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sabato 26 dicembre 2020

La crisi senza fine che condiziona le elezioni presidenziali nella Repubblica Centrafricana






La situazione nella Repubblica Centrafricana si è deteriorata a tal punto che lo svolgimento delle elezioni presidenziali e legislative di domenica 27 dicembre, sostenuto, pagato e garantito dalla comunità internazionale, sembra impossibile al di fuori della "bolla" di Bangui.
Gli abitanti della capitale centrafricana hanno poco più di due certezze in questi giorni : è Natale, e hanno paura.

Si respira un'aria di Golpe che chiamerebbe in causa direttamente l'ex presidente Bozizé.

"Un tentativo deliberato di interrompere" le elezioni 2020, ad opera di gruppi armati, nella Repubblica Centrafricana : in risposta, le Nazioni Unite hanno schierato i caschi blu (quei stessi caschi blu che da queste parti non si sono sempre comportati in modo irreprensibile) della missione di stanza nel paese per garantire il regolare svolgimento delle consultazioni, mentre il presidente uscente invita i cittadini a non temere e a recarsi alle urne.
Intanto però, nella giornata del 22 dicembre, è arrivata la notizia, confermata anche dalle fonti ufficiali, che i ribelli hanno preso il controllo della città di Bambari.





 Nella giornata odierna, 26 dicembre, l'ONU ha annunciato che tre forze di pace burundesi sono stati uccisi da "combattenti armati non identificati", aggiungendo che ci sono "altri due feriti a Dékoa". Le Nazioni Unite condannano in modo netto gli attacchi. 
Questi attacchi sono arrivati quando la coalizione di gruppi ribelli, all'offensiva da sette giorni contro il governo centrafricano, ha rotto il cessate il fuoco (nella giornata di venerdì scorso).
In un clima da guerra civile, Touadera, cerca la riconferma. Sono 17 i candidati alle elezioni presidenziali : Touadera, al potere dal 2016 cerca la riconferma per un secondo mandato. Tra gli esclusi eccellenti - cinque in totale - figura anche l'ex presidente Francois Bezizé, 74 anni, il quale secondo la Corte non ha soddisfatto il requisito della "buona moralità" richiesto per i candidati a causa di un mandato di arresto internazionale che pende nei suoi confronti e delle sanzioni delle Nazioni Unite contro di lui per presunti omicidi, torture e rapimenti.

La crisi senza fine della Repubblica Centrafricana preoccupa non poco la comunità internazionale, nonché gli attori regionali. Il 21 dicembre il Ruanda ha schierato una "forza di protezione" nella Repubblica Centrafricana dopo che i suoi peacekeeper sono stati attaccati dai ribelli che stavano avanzando verso la capitale Bangui. Lo ha riferito il portavoce del governo di Bangui, Ange Maxime Kazagui"I ruandesi hanno inviato diverse centinaia di uomini che sono sul terreno e hanno iniziato a combattere", inoltre ha aggiunto che anche la Russia ha anche inviato "diverse centinaia di militari e armi pesanti" nel paese per sostenere il governo, nell'ambito degli accordi bilaterali già in vigore in base ai quali Mosca ha donato diverse partite di armi a Bangui, tra cui fucili d'assalto Kalashnikov, mitragliatrici, lanciagranate, pistole e fucili di precisione.
La notizia è parzialmente confermata dal ministro degli Esteri russo, che in una nota pubblicata nella giornata del 22 dicembre, ha annunciato l'invio di altri 300 istruttori per assistere le autorità di Bangui nel rafforzare le loro capacità di difesa, al fine di addestrare i militari dell'esercito nazionale. 

"Stiamo seguendo da vicino l'evoluzione della situazione nella Repubblica Centrafricana siamo seriamente preoccupati che gli eventi degli ultimi giorni abbiano portato a un netto peggioramento della sicurezza".

(Fonte:mediapart;agenzianova)
Bob Fabiani
Link
-www.mediapart.fr/afrique;
-www.agenzianova.com)


 
 

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