TAG - AfricaLand Storie e Culture africane

AFRICA - Anc - DIASPORA - Segregazione razziale - - DIRITTI UMANI - migrazioni - TORTURE - RAZZISMO - Lotte anti-Apartheid - AFRIKANER - Afroamerican - LIBIA - lager libici - Libertà - Rwanda - genocidio rwandese - Namibia - genocidio dimenticato - Donald Trump - trumpismo - NELSON MANDELA - APARTHEID - SUD AFRICA - THOMAS SANKARA - Burkina Faso - rivoluzione burkinabé - STEVE BIKO - MARTIN LUTHER KING - i have a dream - slavers 2017-2018 - schiavitù - SCRITTORI D'AFRICA - Negritudine - PANAFRICANISMO - AFROBEAT - FELA KUTI - NIGERIA - BLACK MUSIC - BLACK POWER - BLACK LIVES MATTER - SELMA - Burundi - referendum costituzionale - Pierre Nkurunziza - presidente onnipotente - Madagascar - Place du 13 Mai - Antananarivo - Madagascar crisis - Tana Riot -Free Wael Abbas - Egitto- Piazza Tahir- Rivoluzione2011- Al Sisi - Italia - Esecutivo Giallo-Verde - osservatorio-permanente - Storie-di-Senza-Diritti-Umani - Barack Obama - Obama Years- Dakar2021 - World Water Forum - ChinAfrica - Brics - ambiente - Climate Change - FOTO DEL GIORNO - REGGAE -#mdg2018 - #MadagascarDecide - 'AL DI LA' DI OGNI RAGIONEVOLE DUBBIO' - IL ROMANZO - #GiletsJaunes - Afroitalian - Walter Rodney - Brexit - Coronavirus - #LEDITORIALE - News For Africa - I Can't Breathe - #USA2020

giovedì 7 dicembre 2017

#NoBanUnite4People (Se la Corte suprema Usa rilancia il #TravelBan).






Il 4 dicembre 2017 la Corte suprema degli Stati Uniti d'America ha rimesso in vigore il provvedimento voluto con tutte le forze dall'amministrazione Trump - di gran lunga la più reazionaria e razzista come non si vedeva a queste latitudini da molti anni, forse un centinaio - per impedire l'ingresso in Usa ai cittadini di Ciad, Libia, Somalia, Siria, Iran, Yemen Corea del Nord e Venezuela.
Si tratta dunque della terza versione del famoso e (vergognoso) #MuslimBan subito ribattezzato #TravelBan.
Ma cosa significa?
Il nuovo vergognoso editto di #TheDonald - appunto detto #TravelBan - significa (e si differenzia da quello lanciato nei primi drammatici 100 giorni di #TheDonald alla Casa Bianca) sostanzialmente stavolta dalle parti della Casa Bianca sono stati attenti a non investire con il divieto "solo" cittadini musulmani.
Possiamo senz'altro affermare che l'America deraglia sempre più nelle fobie e manie di quello che a oggi è il peggiore presidente della storia degli Stati Uniti: del resto, ai tempi del vaglio e del lancio del #MuslimBan e, della rivolta di molti giudici in molti stati americani (sopratutto quelli a guida progressista e democratica n.d.r) avevano bocciato questo editto - bollandolo come reazionario e in definitiva tacciandolo come "mosso da una mano di odio razziale" - il presidente (in perenne campagna elettorale) aveva minacciato e invocato la discesa in campo della Corte suprema per rimettere le cose a posto.
Era l'estate scorsa quando i giudici avevano bocciato la seconda versione del #MuslimBan.

Il ricorso alla Corte suprema segna una innegabile vittoria per Trump dato che, i repubblicani possono vantare la maggioranza assoluta nel novero di saggi o presunti tali chiamati a scrivere la parola finale su questioni delicati e della massima importanza nonché decidere della sorte di milioni di persone e cittadini americani.

Questa decisione avrà conseguenze drammatiche dato che d'ora in poi e in futuro renderà più probabile esprimersi a favore del divieto voluto e imposto da Trump e la sua amministrazione di falchi e reazionari che stanno facendo deragliare l'America in un gigante triste e sostanzialmente razzista.

La differenza nasce dal fatto che questo Ban coinvolge anche paesi non di religione musulmana certificando dunque il non profilarsi di una esclusione su base islamofobia ma per "ragioni di sicurezza nazionale".
In questa ottica però rimane come minimo bizzarra per non dire inconcepibile: l'Arabia Saudita è stata esclusa dall'orrendo bando di Trump eppure si tratta del paese coinvolto nell'attacco del 9/11, come chiamano in America quella drammatica giornata tutti i newyorkesi.







La decisione della Corte suprema ha un significato preciso: ora l'amministrazione Trump può applicare (a piacimento) le restrizioni - varieranno da caso a caso - mirano a impedire ai cittadini dei paesi coinvolti di emigrare negli Usa in modo permanente: a molti verrà impedito di lavorare, studiare oppure più semplicemente di andare in vacanza negli Stati Uniti.


