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martedì 24 dicembre 2019

Disperazione in una corsia di un Pronto Soccorso italiano *






Memento per una Mamma nigeriana, di nome Alima







Scorrono lente le ore. Uguali a se stesse. Intorno volti distanti, ostili. Nessuno disposto a dire una parola di incoraggiamento.
Scorrono lente le ore.
Interno di un nosocomio italiano di provincia, sala del Pronto Soccorso, la mamma venuta da lontano, con il cuore in gola e il respiro affannato spera. Intimamente spera che avvenga il miracolo. E' in attesa che i medici di Sondrio sappiano fare iul miracolo, salvare la sua bimba di appena cinque mesi arrivata in 'Codice Rosso' e in debito di ossigeno.

Silenzio. Sguardi di soppiatto, comunque ostili la squadrano in lungo e in largo. Intorno asettiche colori dell'imminente arrivo del natale.

Scorrono lente le ore.

Alima, mamma venuta in Italia dalla lontana Africa, dal paese più grande e popoloso del continente nero, Alima arrivata a Sondrio dalla Nigeria con la speranza di un futuro diverso. Un futuro di una vita umana, lontano dalla disperazione del paese africano, un futuro legato alla povertà e alla fame.

Storie aftricane che nessunoi ha voglia di ascoltare e capire anche qui a Sondrio.

Scorrono lente le ore dell'attesa : poi, in un attimo tutto accade. E' il momento senza ritorno. Senza possibilità di poter scrivere un finale diverso; il momento supremo, senza appello. La porta che delimita la sala d'aspetto con l'interno del Pronto Soccorso dove i parenti dei malati non sono ammessi se non quando sono direttamente chiamati dai medici, per essere informati della salute dei loro cari.

Momenti confusi, viavai di barelle e di persdonale paramedico, interno spasmodico di una normale giornata di un qualsiasi Pronto Soccorso italiano, echi di pianti e urli inconsalobili di chi ha perso una persona cara.

Ma non a tutti è concesso di esprimere il proprio dolore, non alla mamma nigeriana quando il dottore la chiama e gli comunica che la sua bimba - di cinque mesi non ce l'ha fatta, non è stato possibile salvarla - non è più su questa terra.

Il cuore si ferma. Il cuore sanguina. Il dolore è immenso, lancinante. Un vuoto insormonmtabile si prende tutto e, il respiro di Alima si fa sconnesso, difficile.

Pianto inconsolabile di una mamma.

Tutto intorno diventa ancora più ostile e la mamma è sola con il suo dolore che nessuno ha voglia di condividere. Il suo pianto non è accettato.

Accade tutto in quei momenti dolorosi.

"Fatela tacere scimmia. Tanto ne sfornano uno all'anno".

Cattive si scagliano le voci del disonore di un nosocomio di provincia di un paese chiamato Italia.

La mamma, la donna d'Africa di nome Alima non regisce, lei sta pensando solo alla sua bimba di cinque mesi che non potra più rivedere. Alima stya pensando solo che non sentirà la sua bella voice di bimba d'Africa.

Voce di Mistura (il nome della sua bimba).

Ore dopo incredula ragiona su quello che ha sentito in quel Pronto Soccorso di Sondrio.

"Mistura era il regalo del cielo per essere riuscita a scappare dalla fame, una speranza di una vita umana".

Giornalisti del paese chiamato Italia la cercano per intervistarla : vogliono sapere cosa ha da dire sui dolorosi insulti razzisti che ha subito in quel nosocomio della provincia italiana.



"Se mentre mia figlia moriva qualcuno mi ha insultata perché sono nata in Nigeria, non ho nulla da dire".

                                                  ***


Si avvicinano le ore della festa, le ore del natale e quelle stesse persone che hanno insultato Alima sono tutte impegnate a imbandire la tavola del natale e magari, a mezzanotte andranno anche alla 'Messa di Natale' ... chissà se, in uno slancio di ritrovata umanità sapranno chiedere perdono per il loro gesto di gratuito razzismo.
*AfricaLand Storie e Culture africane con questo 'Racconto di Natale' augura i migliori auguri a tutti i lettori
(Fonte.:ansa)
Bob Fabiani
Link
-https://africalandilmionuovoblog.blogspot.com

 


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