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sabato 21 ottobre 2017

Léopold Sédar Senghor, la "voce dell'unità africana" e della "negritudine".




La millenaria storia dell'Africa ha portato alla luce personaggi, intellettuali, poeti e statisti di importanza senza eguali: uno di questi è Léopold Sédar Senghor. 
Poeta e statista senegalese nato a Joal, presso Dakar nel 1906 e morto a Verson, Normandia nel 2001. Esponente di spicco della "nuova classe dirigente africana" è stato artefice, negli anni '50 del Novecento - al pari del suo amico Aimé Césaire - del fondamentale concetto di "Negritudine", inteso come "recupero dell'identità africana". 
Occupandosi di cultura e politica durante la sua lunga carriera di poeta prima e poi in quella di statista (alla guida del Senegal), Senghor, si oppose alla "balcanizzazione dell'Africa" seguendo una linea di "unità africana" contribuendo tra l'altro alla fondazione della principale rivista politico-culturale del continente: Présence Africaine. 





Animò il "Movimento Culturale della Negritudine" e, in collaborazione con gli antillani e africani Aimé Césaire, Léon Damas, Birago Diop diede vita alla corrente del "nuovo umanesimo negro".  Questa corrente riaffermava in assoluto i valori specifici della "cultura negra", la sua storia, la sua civiltà dando il via al genere letterario "negroafricano". 

Senghor teorizzava un ritorno alle fonti africane, vedendo nei "negri antillani e americani", degli "esuli" espropriati dalle loro antiche culture : quelle dei loro antichi avi e che, due secoli prima erano stati trasportati contro la loro volontà sulle "navi negriere" che li condusse, nel cosiddetto "Nuovo Mondo" come schiavi dei bianchi.

Il "Movimento della Negritudine" ebbe una grande influenza culturale prima e durante la seconda guerra mondiale sopratutto nel mondo dei neri francofoni. 


Léopold Sédar Senghor Politico

Al termine della seconda guerra mondiale Senghor diede un contributo decisivo per favorire il rinnovamento del suo paese, il Senegal e, sopratutto per quel che riguarda il cambiamento (inteso come innovazione) necessario della politica coloniale della Francia.
Nel 1948 fonda il Blocco democratico senegalese che, in seguito confluisce nell'Unione democratica senegalese.  Sfruttando la sua "formazione parigina" che gli valse la possibilità di diventare professore di Letteratura Francese, un decennio dopo, nel 1959 divenne ministro consigliere di De Gaulle.  E' in questo periodo che Senghor conduce un'importante opera di mediazione fra le istanze dell'indipendentismo africano e la strategia della decolonizzazione controllata.
Un anno dopo, nel 1960, il Senegal - come gli altri stati africani - divenne indipendente dalla Francia e cambia anche il destino politico di Senghor che, nell'occasione è eletto Presidente della Repubblica. 
Nella prima fase (decade) della sua presidenza impose una svolta autoritaria al Senegal salvo poi, nel decennio successivo - e siamo già negli anni '70 del Novecento - correggere questa tendenza, riconoscendola del tutto sbagliata.

Si tratta di uno dei pochi leader africani che sia stato capace di tornare sui propri passi appena un attimo prima di finire nel baratro. Nel 1980 abbandona la carica di Presidente della Repubblica del Senegal. Tre anni dopo, nel 1983 entrò a far parte dell'Académie Françise. 

Senghor, come figura politica, ha sempre sostenuto  l'importanza dell'"unità africana", malgrado si attestasse su posizioni "filoccidentali". 


Léopold Sédar Senghor grande "leader culturale dell'Africa"

Oltre a essere una figura politica di grande rilievo, è stato uno dei grandi leaders culturali africani. Poeta e scrittore ha incentrato tutta la sua produzione letteraria intorno alla tematica del "recupero dell'identità africana" influenzato da Saint-John Perse (pseudonimo di Alexis Léger, poeta, scrittore, diplomatico francese, Premio Nobel per la Letteratura 1960). 

Nelle liriche di Léopold Sédar Senghor, non potevano mancare né la musicalità né la tradizione orale africana che seppe tradurre in sublimi versi poetici. Sono versi dove i grandi temi della "Negritudine" trovano l'habitat naturale risuonando costanti, creando meravigliose sonorità tipiche delle scansioni ritmiche africane. Qui, Senghor le applica al "francese metropilitano" riuscendo a comporre pagine uniche per quella che venne definita una "poesia meticcia" e che seppe parlare al cuore sia dei neri africani magari nel frattempo lontani dalla "Grande Madre Terra" sia ai bianchi sensibili alla grande bellezza del Continente Nero.

I Libri 

La prima raccolta in versi di Senghor è Chants d'ombre (Canti d'ombra) pubblicata nel 1945 a cui, tre anni dopo nel 1948 seguì Hosties noires (Ostie nere). 
Un anno dopo esce Chants pour Naettes (Canti per Naetts) : siamo nel 1949. Alcuni anni dopo esce Ethiopiques (Etiopiche) : è il 1956 e, qualche anno dopo per l'esattezza cinque, nel 1961 è la volta di Nocturnes. 

Senghor è anche autore di una storica antologia intitolata : Anthologie de la nouvelle poétique négre et malgache d'expression française (Antologia della nuova poesia negra e malgascia) uscita (in lingua francese) nel 1948. 

Ha scritto numerosi libri nei quali ha ospitato i suoi scritti politici. 

Nel 1980  viene dato alle stampe Euvre poétique (Opera poetica) che raccoglie tutta l'opera senghoriana in versi. Sedici anni dopo, nel 1996, in occasione dei suoi 90 anni, sono stati pubblicati i suoi testi chiave sul concetto di "Negritudine" che vennero pubblicati tra il 1947 e il 1979 proprio sulle pagine della principale rivista politico-culturale Présence Africaine del Continente Nero e che lo vide tra i fondatori e artefice di una delle più importanti "Rivoluzioni Culturali" che, partendo dall'Africa seppe restituire voce e dignità a tutti i "neri del mondo". 
(Fonte.:presenceafricaine)
Bob Fabiani
Link
-www.presenceafricaine.com       

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