornate esplosive da qui al giorno del ballottaggio in programma il 19 Dicembre la speranza di tutti è che la "Grande Isola dalla Terra Rossa" non piombi di nuovo nell'incubo di una repressione poliziesca se non in quella militare.
(Fonte.:midi-madagasikara)
Bob Fabiani
Link
-www.midi-madagasikara.mg       

   
   

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