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venerdì 11 maggio 2018

Le zone d'ombra e i segreti del #GenocidioRuanda





Il 6 aprile 2018 è la data che segna il "ventiquattresimo anniversario" di una delle tragedie più grandi della recente storia africana: si tratta del triste anniversario del "GENOCIDIO DEL RUANDA".

Su questa amara pagina esistono molte zone d'ombra e, altrettanti segreti che, chiamano, in prima persona, il cosiddetto "mondo civilizzato", quell'occidente del tutto privo di ogni remora nel disinteressarsi di ciò che stava avvenendo in questa parte di Africa.

Iniziamo dal principio.


-LE DATE

Iniziò tutto il 6 Aprile 1994 e durò 100 giorni: fino alla metà di Luglio 1994.

-IL MASSACRO

Durante la cruenta guerra civile vennero massacrati tra gli 800 MILA e 1 MILIONE tra i TUTSI e gli HUTU moderati.


-IL RUOLO DELL'ONU

Una delle pagine più controverse e nere mai ascritte all'ONU che fu accusata di disinteresse nei confronti della "TRAGEDIA RUANDESE": il Consiglio di sicurezza a lungo ignorò le molte richieste di intervento.





-LE FAZIONI

Riepiloghiamo tutti i gruppi (fazioni) presenti in quei 100 giorni scatenando il "MASSACRO'94":
-Interahamwe (Hutu)
-Impuzamugambi (Hutu)
-Fronte Patriottico (Tutsi)
-Unamir (Nazioni Unite)
-Rtlm e Kangura



Addentriamoci nelle "zona d'ombra" di questa tragedia partendo dall'analisi del comportamento del resto del mondo sui fatti di questa cruenta guerra civile.


-L'ATTEGGIAMENTO DEL MONDO

La storia del GENOCIDIO RUANDESE è anche la storia dell'indifferenza dell'occidente di fronte ad eventi percepiti come distanti dai propri interessi.
Emblematico fu l'atteggiamento dell'ONU che si disinteressò del tutto delle tempestive richieste d'intervento inviategli dal maggiore generale canadese Roméo Dallaire, comandante delle forze armate (2.500 uomini, ridotti a 500 un mese dopo l'inizio del genocidio) dell'ONU.

-Quel fax che inchioda l'ONU

Il generale Dallaire invia all'ONU un fax in cui denuncia il rischio dell'imminente genocidio, scrivendo: "dal momento dell'arrivo della MINUAR, l'informatore ha ricevuto l'ordine di compilare l'elenco di tutti i Tutsi di Kigali. Egli sospetta che sia in vista della loro eliminazione. Dice che, per fare un esempio, le sue truppe in 20 minuti potrebbero ammazzare fino a mille Tutsi. (...) L'informatore è disposto a fornire l'indicazione di un grande deposito che ospita almeno 135 armi ... Era pronto a condurli sul posto questa notte". 

A rileggere il contenuto di questo messaggio via fax si resta senza parole ancora oggi, a distanza di 24 anni: perché nessuno - all'interno delle Nazioni Unite - si accorse della gravità della situazione e dell'immane tragedia che si stava per abbattere sul Ruanda?


-LA POSIZIONE USA

Dopo 2 mesi, a genocidio avvenuto, il 10 giugno 1994, gli Stati Uniti parlano di "atti di genocidio": un atteggiamento che si può spiegare solo con i FATTI DI MOGADISCIO.
Cinque mesi prima del drammatico MASSACRO RUANDESE, i soldati americani furono impegnati nella "BATTAGLIA DI MOGADISCIO".
Era il 3 Ottobre 1993 e i soldati a stelle e strisce subiscono una dura lezione finendo per essere letteralmente annientati nell'"inferno somalo".


-LE RESPONSABILITA' DELLA FRANCIA

Quando si esamina il GENOCIDIO DEL RUANDA spesso si tralascia la posizione di Mitterrand e della Francia.
In un primo momento la Francia appoggiò i Tutsi, ma subito dopo, fece in modo di spingere gli Hutu alla rivolta (è un dato incontrovertibile che il comando più cruento del genocidio ruandese, gli Interahamwe, voluto dal clan Habyarimana, era addestrato dall'esercito ruandese e anche dai soldati francesi).

-I SEGRETI DI PARIGI

A 24 anni dal Massacro che causò il GENOCIDIO IN RUANDA esistono delle zone d'ombra sulle responsabilità della Francia, lo sostiene Le Monde. Lo scorso mese di marzo, il quotidiano francese, con una serie d'inchieste, ha cercato di far luce sulle posizioni di Parigi all'epoca dei fatti.

Che cosa ne è venuto fuori?

Fino al Genocidio del 1994 - che si stima abbia causato almeno mezzo milione di morti, in prevalenza tutsi, la Francia aveva saldamente appoggiato il regime hutu di Juvénal Habyarimana nella guerra contro i ribelli tutsi del Fronte Patriottico (Fpr), capeggiato da Paul Kagame.

"Nella mente di alcuni alti dirigenti francesi l'operazione militare Turquoise doveva servire, dietro la copertura dell'intervento umanitario, a rimettere in sella il regime hutu", scrive Le Monde.
"L'esercito ruandese, troppo occupato a massacrare civili, stava infatti perdendo la guerra contro l'Fpr. Ma quando i soldati francesi dell'operazione Turquoise sono arrivati in Africa era - per fortuna - troppo tardi per riprendere il controllo di Kigali".

Anche se questa tesi fosse quella più vicina alla realtà, rimangono altri punti da chiarire (lo ammette lo stesso quotidiano transalpino scrivendolo senza mezzi termini).

"Com'è stato possibile che, sotto gli occhi dei soldati francesi e l'embargo ONU, l'esercito ruandese abbia ricevuto nuove armi? Cosa sapevano i militari francesi del genocidio in preparazione? Perché sono stati ignorati tutti i segnali della catastrofe che stava per accadere?".

La risposta a tutti questi interrogativi - che non sono solo francesi - è contenuta negli archivi di stato.

Non sarebbe sbagliato dare la parola e far parlare quegli archivi.

(Fonte.:lemonde;nyt;internazionale)
Bob Fabiani
Link
-www.lemonde.fr/afrique/massacre-ruanda;
-www.nytimes.com;
-www.internazionale.it 
  




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