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sabato 9 dicembre 2017

"Questione Migranti": dopo #SummitAbidjan2017 tutti i leader UA-UE si dicono "Contro la schiavitù"







Il tema dell'emigrazione ha dominato il vertice tra l'Unione Africana (UA) e l'Unione Europea (UE) che si è svolto ad Abidjan, in Costa d'Avorio, lo scorso 29 e 30 novembre.

Era inevitabile - come scrive Jeune Afrique, dopo "lo scandalo internazionale scatenato dalla pubblicazione di un video che mostrava un mercato degli schiavi in Libia".





Sono tre le decisioni più importanti prese ad Abidjan dai rappresentanti di 80 paesi: la creazione di una forza d'intervento per smantellare il traffico degli esseri umani, che spesso ricalca le rotte africane del contrabbando di droghe e armi; l'evacuazione urgente dei campi (lager) in Libia dove sono rinchiusi i migranti africani; l'apertura di una commissione d'inchiesta dell'UA per affrontare i problemi legati alle migrazioni.
Moussa Faki Mahamat, il presidente della commissione dell'UA, ha parlato del rimpatrio urgente di 3.800 migranti, in gran parte originari dell'Africa occidentale, che vivono in condizioni "disumane" in un campo (lager) vicino a Tripoli. Ma il problema è molto più ampio: Faki ha detto che secondo il governo libico esistono altri 42 campi (lager), dove si stima che siano rinchiuse tra le 400 mila e le 700 mila persone.

Fin qui la cronaca legata al Summit di Abidjan che, complice l'inchiesta-denuncia della Cnn ha come squarciato la vergognosa coltre di "censura a mezzo stampa" messa in atto nel cosiddetto "mondo civilizzato e avanzato" permettendo in questo modo che, i vari governi europei - non ultimo quello italiano - stringessero accordi con gli stessi responsabili di questi "scempi umani".
Nelle scorse settimane, sulle pagine di questo blog abbiamo pubblicato una serie di approfondimenti al tema riportando anche le drammatiche testimonianze dei migranti scampati a naufragi, genocidi (tra le onde del Mediterraneo) e da indicibili torture che si praticano nel "lager libici". Ora che il vertice di Abidjan ha acceso i riflettori sul primario problema che investe i migranti - ossia l'odiosa pratica delle aste che (anche con il silenzio da parte di organismi più o meno autorevoli, con il silenzio-assenso dell'Unione Europea e dell'Italia che attraverso vari fondi di denaro pubblico ha consentito la nascita e il proliferare di questi lager dove sono totalmente assenti i più elementari diritti umani a danno dei migranti non ultimo donne e bambini) nel terzo millennio si permette di alimentare una vergognosa compravendita di quelli che sono stati ribattezzati - sopratutto sui nuovi social media - come #Slaver2017, un paese come l'Italia e la società civile (se ancora esiste) di stanza a Roma e dintorni non può far finta che il governo e l'attuale ministro degli Esteri, Marco Minniti devono prendere atto che gli accordi di questa estate tanto lodati e presi come "nuova formula per risolvere il problema degli sbarchi" non costituisca invece, uno dei punti più bassi del cinismo italico e della classe dirigente (compresa l'altra vergogna di un pseudo-governo a guida PD che non ha saputo e voluto fare una sacrosanta legge, lo #IusSoli per rendere a tutti gli effetti cittadini italiani tutti quei minori che sono nati in Italia per paura di essere travolti alle prossime imminenti elezioni politiche in programma nel 2018 cosa che avverrà comunque...).
(Bob Fabiani)


Lettera alle Ong : Appello per disertare il bando per "migliorare" i campi in Libia***


"Martedì 29 novembre scade il termine per partecipare al bando con cui il governo italiano finanzierà progetti di "primissima emergenza a favore della popolazione dei centri migranti e rifugiati" in Libia. Le Ong italiane possono accedere a un finanziamento totale di 2 milioni di euro, destinati a migliorare gestione e condizione di tre "centri migranti e rifugiati" dove "risiede parte della popolazione migrante mista in Libia".


                                                          ***
Si tratta a nostro avviso di un bando offensivo e vergognoso per almeno tre motivi:
  1. Quei centri non sono "centri migranti e rifugiati" ma sono veri e propri "campi di concentramento", come ampiamente documentato da ormai decine di media e organizzazioni di tutto il mondo. La definizione che il bando governativo ne dà (appunto "centri migranti e rifugiati") è talmente inesatta e ipocrita da usare il termine rifugiati in un Paese dove questa categoria non può esistere, perché non riconosce la Convenzione di Ginevra.
  2. L'intervento è previsto in "centri" dove (lo dice il bando stesso) la capacità di effettiva sorveglianza delle autorità ufficiali libiche è "in molti casi limitata", perché in realtà sono "gestiti da milizie locali". Le Ong italiane non hanno alcuna possibilità di agire in quei campi se non previo accordo con le milizie stesse, che ne gestiranno modalità di azione e relativo budget.
  3. Il tutto serve a un'operazione d'immagine per raddolcire o addirittura coprire le conseguenze disumane e raccapriccianti delle misure di blocco e respingimento dei migranti messe in atto da Italia e Europa a partire da agosto scorso, costate per altro 100 volte di più di queste misure di "primissima emergenza". 

