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sabato 28 luglio 2018

#JUSTICEFORNIA





E' accaduto di nuovo. L'#AmeriKKKa quella spinta dall'odio razziale verso i neri ha nuovamente battuto un colpo. Cieco. Sordo.
E' la storia di sempre, quella che non passa mai: e se possibile in questi tempi odierni, malati, drogati dalle #fakenews che arrivano direttamente dalla Casa Bianca dove si trova, la peggiore amministrazione che la storia degli Stati Uniti ricordi a memoria d'uomo; la situazione è anche più drammatica per la comunità afroamericana.

Un'altra vittima dell'odio razziale da parte di quell'#AmeriKKKa bianca che si crede depositaria dell'unica verità plausibile è tornata a colpire. A uccidere.



E' la storia di sempre. Una storia amara che si consuma tra rigurgiti di razzismo, un sentimento che è potuto nuovamente tracimare, esplodere, sdoganarsi ai tempi nefasti (e inaccettabili) di #TheDonald - il "presidente razzista" quello che non trovai mai il tempo per condannare queste azioni vili alimentate da un'odio cieco, l'unico che sta alla base di quanti, tra i sostenitori del peggior presidente della Storia USA, credono, sognano e sperano di tornare ai "cari vecchi tempi quelli dello schiavismo" - che del resto, durante la campagna elettorale 2016 ha accettato (senza ritegno) il sostegno e i voti del Ku Klux Klan.
Il quadro è completo: in questa #AmeriKKKa sempre più divisa, in balia dei deliri razzisti di un'amministrazione che è arrivata a deportare, rinchiudere (nelle gabbie!) e separare i bambini migranti solo per alimentare la fobia del declino della "razza bianca" vissuta come se fosse il "male assoluto" di quella parte del Paese che non si rassegna al semplice fatto che, da qui al 2050, in USA i "bianchi diventino minoranza".
Non accettando questa situazione, l'amministrazione di #(Refuse)TrumpPence ha sempre avuto parole di comprensione (e mai di netta condanna) per i razzisti che si sentono autorizzati a rialzare la testa in tutti gli Stati Uniti d'America.
Questo presidente ha sdoganato i suprematisti bianchi al quale apparteneva anche l'ultimo assassino - il giustiziere di #NiaWilson.




L'unica colpa di Nia Wilson era quella di essere afroamericana e per questa ragione meritava di morire - secondo i parametri del suo assassino - che, in una domenica di fine luglio ha trovato la fine dei suoi giorni.
Aveva grandi piani per il suo futuro, Nia Wilson sognando di diventare medico. Ma tale sogno si è spezzato. Per sempre.


Trovare la morte a soli 18 anni in #AmeriKKKa se si nasce con il colore della "pelle nera" è purtroppo la normalità. La normalità di una tragedia. La normalità che si alimenta sempre a senso unico dal momento che gli USA non hanno saputo risolvere la "questione razziale". Meno che mai oggi, in questa #AmeriKKKa guidata da un presidente come #TheDonald che non fa mistero di avere simpatie razziste dovendo rendere conto al suo elettorato bianco, razzista, xenofobo, incattivito dalla crisi economica.
Ma questa è solo la parte finale di una vecchia storia. La solita vecchia storia di un'America che mal tollera la comunità afroamericana e dove questi delitti - come quello di #NiaWilson non trovano mai giustizia         


-#JusticeForNia

La foto che abbiamo postato appena sopra vede la composizione del nome del Movimento afroamericano  - Black Lives Matter - con i nomi dei ragazzi e delle ragazze delle donne e degli uomini di colore che in questi anni hanno trovato la morte per mano delle forze dell'ordine o dei suprematisti bianchi, come nel caso di Nia Wilson (nome che per altro dovrà essere aggiunto alla triste lista) e che certifica il totale fallimento della convivenza tra le "due Americhe".

Nia è stata assassinata domenica scorsa con una coltellata alla schiena mentre stava scendendo da un treno alla stazione MacArthur di Oakland, California, in compagnia delle due sorelle.
L'autore del vile delitto armato dall'odio razziale è John Lee Cowel di 27 anni: se non fosse stato per la compatta e immediata reazione della comunità afroamericana che, una volta raggiunta dall'ennesima tragedia si riversava in strada preparando immediatamente la resistenza e la vibrante protesta questo razzista bianco, l'avrebbe scampata. La folla inviperita per l'ennesimo lutto era pronta ad attaccare il Proud Boys, associazione di suprematisti bianchi a cui apparteneva l'assassino Cowell.
Durante le ore successive all'assassinio di #NiaWilson stava andando in onda il solito refrain: non si è trattato di un "delitto a sfondo razziale" (guarda un po' lo stesso identico ritornello che si sente anche in #Italia dove da quando è arrivato al Viminale il #ministrodellapauraSalvini è iniziato un inaccettabile "caccia al nero" tra spari di fucile e tentativi di "aggressione di coltello" proprio come ad Oakland ...) ma di una azione di "uno squilibrato, un senza tetto, un pazzo, un malato" ... Ecco in fondo il razzismo è sopratutto questo: far veicolare una narrazione falsa, volta a minimizzare, circoscrivere quello che invece diventa un passatempo da sempre, tra i preferiti di quella parte di America che vorrebbe tanto tornare ai "buon vecchi tempi dove i negri erano schiavi".
La cosa sta prendendo sempre più piede lontano dagli Stati Uniti d'America dove i nuovi squadristi si sentono in dovere di rialzare la testa prendendo spunto dal fatto che il #Trumpismo li ha sdoganati e portati in trionfo alla Casa Bianca.

-La reazione in America dopo l'assassinio di Nia





L'attrice bianca Anne Hathaway con un post su Instagram ha scosso le coscienze americane: ecco cosa ha scritto:
"Bianchi come me e voi dovrebbero capire quanto siano privilegiati. Assimilando fino alle ossa la verità che tutti i neri vivono da generazioni nel terrore quotidiano. Nessun bianco può dire di avere paura di uguali violenze. Quanto possiamo definirci ancora decenti se non agiamo subito? Pace e giustizia per Nia".

Il post ha dato subito il via a una reazione sui social: immediato è partito l'hashtag #JusticeforNia al quale anche AfricaLand Storie e Culture africane si sente di dare un contributo.

 



L'atroce delitto di Nia Wilson capita a poche settimane dall'anniversario dei "fatti di Charlottesville" quando, lo scorso agosto una donna afroamericana protestando contro il raduno del Ku Klux Klan fu uccisa da un suprematista lanciatosi a folle velocità con il suo suv contro i manifestanti. Ora, alla luce del delitto di Nia Wilson scatta l'allarme dal momento che i razzisti sono pronti a sfilare nuovamente (e sempre il 12 agosto n.d.r) a Washington e, per altro, la marcia, è stata anche autorizzata.

-Le voci del dissenso 






Viola Davis (attrice)

"Dove ci fermeremo? Nia, grideremo il tuo nome dai tetti!"


Tracee Ellis Ross (artista)

"I nostri corpi e la nostra umanità meritano gioia e sicurezza" 

La comunità afroamericana (e il resto del mondo)

"#NoJuasticeNoPeace #JusticeForNia #SayHerName"

(Fonte.:washingtonpost;latimes)
Bob Fabiani
Link
-https://www.washingtonpost.com;
-www.latimes.com

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