Prosegue l'approfondimento di AfricaLand Storie e Culture africane intorno ai guasti determinati dalla lunga oppressione colonialista in Africa da parte delle Potenze imperialiste europee. Per allargare fino ai giorni nostri queste disfunzioni che parlano inevitabilmente di speranze disilluse per i popoli d'Africa ospitiamo un intervento di Léonce Ndikumana - Docente di economia e direttore del Programma per la politica di sviluppo dell'Africa presso l'Istituto di ricerca di economia politica all'università del Massachusetts.
Il docente di economia allarga il discorso che abbiamo iniziato ieri con il nostro articolo intitolato "Geopolitica, emancipazione e speranze disilluse dell'Africa".
L'intervento che leggerete qui di seguito è stato pubblicato sulle colonne de il manifesto di mercoledì 11 ottobre 2017.
(Bob Fabiani)
Léonce Ndikumama: Flussi finanziari illeciti. L'emorragia di capitali che devasta l'Africa*
"La storia è nota: l'Africa è povera e ha bisogno dei paesi ricchi. E se le potenze occidentali hanno sfruttato il continente con la schiavitù, il colonialismo e il saccheggio delle risorse naturali, è stato in passato. Oggi sono generose, determinate a eliminare la povertà e a promuovere lo sviluppo sostenibile. Ma questa favoletta, che i paesi ricchi ripetono fino alla nausea, è piuttosto ingenua.
Sappiamo da un pezzo che l'Africa è "creditrice netta" rispetto al resto del mondo.
L'ammontare di risorse finanziarie accumulate all'estero grazie alla fuga di capitali negli ultimi decenni supera di molto le risorse che vanno nell'altra direzione, compresi gli aiuti e il debito. Ogni anno si prelevano dal continente fra i 30 e i 60 miliardi di dollari, secondo un rapporto diffuso nel 2015 dal Gruppo di alto livello sui flussi finanziari illeciti (High Level Panel on Illicit Financial Flows) creato dalla Commissione economica dell'Onu per l'Africa (Uneca), presieduto da Thabo Mbeki, ex presidente del Sudafrica. E si tratta di stime al ribasso.
***
In cosa consiste questa emorragia che gli specialisti chiamano "flussi finanziari illeciti"?
Intanto, ovviamente, si compone di attività criminali di ogni tipo (droghe, traffico di armi, ecc.), alle quali si aggiunge il riciclaggio di denaro legato alla corruzione. Inoltre le compagnie multinazionali facilitano flussi finanziari illeciti in uscita manipolando transazioni commerciali. Fatture false, transfer pricing, pagamenti fra case madri e loro sussidiarie, meccanismi di elusione fiscale allo scopo di massimizzare i profitti. E' comune il ricorso all'evasione fiscale (illegale) e all'elusione fiscale, grazie alle scappatoie legali offerte dal sistema di tassazione internazionale. La fuga di capitali è un fenomeno globale. Per anni, i paesi sviluppati hanno ritenuto che il problema dei flussi finanziari illegali fosse prima di tutto una faccenda di lotta contro il terrorismo, il riciclaggio di denaro e altri crimini finanziari. Ma di recente, in un periodo di grande pressione sui bilanci nazionali, i governi delle economie avanzate hanno moltiplicato gli sforzi per combattere anche l'evasione delle aziende. Questo in parte spiega per esempio la battaglia in corso in Europa: paesi come Francia e Germania sono stanchi di vedere i colossi del digitale come Google, Apple, Facebook e Amazon aggirare gli obblighi fiscali spostando i profitti in Irlanda o Lussemburgo.
Ma l'impatto della fuga di capitali sui paesi in via di sviluppo è di gran lunga più devastante. In Africa le entrate fiscali sono già molto basse: in media il 17% del Pil, rispetto al 35% dei paesi ricchi. E le autorità fiscali non hanno risorse sufficienti per contrastare le strategie sempre più sofisticate, sempre più aggressive messe in atto dalle multinazionali per evadere le tasse; per non parlare dei meccanismi di corruzione che coinvolgono i politici locali.
***
Il costo umano e sociale degli abusi relativi alle imposte societarie è gigantesco. Significa infatti meno risorse per infrastrutture, istruzione, salute, alimentazione, protezione dei diritti delle donne, programmi ambientali. Non per nulla le Nazioni unite hanno dichiarato che i flussi finanziari illeciti sono un grave ostacolo al finanziamento dello sviluppo e dunque al raggiungimento degli Obiettivi dello sviluppo sostenibile.
In questo contesto, la Commissione indipendente per la riforma della tassazione delle imprese multinazionali (Icrict) ha chiesto all'Onu uno sforzo per combattere l'evasione fiscale delle transnazionali come parte di una più ampia strategia di lotta contro i flussi finanziari illeciti.
E' una lotta che richiede l'impegno da parte degli Stati e della comunità globale per migliorare la trasparenza dei sistemi finanziari e del commercio internazionale, e per consolidare le capacità delle amministrazioni fiscali nazionali. Significa, fra l'altro obbligare le imprese a rendere pubblici i dettagli delle loro attività in ognuno dei paesi dove operano, per far sì che tutti i profitti siano debitamente tassati nel paese dove si svolgono le attività produttive e commerciali. E significa anche monitorare tutti i fattori e gli attori che rendono possibile la fuga dei capitali, in particolare le banche che aiutano a nascondere le risorse finanziarie illegalmente succhiate via, a danno dell'Africa".
*Docente di economia e direttore del Programma per la politica di sviluppo dell'Africa presso l'Istituto di ricerca di economia politica all'università del Massachusetts. E' commissario della Commissione indipendente per la riforma della tassazione delle imprese multinazionali (Icrict).
(Fonte.:ilmanifesto)
Bob Fabiani
Link
-www.ilmanifesto.it
Nessun commento:
Posta un commento