Il 12 dicembre 2019 mentre tutto il mondo era con lo sguardo rivolto al Regno Unito per le elezioni anticipate britanniche, in Africa, è andata in scena una consultazione elettorale che, in Algeria, il movimento #Hirak ha definito "mascherata elettorale".
Il clima in cui la tornata delle elezioni presidenziali si è svolta era del tutto surreale, con i 5 candidati (i due ex premier Abdelmadjjd Tebboune e Ali Benflis, più Azzedine Mihoubi, Abdelkader Bengrina e Abdelaziz Belaid) contestati a ogni apparizione pubblica dal movimento #Hirak.
Seggi semivuoti
La rabbia degli algerini si è trasformata in una azione di sostanziale astensionismo e, i seggi risultavano semivuoti per tutta la giornata del voto.
In realtà molti manifestanti anti-voto sono stati caricati brutalmente dalla polizia algerina. E' questo il quadro che è venuto alla ribalta nel giorno delle prime elezioni presidenziali in Algeria del dopo Bouteflika, con appena il 20% degli aventi diritto che si era recato alle urne alle 15 e con decine di arresti in tutto il paese Nordafricano.
Campagna di repressione
La campagna di repressione, più che elettorale, come denuncia anche Human Rights Watch e Amnesty International, con centinaia di arresti e continue minacce di dimostranti.
Amin Khan, poeta e intellettuale, promotore della cultura algerina come motore di cambiamento sociale, è stato uno dei tantissimi astensionisti. Così spiega la sua scelta : "Sono partigiano della transizione democratica, frutto di un negoziato tra il potere e il popolo. Solo questo creerà le condizioni politiche, giuridiche e amministrative per elezioni realmente democratiche".
Abdelmadjjs Tebboune vince la "mascherata elettorale"
Abdelmadjjs Tebboune eletto al 1° turno delle presidenziali in Algeria con il 58,15% dei voti, ha annunciato l'autorità elettorale nazionale indipendente (Anie).
(Fonte.:jeuneafrique)
Bob Fabiani
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-www.jeuneafrique.com
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