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martedì 22 gennaio 2019

#DossierLibya: Aria di Golpe a Tripoli (con minacce di nuove guerre in tutto il paese)





Il 2019 è iniziato molto male per la #Libya : non che l'anno appena trascorso fosse passato indenne e senza spargimente di sangue ma, le notizie che arrivano dal martoriato paese Nordafricano raccontano di uno scenario completamente in evoluzione. Anzi, a ben vedere, è in atto un ribaltamento. Un cambio di Potere che non sarà per nulla indolore.

E' la peggiore delle notizie che potessero arrivare dalla "polveliera #Libya".

Questo primo approfondimnento di Africaland Storie e Culture africane si rende necessario e, a partire da oggi, converrà seguire passo dopo passo quel che accade in #Libya.

Procediamo con ordine.

-La sfiducia contro Al Serraj : una ribellione che sa di Golpe

Erano giorni che scalpitavano i "vice" del sempre più debole governo di Unità nazionale guidato da Al Serraj. A testiomonianza che a #Tripoli, l'unica cosa che non manca è il caos politico.

A guidare la clamorosa ribellione che in realtà è un atto di sfiducia nei confronti del premier libico - mai veramente amato né seguito, non solo qui a #Tripoli ma nel resto dell'intera #Libya a dispetto del sostegno e del rispetto conferitogli a livello internazionale - Ahmed Maetig, il più influente ytra i cinque (5!) vice premier del governo di #Tripoli, insieme ad altri due colleghi - meno illustri - a provveduto a dare il benservito ad Al Serraj.

-La pubblicazione di una esplosiva lettera con destinazione conosciuta : Fayez Al - Serraj

Ahmed ha preso decisamente le redini dell'iniziativa e, nella giornata di domenica 13 gennaio , in collaborazione con Fathi Majbari e Abdel Salam Kajman hanno scfritto una lettera pubblica con un destinatario preciso : Al Serraj accusandolo di essere un accentratore di decisioni e di non incidere (in modo concretoi e deciso) sulle cosiddette "questioni aperte" ossia, il terrorismo, immigrazione illegale e la drammatica crisi economica nell'accompagnare questa denuncia, i vice premier ribelli usano parole pesanti:
"Serraj conduce la Libia  verso l'ignoto".






Che cosa sta accadendo dunque a #Tripoli dopo che, sul finire dello scorso anno si era, in qualche modo riusciti, tra indicibili affanni e grandi equilibrismi degni dei migliori trapezisti da circo; a mettere tutti d'accordo, con la formula del "cessate il fuoco"  - con le Nazioni Unite che si sono prodigate per tenere a freno tutte le brigate e le milizie che scalpitano per farla finita, una volta per tutte, con l'esperienza fallimentare del governo di Unità nazionale?

Nulla di sconosciuto. Nulla che in occidente non sapessero già (i mille e più protagonisti del #CaosLibya, ossia la #Francia e l'#Italia con l'immancabile #UE appena un passo dietro a scrutare l'orizzonte da lontano ...) : Al Serraj non è riconosciuto da nessuno e, visto che, sullo scenario internazionale, i dotti e benpensanti, hanno pensato bene di lasciare tutto invariato così come è adesso; in uno stucchevole e umiliante "gioco al ribasso"; nel senso che per l'occidente, le stesse Nazioni Unite e quindi l'#UE deve essere questo governo (che non rappresenta nessuno) a condurre la #Libya e i libici ad asccompgnarli alle prossime elezioni, per giunta, con la pretesa di riscrivere l'impianto costituzionale del paese Nordafricano.

E gli Stati Uniti?

A Washington da quando è arrivata l'amministrazione Trump hanno una posizione precisa sulla "polveliera Libia" : da ambienti vicini alla Casa Bianca è trapalata sotto traccia la netta, decisa ostilità dello stesso Trump nei confronti di Al - Serraj. Secondo la "Teoria Trump", l'incapacità del premier del governo di Unità nazionale con la sua conclamata debolezza è : "Fonte d'instabilità istituzionale e favorisce il ritorno del terrorismo nel paese", scrivono da Washington mettendo così, una pesante pietra tombale sulla "fine politica" del premier mai amato da #Tripoli e dal resto della #Libya.

