La pandemia di coronavirus non accenna a rallentare neanche in Africa e le conseguenze sono sempre più drammatiche in tutti gli Stati. Uno dei problemi più gravi (oltre a quello dell'economia che sta drammaticamente precipitando) è quello legato alla scuola.
Si calcola che almeno 40 milioni di bambini siano a rischio sul fronte istruzione.
Cerchiamo di approfondire meglio.
Restano ancora chiuse come nel recente caso del Sudafrica - con poche eccezioni come Benin e Costa d'Avorio - quasi tutte le scuole negli Stati del continente africano. Dopo le "timide" riaperture delle scorse settimane molti governi hanno rivisto le previsioni sulle tappe legate alla riapertura delle scuole: dal posticipo "indefinito" del Senegal fino alla riapertura da gennaio 2021 in Kenya.
Le principali cause sono due: la progressiva crescita dei contagi in queste ultime settimane in tutto il continente e l'impreparazione di molte scuole con accesso limitato all'acqua corrente o la totale mancanza di dispositivi e attrezzature (mascherine, sapone, detergente) per contrastare la diffusione del virus tra gli studenti.
Una situazione che l'Unesco continua a monitorare, visto il rischio di un "anno in bianco" in Africa, a causa anche delle difficoltà legate alla didattica a distanza (Dad).
"Sono attualmente oltre 826 milioni gli alunni nel mondo che non hanno accesso a un computer o internet a casa, con milioni di studenti privati della scuola a causa della pandemia di Covid-19".
Cifre raccolte in questi mesi dall'International Task Force on Teachers, agenzia coordinata dall'Unesco, sulla base dei dati raccolti durante la pandemia.
"Almeno 1,5 miliardi di studenti e 63 milioni di insegnanti della scuola primaria e secondaria, con scuole chiuse in 191 paesi, hanno subito e subiscono gli effetti del lockdown", afferma l'Unesco, aggiungendo che anche per gli insegnanti di paesi con infrastrutture affidabili di tecnologia dell'informazione e della comunicazione e connettività domestica, la rapida transizione verso l'apprendimento online è stata difficile.
La disparità sono particolarmente marcate nei paesi a basso reddito: nell'Africa Subsahariana l'89% degli studenti non ha accesso ai computer di casa e l'82% non ha internet.
"Mentre cellulari, tablet e pc hanno garantito una continuità scolastica nei paesi occidentali - continua l'Unesco - circa 80 milioni di studenti vivono in luoghi non serviti da reti mobili, tra cui quasi metà nell'Africa Subsahariana".
Il direttore generale dell'Unesco, Audrey Azoulay, osserva che "il perseguimento dell'insegnamento e dell'apprendimento non può essere limitato ai soli mezzi online. In questi mesi per ridurre le disuguaglianze preesistenti, abbiamo sostenuto altre alternative, in particolare l'uso delle trasmissioni radiofoniche e televisive, per garantire un minimo di forme di apprendimento anche per quelle aree maggiormente disagiate".
Diversi istituti e università africane stanno esplorando l'apprendimento a distanza con internet. Ma questo metodo deve affrontare diverse insidie: la scarsa copertura in alcune regioni dell'Africa e il prezzo, perché in molti paesi la maggior parte degli studenti non può permettersi un computer o di connettersi a lungo.
"E' per impedire al Covid-19 di vincere dove fa più male, nel regno della conoscenza, che abbiamo tentato di attivare programmi didattici, permettendo ai bambini di non disimparare anche se a casa", ha dichiarato all'Afp Massamba Guèye, responsabile del ministero dell'Istruzione in Senegal, dove la Tv Futurs Médias, di proprietà del cantante Youssou N'Dour, tiene lezioni tre volte al giorno a tutte le classi, compresa l'Istruzione professionale.
Tentativi simili sono stati fatti in Costa d'Avorio, Burkina Faso o Niger, dove "il ritorno a scuola non è più all'ordine del giorno e bisogna tentare di salvare o diversificare il sistema scolastico", osserva l'Unesco.
(Fonte.:afpafrique)
Bob Fabiani
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-www.afp.fr/afrique
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