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venerdì 1 dicembre 2017

Summit UA-UE, Abidjan 2017: un consultivo finale.








A cosa è servito il vertice di Abidjan, capitale anche economica della Costa d'Avorio? Quale era la posta in gioco di questo summit tra UA e UE?
Nessuno può ragionevolmente credere che i lunghi preparativi tra i due organismi prima di questo vertice, siano stati accantonati anche perché la posta in gioco era (ed è) molto ampia e sta (e continua a stare) molto a cuore dell'UE.

E allora?

E' capitato che questo "incontro al vertice" sia stato - in qualche modo stravolto dal reportage firmato Cnn - un accusa diretta e rivolta a tutti dall'UE alla stessa UA, alla Libia "Stato fallito" per finire poi all'Italia che, in nome dei respingimenti dei migranti, non ha esitato a fare spallucce della vera, infernale situazione dei "Lager libici" : laddove si tornava a ricorrere all'odiosa "pratica della compravendita di schiavi" da parte delle milizie libiche e mafie varie.






 Ma era un segreto di "Pulcinella" : tutti erano a conoscenza ma facevano in modo come se queste odiose pratiche fossero solo il sentore delle scomode Ong (vero ministro Minniti?) oppure di "fantasie" di migranti che, una volta arrivati alle porte di quell'Europa ricca e cinica cercavano in questo modo di strappare un "visto", un "salvacondotto" o semplicemente un gesto umanitario...
Troppi interessi alimentavano (e alimentano) le prigioni disumane alcune clandestine ad accogliere i dannati che arrivano da tutta l'Africa per farne nuovi schiavi da vendere all'asta.

Mentre in Europa (e in America) tutte le istituzioni erano impegnate a rincorrere populismi e razzisti vari che ingrossano le file delle peggiori destre xenofobe, in Libia si provvedeva (con i sovvenzionamenti degli europei e degli italiani in particolare) a costruire gli indecorosi e disumani "lager libici" dove accadeva (e accade di tutto).

E così il vertice UA-UE  apriva i battenti con questa vergogna che ha finito per stravolgere tutta l'agenda di "Abidjan 2017".

Sulle pagine virtuali di questo blog, nel mese scorso, abbiamo allargato la lente di ingrandimento su un aspetto importantissimo: l'agricoltura africana tenuta sotto scacco della minaccia del libero scambio, in chiave neoliberista. L'economista Jacques Berthelot dalle colonne di Le Monde diplomatique, ha spiegato come l'Unione europea pretenda dall'Africa un comportamento ferreo circa il "libero scambio a senso unico" ossia, a favore di quelle multinazionali che arrivano nel Continente nero per acquisire le risorse di quelle materie prime che furono alla base di un altra vergogna: il colonialismo che ha impoverito l'Africa e i suoi popoli.

Di questo delicato aspetto ad Abidjan si è parlato o meno?

A oggi poco sappiamo se, a fronte di fantomatici investimenti, sotto forma di promesse - per altro molto enfatizzate sui media occidentali, europei e italiani - l'Africa per esempio dovrà cedere dolorose quote della sua risorsa principale, ossia l'agricoltura a favore degli europei.
Nasce tutto da questa netta imposizione - la dittatura del libero mercato - il rinnovato interesse delle solite potenze, un tempo colonialiste, su tutte la Francia di Macron che, per esempio, a ridosso dell'inizio dei lavori del vertice di Abidjan abilmente, ha lanciato il suo progetto di sviluppo... si badi bene, sotto la supervisione di Parigi. Secondo il presidente francese questi aiuti (sotto forma di denaro contante...sulla carta dovrebbero favorire una nascente stagione di grande creazione di posti di lavoro a favore delle nuove e giovani generazioni di africani; n.d.t) possono aprire una stagione nuova nei rapporti tra Africa ed Europa. Ma poi ti accorgi che la verità è un altra. Lo si capisce dall'abilità del nuovo presidente francese che ha ideato una supervisione in cui Parigi ha il controllo (e l'ultima parola) sul coinvolgimento di tutte le ex colonie dal Mali al Burkina Faso, la stessa Costa d'Avorio e poi il Senegal, in una sorta di "nuova Françafrique"...

Quale doloroso costo avrà per l'Africa questi investimenti promessi? Semplicemente, i vari stai africani, gli agricoltori saranno sempre più poveri e disperati perché soffocati (e sfruttati) dalla falsa prospettiva di quel libero mercato che rende in realtà schiavi e senza possibilità di potersi liberare da questo mortifero abbraccio mortale.


Conclusione 


    


Nel documento finale di questo argomento non vi è praticamente traccia ma, seppure su un altro fronte vi è l'eco di un odioso ricatto che suona più o meno così : vi daremo investimenti futuri solo se accettate di bloccare i migranti e non li farete partire per il vecchio e cinico continente, la "civilissima Europa".
Nella prosopopea del media europei non si è minimamente accennato al fatto che si è rischiata la clamorosa rottura tra i due organismi. Dal canto suo, l'UA ha preteso l'immediata costruzione di un "corridoio umanitario" - sotto la regia delle Nazioni Unite - per arrivare a "mappare" tutti i vergognosi lager libici per poter dare il via ai "rimpatri sicuri". Nel documento finale si è scritto nero su bianco della nascita di una "task force" congiunta tra UE, UA e ONU, a tutela dei migranti.

Ma non è una buona notizia perché in sostanza e parallelamente si darà spazio alla militarizzazione delle aree del Niger e della Nigeria che poi portano direttamente nell'inferno della Libia che potrebbe addirittura scatenare a un conflitto bellico su larga scala dal momento che, ci sono alcune "sacche di criticità" come la Somalia, l'Eritrea, il Sud Sudan che devono fare i conti con la siccità, i cambiamenti climatici e con l'incombenza della fame. Una piaga questa in clamoroso aumento negli ultimi dieci anni.
(Fonte.:monde-diplomatique;jeuneafrique;internazionale)
Bob Fabiani
Link
-www.monde-diplomatique.fr;
-www.jeuneafrique.com;
-www.internazionale.it    

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