Vent'anni di conflitto che ha causato 80mila morti, un 'accordo di pace' mai rispettato e, la conseguenza drammatica per centinaia di migliaia di persone in fuga dai rispettivi paesi: l'#Ethiopia e l'#Eritrea.
Ora si volta pagina: segnativi questa data perché si tratta di una di quelle date a restare scolpite negli annali di storia contemporanea per tutto il #CornoDAfrica e anche per il resto del Continente Nero: 9 Luglio 2018 è la data che sancisce la fine della guerra.
Formalmente.
Ieri i due leader, il premier etiope #AbyiAhmed, e il presidente eritreo #IsaiasAfewerki, hanno firmato una dichiarazione congiunta di "pace e amicizia", in cui si afferma che "lo stato di guerra tra i due paesi è finito".
"La marcia verso la pace può durare a lungo, ma noi crediamo nell'amore e nella solidarietà della nostra gente. Ora finalmente possiamo immaginare un futuro privo di confini nazionali o alti muri a dividerci. Che la gente della nostra regione si unisca a noi in questo scopo comune".
Queste sono le parole precise, nette, impegnative del primo ministro dell'#Ethiopia #AbyiAhmed.
La giornata storica che certifica la pace tra #Eritrea ed #Ethiopia è una grande occasione per invertire la tendenza dato che, anche in #Africa soffia forte il vento della destabilizzazione, la spinta all'avventura di nuovi egoismi e, forse, questo nuovo proposito (da parte dell'#Ethiopia n.d.t) di rispettare la pace può rappresentare la via maestra verso quel cambiamento - da sempre invocato e mai realizzato - e nemmeno rispettato da parte della classe politica e dirigente nei confronti dei popoli africani.
Nel testo, in riferimento alla fine dei 20 anni di conflitto e interruzione delle relazioni diplomatiche, si aggiunge: "Entrambi i Paesi lavoreranno per promuovere una stretta cooperazione politica, economica, sociale e culturale".
Dopo il bilaterale i due leader hanno annunciato che riprenderanno i voli di collegamento, riapriranno le ambasciate e l'#Ethiopia, priva di sbocchi al mare, potrà utilizzare i porti marittimi dell'#Eritrea. Si tratta di 'una prima volta' - da due decenni a questa parte - e, per l'occasione, è stata ripristinata anche una concessione telefonica internazionale diretta tra Eritrea-Ethiopia.
Sempre nella giornata di ieri il primo ministro etiope - come ribadisce il suo portavoce - , ha voluto inoltrare una richiesta formale al segretario generale ONU #AntonioGuterres, che si trovava in visita nella capitale etiope #AddisAbeba, con il chiaro intento di far revocare le sanzioni ai danni dell'#Eritrea: si tratta di un chiaro gesto di "buona volontà" del leader etiopico dato che, nel paese africano, gli eritrei - quelli rimasti - sono costretti a convivere con una dittatura arcigna.
Vedremo se il presidente eritreo #IsaiasAfewerki sarà disposto - finalmente - a rispettare - anche in #Eritrea - i diritti umani e, se, d'ora in avanti sarà capace di rispettare la libertà di stampa oltre, naturalmente ai diritti sociali fondamentali per tutti i cittadini eritrei. Del resto la firma della pace tra #EritreaEthiopia è seguito con enorme interesse anche dall'Europa nella speranza di porre fine alle migrazioni che stanno mettendo a dura prova la tenuta dell'UE.
#AbyilAhmed ha preso il comando dell'#Ethiopia lo scorso 2 aprile, sta tenendo fede a tutte le promesse che aveva declamato prima dell'investitura: bisogna dare atto che sta continuando senza sosta nel suo progetto riformatore. Al suo interno, quel progetto conteneva un obiettivo importantissimo:riconciliare all'interno del grande paese africano le varie etnie e poi allargare la riconciliazione con gli altri Stati confinanti. A cominciare proprio dall'#Eritrea e passando dalla #Somalia.
Finalmente l'accordo di pace che venne firmato ad #Algeri nel lontano 2000 può dirsi entrato in vigore in una domenica di inizio luglio.
(Fonte.:washingtonpost)
Bob Fabiani
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-https://www.washingtonpost.com
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