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martedì 12 febbraio 2019

#NigeriaDecides2019, Fiamme contro l'INEC




A quattro giorni dal voto presidenziale, la Nigeria, vive giorni complicati e caotici. Mentre tutti i protagonisti cercano di convincere gli elettori nigeriani affinché, non solo si rechino ai seggi, sabato 16 febbraio ma, li esortano a votare ora per il presidente uscente, Buhari come del resto per lo sfifante, Atiku Abubakar.

-Attentati ripetuti

La campagna elettorale in questi ultimi giorni è segnata da una escalation di attentati : siamo al terzo in due settimane, come scrivono gli inviati di @SaharaReporters; a essere colpiti (sopratutto tra ieri e oggi); ad attirare l'attenzione di quanti hanno come punto primario di far fallire l'appuntamento elettorale, sono i materiali necessari per svolgere regolarmente, tutti i passaggi del voto popolare nei seggi nigeriani.
Erano custoditi all'interno della Commissione Nazionale Elettorale Indipendente - INEC sede situata ad Awka.




-Il rilancio del presidente uscente Buhari

Sabato 16 febbraio, la Nigeria si appresta a vivere la giornata delle elezioni presidenziali. Negli ultimi giorni, il presidente Buhari ha cercato di rilanciare la sua candidatura per un secondo mandato. Per convincere i suoi connazionali, il presidente ha puntato tutto sulla sicurezza; ossia, la sua lotta (quasi senza quartiere) contro Boko Haram.

Durante i suoi quattro anni di presidenza, egli, può vantare un parziale successo sul tema della "lotta al terrorismo": in realtà però, se si scandaglia diffusamente il suo mandato presidenziale si può scoprire che, questo successo è molto limitato. Circoscritto solo al periodo iniziale del suo mandato.

E' indubbio che nei primi tempi della sua presidenza, i miliziani jihadisti di Boko Haram sono stati indeboliti dall'azione di governo è, altrettanto vero che poi, il gruppo jihadista, ha saputo dare prova di una notevole capacità tattica e, di una altrettanto spiccata strategia che, con il passare delle settimane, dei mesi e degli anni; attentato dopo attentato; alla quale, la presidenza Buhari, non ha saputo dare risposte concrete.

Paradossalmente, Boko Haram, seppure fiaccato dalle perdite e dagli arresti messi in campo dal governo nigeriano, ha sopratutto reinventarsi, diventando sempre più audace e in grado di affinare la strategia stragista tanto che, i cittadini sono stremati da questa lunga scia di attentati e, spesso e volentieri, hanno incalzato Buhari, a tenere fede alle sue promesse.

A distanza di quattro anni però il presidente nigeriano si sente in dovere di rilanciare lo stesso annuncio che aveva lanciato nel 2015 : "Boko Haram sarà sradicato", tuonava, appena eletto. Ora, ci riprova. Rilancia la sfida diretta dando l'impressione che, questa volta, sia quella finale, decisiva : dal suo punto di vista, i miliziani di Boko Haram sono "destinati ad essere azzerati, cancellati".
E' con questo programma quasi ridotto all'essenziale che Buhari tenta la carta della rielezione, veicolando il messaggio secondo il quale, lui, e solo lui è la persone giusta per guidare, nei prossimi quattro anni, la Nigeria.

Tuttavia, siamo di fronte a un fallimento Boko Haram è ancora ben presente e continua a tenere in scacco il grande paese africano dato che, quasi regolarmente, i miliziani jihadisti sono in grado di fare stragi (quasi con facilità irrisoria) eppure, esiste un altro fallimento che ha caratterizzato il mandato dell'attuale presidente. Si tratta della "questione sociale" dove, la Nigeria sta vivendo una lunga stagione di incertezza economica (il paese ha da molto tempo smesso di crescere in modo deciso) e, sempre più nigeriani sono insoddisfatti mentre, altrettanti, sempre più giovani (e di questi, molte sono le ragazze e le donne) lasciano il paese, cercando di rifarsi una vita lontano dalla Nigeria.

Sullo sfondo tornano a soffiare forte i venti della secessione (già sperimentata negli anni'70 n.d.t) e lo spauracchio del Biafra.
(Fonte.:jeuneafrique;saharareporters)
Bob Fabiani
Link
-www.jeuneafrique.com;
-http://www.saharareporters.com    

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