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martedì 15 gennaio 2019

Al via il 'Dibattito Nazionale' voluto da #Macron per arginare i #GiletsJaunes









Oggi è il gran giorno del nuovo corso, almeno come lo intende il presidente francese Macron : fare in modo che si creino le basi per un dibattito partecipato e popolare; l'intento dell'inquilino dell'Eliseo è di facile lettura; in questo modo egli intende, definitivamente, mettere all'angolo i #GiletsJaunes in modo da riprendere 'completamente' e saldamente, l'agenda politica.  Che questo sia l'intento si è potuto scoprirlo nella lunga lettera, scritta ai  francesi.

E' dunque partito il grande dibattito ma l'incertezza regna sovrana circa i reali sbocchi che potrà prendere questo raffronto collettivo sui quattro temi (transizione ecologica, fiscalità,  riforma dello stato, democrazia e cittadinanza) nonché la confusione come imprimatur di questo "Atto II", pensato dal presidente per spegnere l'incendio della collera e dell'insurrezione.

Si parte in Normandia, precisamente a Grand-Bourgthroulde dove il presidente darà ufficialmente il via ai lavori insieme a 600 sindaci chiamati a guidare questa specie di "Grande Assemblea Popolare e Costituente" intorno al capezzale della Repubblica malata, ansimante, sfibrata e colpita al cuore da decenni e decenni di declino e malcontento sociale e collettivo, certamente acuito dall'operato, spesso spocchioso, il più delle volte irriguardoso di Macron verso quei francesi che, con il passar del tempo e delle stagioni, si sono ritrovati impoveriti e mal tutelati dal governo e dalla stessa Repubblica.

Basterà a mettere 'il silenziatore' alla rabbia del Movimento dei #GiletesJaunes? Difficile dirlo oggi. Troppe sono le variabili imprevedibili. Una cosa però è abbastanza chiara, in questo momento: la lunga lettera di ben 6 pagine, nelle quali, Macron propone un "nuovo contratto" ai cittadini, convince poco.

Il presidente si contraddice quando su alcuni punti (leggi la patrimoniale; n.d.t) non vuole cedere e forse, per mascherare questo sua voglia di "far passare la buriana", mette, getta, nel calderone del malcoltento ben 35 questioni sottolineando che il dibattito resta aperto a tutti i suggerimenti che i cittadini vorranno suggerire.
Macron lo scrive senza tanti giri di parole: "l'obiettivo è di trasformare le collere in soluzioni" e, fa sapere che renderà conto direttamente dei risultati del mese che seguirà la fine dei dibattiti, ossia ad aprile dopo i 2 mesi di discussione.

Al di là di quello che sarà e produrrà questo 'Dibattito Nazionale' è al momento avvolto dalla confusione più avvolgente e investe, come si può facilmente intuire, l'organizzazione pratica su come portarlo avanti e moderarlo.
E' stata messa a disposizione una piattaforma internet (granddebat.fr) e un numero verde.

Le polemiche non sono mancate dopo la lettera aperta dell'inquilino dell'Eliseo. Sono sopratutto le opposizioni ad averla contesta, laddove, Macron si mostra rigidamente bloccato sulle sue posizioni di partenza, le stesse che hanno dato il via alla protesta dei #GiletesJaunes: ossia, l'aumento delle tasse (carburanti).
Macron scrive:

"Non possiamo proseguire il ribasso delle imposte senza abbassare il livello di spesa pubblica": al passaggio seguente, forse, si rende conto di essere insensibile alle incalzanti richieste dei "Gilet Gialli" e quindi scrive (sempre con quell'aria di supposta superiorità e di certezza assoluta):

"La disoccupazione è la nostra grande priorità e l'occupazione si crea prima di tutto nelle imprese, e che quindi bisogna dar loro i mezzi per svilupparsi".

Insomma il presidente rivendica in questo modo la sua appartenenza a quelle élite dominanti che, in questi anni hanno condotto l'Europa e la Francia, sull'orlo del precipizio.

Non c'è possibilità di uscire da questa spirale, disgustosa, da questa "lotta di classe orchestrata dall'alto a danno delle classe dominate".

E' la visione del "Capitalismo morente" che giorno dopo giorno ha condotto tutti nella disperazione, attaccando diritti acquisiti nel tempo, quei beni comuni che questi nuovi-vecchi leader non sanno gestire e quindi attaccano senza pudore, conducendo tutti nell'agone del malcontento sociale dove, intere nuclei e segmenti di società civile, si ritrova, da un giorno all'altro nella miseria più cruenta che morde violentemente alle caviglie.

Ancora più esplicito è il Ministro delle Finanze, Bruno Le Maire: quella nuova fiscalità che dovrà continuare sulla linea di "meno tasse sul capitale per permettere l'innovazione"

Se le basi sono queste allora la strada è già tracciata: il 'dibattito nazionale' non porterà da nessuna parte perché, è altrettanto chiaro che questo governo e il presidente rifiutano di cedere sul simbolo dell'Isf, la patrimoniale che è stata ridotta per i beni immobiliari e, infine, tolta  per il capitale: e assolutamente mal tollerata dai #GiletsJaunes (si tratta di circa 4 miliardi n.d.t).

Su un altro tema, Macron, resta vago: come nel caso della transizione ecologica limitandosi solo a invocare un generico "dobbiamo fare in fretta"

Nell'agone di questo grande dibattito in preda alla confusione spicca, a sorpresa anche la "questione delle questioni": l'immigrazione. Il presidente qui getta sul tavolo, l'idea delle quote annuali.

Si parlerà anche di riformare la forma dello stato, compresa anche la legge elettorale: Macron propone l'introduzione di una massiccia dose di proporzionale per istituire l'istituzione di una democrazia partecipativa.

I temi sono tanti e certamente potranno dare il via a risse tra quanti parteciperanno ai dibattiti. Intanto, dal grande magma del Movimento dei #GiletesJaunes, Hayk Shanhinyan dei "Giletes Jaunes, le mouvement" risponde indirettamente al presidente: "Se il poresidente pensa di addormentarci con il dibattito nazionale per due mesi, allora si prepari al peggio".
(Fonte.:lemonde)
Bob Fabiani
Link
-www.lemonde.fr              

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