Il 30 luglio 2020 verrà ricordato come un giorno storico nel mondo dello sport e in particolare per l'NBA.
Sarà indicato come l'inizio di una nuova era: da giovedì sera in fatti la NBA non è più quella di quattro mesi e mezzo fa, una lega sportiva, ma si è trasformata sopratutto in una voce politico-sociale.
I giocatori di Clippers e Lakers in ginocchio prima della gara di Orlando: nessuno si è tirato indietro.
Durante l'inno nazionale, coach, giocatori e arbitri inchinati per manifestare contro il razzismo davanti a loro campeggiava la scritta ( a caratteri cubitali) sul parquet Black Lives Matter, la "Vita dei Neri contano". La scritta del movimento che si batte per i diritti civili della comunità afroamericana faceva bella mostra di sé anche sulle t-shirt degli atleti.
Secondo Le Bron James, "Black Lives Matter", non è "solo" un movimento ma "uno stile di vita" e ora bisognerà vedere come sarà recepito questo messaggio chiaro e unitario (tranne qualche eccezione) in un paese sostanzialmente diviso, corroso da rigurgiti razziali, spaccato a metà tra chi vorrebbe risolvere una volta per tutte la "questione razziale" e chi, invece, addirittura sogna un "ritorno ai bei vecchi tempi del Sud".
(Fonte.:theatlantic)
Bob Fabiani
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-www.theatlantic.com
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