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lunedì 3 giugno 2019

La giunta militare transitoria (TMC) 'soffoca nel massacro' la rivolta di #Khartoum






La storia si ripete sempre uguale a se stessa. Non si tratta di un puro esercizio di stile ma, la pura e semplice realtà se, il cosiddetto naturale "processo del vivere" avviene in #Africa.

E' la "storia di ieri che incide su quella di domani", almeno da "400 anni a questa parte": e sta avvenendo anche in #Sudan.

In questo mondo sempre più malato, arcignamente autoritario non ci può essere nessun spazio per le istanze del popolo e il Sudan non fa certo alcuna differenza. Anzi, semmai, ci fosse ancora qualche dubbio, la lezione che arriva da #Khartoum, in fondo, è sempre la stessa.

Quella di sempre.

Il popolo non ha diritti e, tra questi, meno che mai quello di emanciparsi, attraverso la lotta sociale, la rivolta e la rivoluzione se, queste istanze - attenzione, non si tratta di concessioni ma di diritti fondamentali, irrinunciabili - vanno a intaccare gli interessi del capitalismo.

Che sia Africa oppure il primo mondo, il Potere si comporta sempre alla stessa maniera : se il popolo si organizza e si impegna per cambiare l'ordine precostituito riceve in cambio solamente repressione.

Che sia Parigi oppure Khartoum non cambia.

Certo in #Africa quando bisogna reprimere non si bada tanto al sottile e, in questo, il Sudan conferma la regola che, tuttavia, risponde a istanze molto lontane da #Khartoum come da copione; lascito opprimente del colonialismo.


Cronaca di un massacro

Erano già alcune settimane che si lavorava nella direzione che, rapidamente, ha preso piede oggi, un lunedì amaro, 3 giugno 2019.

Destituito il dittatore #Bashir, i militari hanno iniziato un lavoro incalzante ai danno della rivolta e della rivoluzione sudanese. Era chiaro quale fosse il disegno della giunta militare : concedere timide aperture alle istanze dei manifestanti che, da soli, senza aiuto di nessuno e con manifestazioni di proteste contro il carovita avevano contribuito al tramonto del regno di #Bashir, durato 30 anni.

La giunta militare transotoria (TMC) pensava che i manifestanti, il popolo sudanese si sarebbe accontentato di un "cambio della guardia" dopo #Bashir.
Nelle ore immediatamente successive all'arresto del despota di #Khartoum, i militari hanno provato ad accentrare tutto il Potere nelle loro mani ma, la determinazione della resistenza sudanese li ha costretti a sedersi intorno a un tavolo con i leader delle proteste.

Ed è qui che avviene il primo strappo.

Lo stesso giorno dell'inizio della trattativa per favorire un governo civile, sono comparse le milizie che hanno iniziato a usare la violenza contro la piazza e il sit-in di stanza davanti al quartier generale dell'esercito sudanese.

Nelle segrete stanze del potere militare, i generali hanno ricevuto il sostegno di cui avevano bisogno. L'ordine è arrivato a #Khartoum in modo chiaro e netto.

"La rivolta sudanese deve essere interrotta a ogni costo".

Di questo avviso sono tutte le potenze colonialiste (vecchie e nuove) siano esse europee oppure  statunitensi e, in ultima analisi se arrivano dal Medio oriente (sauditi e emirati arabi). A questa lista deve essere aggiunto l'Egitto. Un modello perfetto al quale attingere per sedare la rivolta.

Le ultime ore

Il consiglio militare a capo del Sudan, da questa mattina sta usando "la forza" per disperdere il sit-in in corso a #Khartoum dove migliaia di manifestanti chiedono e invocano il trasferimento del Potere ai civili.

Il bilancio del massacro

Mano a mano che il tam tam si faceva strada - grazie all'informazione tempestiva degli stessi attivisti attraverso Twitter - appariva chiaro che i militari stavano consumando un massacro molto simile a quello egiziano che, di mattanza in mattanza, ha letteralmente cancellato la rivoluzione 2011 instaurando una dittatura durissima e disumana.

Il bollettino a sera recitava : 27 morti e migliaia di feriti.

L'inqiuetante presenza USA

"L'incaricato d'affari USA #Koutsis  - come si legge via Twitter - ha dato il 'via libera', deliberatamente a #Hemeti per il massacro  in corso da questa mattina".

All'inizio di maggio, quando sia i generali sia la società civile si preparavano alle trattative per il periodo di transizione erano cominciate le pressioni verso i militari : a turno, gli USA, l'Egitto, l'Arabia Saudita e gli Emerati Arabi "auspicavano che la rivolta finisse, a ogni costo".
(Fonte.:jeuneafrique;aljazeera)
Bob Fabiani
Link
-https://www.jeuneafrique.com;
-https://www.aljazeera.com

       

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