Tutto ciò è inaccettabile.
Ci auguriamo che le Ong italiane sappiano non cedere a questo ricatto sin troppo evidente. Chiediamo alle persone, agli esseri umani che lavorano nelle Ong di avere la dignità di non partecipare a questo gioco e di unirsi a noi nel denunciare la scelta politica gravissima messa in atto dal governo italiano nell'attuare accordi con un Paese dove a governare sono milizie, violenza e razzismo.

                                             ***


La non partecipazione delle Ong al bando sarebbe un segnale importante per chiedere ai governi europei un'inversione di rotta necessaria: la chiusura dei campi di concentramento libici, la liberazione di uomini, donne e bambini e la garanzia di corridoi umanitari di fuga verso luoghi di reale accoglienza e sicurezza.".
***Alessandro Leogrande, Igiaba Scego, Andrea Segre e Dagmawi Yimer
*Questa lettera-appello è stata pubblicata sulle colonne de il manifesto di venerdì 24 novembre 2017 


Come avrete certamente notato il recente #SummitAbidjan2017 tra UA e UE ha in parte deciso di fare proprie alcune delle richieste contenute in questa lettera-appello lanciata circa una settimana prima del vertice in Costa d'Avorio.

Ma cosa hanno deciso di fare le Ong italiane : hanno aderito o meno a questo appello?
I grandi organi d'informazione italiani non hanno minimamente toccato l'argomento e a oggi non sappiamo ancora se qualcuna delle Ong italiane ha aderito sappiamo però - sempre grazie alle colonne de il manifesto - che qualcuna di queste ha deciso di boicottare il bando per "migliorare i campi in Libia" messa in atto in modo vergognoso dal governo italiano. 


Un Ponte per... dice no ai bandi per i campi in Libia*

"Un Ponte per... ha deciso da tempo di non partecipare a bandi della cooperazione italiana per la Libia e condivide i contenuti della lettera aperta pubblicata dal il manifesto - che chiede alle Ong di disertare il bando per "migliorare" i campi per migranti e rifugiati nel paese. L'invio di Ong sarebbe un'operazione d'immagine, una risposta ipocrita alle denunce che sempre più numerose giungono dalla Libia, dove migliaia di persone sono private della loro libertà e dignità e sono alla mercé di angherie e sopraffazioni di milizie private e di eserciti spesso implicati nella tratta di esseri umani e nella riduzione in schiavitù. Tali campi non diventeranno più umani se alle Ong sarà permesso, sotto il controllo di queste milizie, di entrarvi.
Abbiamo rifiutato di entrare nei campi profughi in Giordania quando erano prigioni a cielo aperto, e crediamo che il rifiuto delle Ong di lavorare in quelle condizioni sia necessario per produrne il cambiamento. Noi chiediamo una forte pressione politica da parte della comunità internazionale sulla Libia per garantire l'effettiva protezione dell'umanità oggi vergognosamente reclusa solo perché scappa da guerre, miserie e devastazioni ambientali. L'intera giurisdizione della prima accoglienza deve passare a Unhcr e Iom con l'allontanamento delle milizie e il riconoscimento implementazione da parte delle autorità libiche delle convenzioni internazionali di protezione di rifugiati e migranti.
Occorre inoltre un piano europeo più energico e coraggioso per i migranti, attraverso l'adozione di corridoi umanitari legali che consentano a chi ha diritto a forme di protezione di venire in Europa senza affrontare i viaggi della morte. Occorre cioè rovesciare l'attuale logica che sta dietro gli accordi firmati dal ministro Minniti con le autorità libiche, che hanno il solo obiettivo di respingere decine di migliaia di rifugiati e tenerli lontani, a qualsiasi costo - anche con campi di concentramento - dalle frontiere dei Paesi europei.
Auspichiamo che anche le altre Ong italiane disertino il bando sui campi in Libia, e non si prestino a coperture di vicende che con l'umanitario non hanno niente a che vedere.".
Martina Pignatti Morano*
                    Alfio Nicotra**
*Presidente e **Vicepresi-
    dente di Un Pnte Per...
*Questa lettera-risposta è apparsa sulle colonne de il manifesto  di sabato 25 novembre 2017 
(Fonte.:jeuneafrique;ilmanifesto;internazionale)
Bob Fabiani
Link
-www.jeuneafrique.com;
-www.ilmanifesto.it;
-www.internazionale.it




   

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