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sabato 15 giugno 2019

#MemphisRiot : Dopo l'uccisione di #BrandonWebber da parte degli agenti, esplode la rivolta popolare





La scena si ripete, uguale a se stessa. Senza che possa mai variare e finisce per raccontare sempre la stessa storia : c'è un giovane afroamericano per strada e gli agenti che se lo ritrovano davanti, in uno scatto d'ira razzista, in pochi istanti, forse una manciata di minuti, quanto basta per azionare l'arma in dotazione, scaricano pallotte assassine e lo giustiziano.

Senza appello.

Naturalmente, nell'#AmeriKKKa giudata dal suprematista bianco, Trump, questo copione non poteva cambiare : a quasi tre anni dall'elezione del presidente xenofobo che, all'indomani del suo arrivo alla Casa Bianca, ribadendo quello che aveva urlato durante la campagna elettorale per le #Presidenziali2016; si affrettò a recapitare un messaggio diretto agli agenti : "La mia amministrazione starà sempre dalla parte degli agenti, per cui i neri, i contestatori e i perdigiorno sono avvisati, noi, renderemo la vita un inferno a chi scenderà in strada perorando la causa degli afroamericani"; continua ad accadere senza che vi sia mai giustizia per nessuno. Per chi resta, per la famiglie della comunità afroamericana che continuano a piangere i loro figli.

Da quella dichiarazione di #TheDonald le tragedie che colpiscono regolarmente la comunità afroamericana sono continuate fino a quella che ha investito, spezzato, interrotto la giovane vita di #BrandonWebber, 21 anni e padre di due bimbi.

Morire in #AmeriKKKa se sei nero è la normalità : è normale essere abbattuto dagli agenti che, del resto sono addestrati per questo; per alimentare l'annosa, mai risolta "questione razziale" che attraversa gli Stati Uniti, da Nord a Sud.

E' la mia citata "guerra civile americana a bassa densità" che si consuma all'interno degli Stati Uniti e, che mai potrà cessare se, gli agenti che si macchiano di questi crimini non vengono assicurata alla Giustizia (sempre controllata dai bianchi ...).





Brandon Webber viveva a Memphis e, come altre volte in passato, a causa della brutalità della polzia americana la notizia della sua cruenta uccisione ha fatto il giro della città, una di quelle che si trovano nel profondo Sud (razzista) americano. Città di 650mila abitanti, attraversta e investita dalla drammatica povertà  - nonostante i proclami di #TheDonald nulla è cambiato - che alla circolazione del tamtam dell'abbattimento del giovane Brandon Webber, si è riversata rabbiosamente in strada per urlare tutta la rabbia per un'altro giovane afroamericano letteralmente crivellato di colpi dalla mano assassina degli agenti.

Le proteste sono divampate spontanee quando la comunità afroamericana percepisce che non è più tempo di restare silenti.

Si è saputo, dopo la descrizione della famiglia di Brandon Webber che il giovane si trovava davanti al giardino di casa mentre veniva raggiunto, abbattuto da 20 copli spparati dal funzionario della  Marshall Service, agenzia federale addetta alle mansioni di polizia penitenziaria. Il problema è che questa stessa agenzia gode di una fama inqiuetante dato che è decritta come "agenzia dai modi spicci e con odore di Far West".






Le proteste sono divampate nel quartiere operaio di Frayser, violente e, a tutti, hanno ricordato altre esplosioni di guerriglia urbana a seguito di altre imprese assassine degli agenti americani come a Los Angels 1994, oppure, nel 2014, a Ferguson quando, la comunità afroamericana si riversò per le strade chiedendo giustizia per Trevor Martin (e per tutti gli altri). Fu proprio durante quei giorni amari che nacque il #BlackLivesMatter che, appunto, da quando è arrivato alla Casa Bianca, il presidente più razzista che si sia mai visto in #USA almeno negli ultimi decenni (e per trovarne uno simile si deve tornare a Nixon n.d.t), ha dovuto subire attacchi sempre più duri e diretti dell'amministrazione Trump ma, tutto questo però, non ha impedito il riversasrsi in strada, non appena si è saputo dell'ennesima tragedia che colpisce sempre e solo nella stessa direzione.

Ora i leader della comunità afroamericana locale e nazionale hanno chiesto spiegazioni e giustizia e se non riusciranno ad ottenerla gli #USA potrebbero di colpo ripiombare nel pieno della guerra civile, tanto più che a essere sotto attacco non sono più solo i neri ma, nell'#AmeriKKKa a guida Trump, i diritti fondamentali sono sotto attacco e fin dal primo giorno.
(Fonte.:washingtonpost)
Bob Fabiani
Link
-https://www.washingtonpost.com     

   

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