La comunità somala dell'Ohio vede svanire il sogno di riunire le famiglie


In #Ohio precisamente a #Columbus vive la seconda comunità somala più grande d'America non appena è diventata ufficiale il via libera da parte della Corte suprema al bando ideato e ordinato da Trump è stata investita da un sentimento di scoramento e incredulità. Una sensazione di "sogno finito" dove per sogno si intende il "ricongiungimento delle famiglie somale": un sogno di una intera vita. E' una storia, mille storie comune a tutta la comunità somala ed è la stessa sorte toccata a Jamil Ibrahim - raccontata a una rete locale Tvb - quando, nel 2015 è riuscito a entrare in Usa insieme alla moglie e la loro bambina (all'epoca aveva sei anni) e ha dovuto lasciare indietro il figlio più grande, che allora aveva 14 anni. A quel punto il ragazzo avrebbe dovuto raggiungerli un anno dopo ma lo zampino delle procedure per ottenere il visto si sono complicate ritardandone la partenza: il ragazzo si trova ancora in un campo profughi in Uganda in compagnia di altri parenti e la possibilità di farlo arrivare in America ma ora sembra del tutto irrealizzabile.
Sono storie tutte uguali quelle di questi  "figli d'Africa" che sono arrivati dall'altra parte del mondo ripercorrendo le stesse rotte dei loro avi, ai tempi della schiavitù quando gli Oceani erano percorsi dalle "navi dei negrieri". Anche Jibril Ali arrivato dalla Somalia ha una storia simile a a quella di Jamil Ibrahim : si differenzia solo per il fatto che ha dovuto lasciare alla spalle la moglie e tre figli piccoli. L'idea era quella di raggiungere la famiglia.
Tutto finito. Spezzato. Cancellato per sempre.

Queste sono solo pochi esempi ma dietro la decisione della Corte suprema e grazie all'editto di Trump nei prossimi mesi e settimane andranno in scena la disperazione di centinaia e migliaia di cittadini di origine somala e in genere delle minoranze etniche e che certifica la definitiva scelta dell'America di Trump di isolarsi di ripiegare su stessa che altro non è che definitivo declino - altro che "America First" - se, però si deve dar credito alla vera agenda dell'amministrazione guidata da #TheDonald ecco che si potrebbe assistere a una vera e propria "deportazione di proporzioni bibliche" e, alla luce del sole con tanto di spedizione delle forze speciali - messe in cantiere da questa amministrazione - con l'intento di espellere tutto gli indesiderati.

E' una guerra, la solita, la stessa lanciata dalle elité contro i poveri e i migranti e se si dovesse fare una disamina su quanto è già avvenuto contro la comunità messicana che però aveva sempre vissuto negli Stati Uniti e di colpo si ritrova respinta e indesiderata. Sono la  faccia della stessa medaglia di quella "paranoia" - come è stata descritta dalla sinistra americana - che vede impegnata questa amministrazione a combattere una guerra senza quartiere nel tentativo velleitario di consegnare nelle mani uniche dei "suprematisti bianchi".

Il decreto a suo tempo bloccato da alcuni tribunali federali che avevano accettato i ricorsi delle associazioni  per i diritti civili, giudicando il provvedimento incostituzionale. "Ma non è ancora stata scritta la parola finale sul cosiddetto travel ban", e, a proposito di questo è previsto un caos di non facile lettura perché questo bando genererà non pochi drammi e problemi. In previsione di questo è stato riattivato l'account Twitter @NoBanJFK e stessa sorte è toccato il contatto email jfk-needalawier@gmail.com e il numero di telefono di emergenza per chi, giunto all'aeroporto newyorkese Jfk dovesse avere problemi.

Altre storie di sogni spezzati

"Non è sostenibile: se non cancelleranno quella norma per molti studenti come me proseguire gli studi di diventerà praticamente impossibile". Queste sono le amare parole di Hether Brinn, 24 anni le ha raccontate mettendo a nudo le sue paure per il futuro al quotidiano Boston Globe: la ragazza frequenta il secondo anno di dottorato all'Università del Massachusetts di Amherst dove studia "storia della cultura afroamericana".
Lunedì è scesa in piazza insieme a numerosi studenti per protestare contro una norma della fiforma fiscale che potrebbe portare i costi universitari alle stelle.
"Il peso economico di questa scelta rischia di devastare il sistema universitario", spiega un altro studente, Shawn Rhoads, 24 anni, dottorando di neuroscienze all'Ap durante la protesta che si è tenuta lo scorso 3 dicembre nel campus di Georgetown, a Washington.


Conclusioni

Il sito di uno dei tanti media statunitensi, Vox scrive sulla vicenda del #TravelBan : "La corte suprema sta ancora ascoltando gli argomenti di chi si oppone al provvedimento, e nelle prossime settimane dovrebbe emettere una sentenza definitiva sulla sua costituzionalità".
(Fonte.:vox;bostonglobe;ap;internazionale)
Bob Fabiani
Link
-www.vox.com;
-www.bostonglobe.com;
-https://www.ap.org/en-us;
-www.internazionale.it    
     

Nessun commento:

Posta un commento