Questo nuovo scenario ha messo in apprensione #Roma e, lo scialbo #EsecutivoGialloVerde che, per una manciata di ore (e qualche giorno),hanno dovuto mettere da parte la "campagna d'odio" contro i #Migranti e, occuparsi, in fretta e furia, di politica estera. Si spiega così, dunque, il clamoroso lavorio del primo ministro italiano Conte, che ha incontrato ripetutamente , l'"uomo forte" libico, il generale Khalifa Haftar reso necessario dalla pesante presa di posizione di Washington nei confronti del sempre più debole Al Serraj senza per altro ricevere troppa considerazione: a #Roma sanno fin troppo bene di essere in colpevole ritardoi nella stucchevole posizione di considerare come unico interlocutore il "cavallo debole" tanto che, non più tardi di qualche settimana fa, lo stesso Haftar concludeva così il summit a quattro occhi con Conte : "L'Italia ha perso credibilità agli occhi dei miei connazionali".






-Tra Golpe e "guerra totale"


Alcuni giorni dopo la lettera di sfiducia contro Al - Serraj è riesplosa la "guerra di tutti contro tutti" tra le varie Milizie e sono ripresi gli scontri anche nel cuore di Tripoli.
La situazione è rapidamente degenarata, tanto che le ultime notizie che arrivano dal paese Nordafricano, aggiornate alla tarda mattinata di oggi, 22 gennaio parlano di uno scenario completamente stravolto con la Settima Brigata, guidata e organizzata dai fratelli Kani, per altro, le stesse forze irregolari che da mesi sono la vera spina nel fianco del governo di Unità nazionale di Al - Serraj, hanno attaccato la Protoction Force (TPF)  nel Sud di #Tripoli presso l'aeroporto internazionale che si trova nel distretto di Qasir Benghashir, causando per ora - come scrive  l'Osservcatorio  strategico e geopolitico sulla sua pagina Facebook 16 morti e ben 65 feriti.

Mentre accade tutto questo, le Milizie fedeli ad Haftar si ribellano e, nel Fezzan, si riunisce l'esercito.

- Ammutinamento di diverse Brigate alleate dell'LNA

Sono ore di caos e nervosismo a tutti i livelli : tutti diffidano di tutti in queste ore che potrebbero essere il preludio a un imminente colpo di stato e, in questa confusione, ai più alti livelli, non risparmiano neanche le file dell'Esercito Nazionale Libico (LNA) guidato dal generale Khalifa Haftar : dalla tarda giornata di ieri si registra l'ammutinamento di diverse Brigate alleate tra cui la Brigata Ahran Fezzan, Shuhadda Sabha, Shuhadaa Waw, Shuhadaa Murziq e Um Al - Aranib.

Le brigate hanno impedito agli uomini di Haftar di entrare nella città di Murziq e Sabha.

Che cosa può accadere ora?

Lo scenario appare chiaro e delineato: se il generale e "tomo forte" della Cirenaica forzerà la mano si arriverà allo scenario armato.

-Irrompe il leader dei #Tuareg sulla "polveriera Libia"


Il leader della tribù dei #Tuareg, Ali Kanna, una volta capo delle forze armate del Sud - Ovest della #Libya ai tempi del governo di Muammar Gheddafi, ha riunito a #Sbha il cosiddetto "Esercito del Fezzan", Milizia composta dai guerriglieri di varie etnie e mercenari provenienti dal #Chad.

Nell'occasione lo stesso Ali Kanna ha voluto inviare un avvertimento, un vero e proprio monito di allerta per il pericolo di una possibile "guerra totale" a #Sebha tra il suo esercito e quello di Haftar che vuole penetrare nel #Fezzan e, nell'occasione, accusa il governo di Al - Serraj di corruzione. Questa pesante presa di posizione, è servita al leader della tribù Tuareg per rilanciare il tema delle elezioni.

-Conclusioni

La situazione è sempre più caotica e intanto, sullo sfondo si intravede una nuova offensiva francese che, evidentemente, si sente in dovere di muoversi in modo spregiudicato dal momento che la sinrinia tra #Parigi e il generale Haftar appare sempre più salda anche a fronte del nuovo protagonoismo dei miliziani che rispondono ai desiderata dello stesso Haftar : in questo modo a #Parigi possono controllare anche il disgustoso traffico dei #Migranti che guarda caso sono ripresi in direzione dell'#Italia (e non sono certo da attribuire alle #Ong come fa in modo dilettantesco il #Ministrodellapaura che del resto fa molta fatica a capire qualcosa non solo di #Africa ma anche di #Geopolitica n.d.t) nonché muovere lo scacchiere del #Fezzan in funzione anti-Haftar, del resto sempre forte del sostegno dell'Egitto dei militari.

(Fonte.:jeuneafrique;ossevatoriostrategicogeopolitico)
Bob Fabiani
Link
-www.jeuneafrique.com;
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