Il Buraambur è una forma poetica femminile somala nata come "canto" associato alla "danza".
Il Buraambur ha uno schema "metrico preciso". Il verso si divide in due "emistichi" (dal latino "hemistichium"; dal greco "hemistikion") e ciascuna delle due parti in cui un "verso", suscettibile di ripartizione può essere diviso da una "cesura".
Nella poetica somala, l'uso delle allitterazioni (figura retorica ricorrente sopratutto nella poesia, che consiste nella ripetizione, spontanea o ricercata) è ritenuto prova necessaria di eloquenza anche nei discorsi pubblici.
In somalo, come in molte altre lingue antiche e moderne, esistono vocali lunghe e brevi che determinano il computo "sillabico" (la sillaba è un complesso di suoni che si pronuncia unito con una sola emissione di voce).
Negli anni'40 del Novecento, alcune autrici hanno cominciato ad utilizzare la forma poetica Buraambur per affrontare questioni di importanza politica, come le lotte per l'indipendenza, la divisione "clanica" (Clan, anticamente clano, è un termine utilizzato nelle scienze etnoantropologiche e indica uno o più gruppi di persone unite da parentela), il malgoverno della neonata nazione e in ultimo, la guerra civile e la disgregazione provocata dalla diaspora. E' agli albori dell'indipendenza che sono diventati popolari i nomi di Timiro Ukash, Xawa Taka, Halimo Godano, donne che si erano unite alla lotta per la libertà con la forza della loro voce.
La produzione poetica persiste nella diaspora e si diffonde prevalentemente attraverso supporti audiovisivi.
"Siamo come il tronco e il ciuffo di un albero, anche se i cammelli sono perduti e non danno più latte, siamo come il ferro di uno scudo, non possiamo separarci", recita Ardo Bilan, compositrice residente in Canada da oltre un decennio.
Il Buraambur non è molto conosciuto ed è sottovalutato rispetto ad altri generi letterari e poetici, sopratutto maschili, così come spesso lo è la condizione sociale delle donne somale (e in genere quelle dell'intera Africa comune tuttavia al resto del mondo dove, le donne, spesso e volentieri sono mal pagate, sfruttate e fanno fatica a raggiungere posizioni di rilievo nell'organigramma del mondo del lavoro quando non si vedono costrette a "sottostare" a ricatti sessuali da parte di datori di lavoro troppo esigenti oppure apertamente "schiavisti" tema dolente e che negli ultimi tempi sta squarciando l'omertà del silenzio in tutto quell'occidente così civilizzato eppure così infarcito di razzismo n.d.t) e spesso lo è anche la condizione delle sue autrici.
Eppure nei decenni e prima ancora nella seconda metà del Novecento quando, l'Africa conobbe la fase della nascita delle nuove e giovani Nazioni Africane sono state proprio le donne a regalare la spinta necessaria alla Storia della Lettura africana: come in altri settori, è toccato alle giovani autrici farsi portavoce di una generazione di africani e di giovani donne che, hanno avuto il coraggio non solo di raccontare la drammatica condizione sociale delle donne nel Continente Nero ma, di aprire un percorso e una strada che prima di loro era stata tracciata (e percorsa) solo da alcuni grandi autori e scrittori al tempo del " Movimento della Negritudine".
(Fonte.:bbc;jeuneafrique)
Bob Fabiani
Link
-www.bbc.com/news/africa;
-www.jeuneafrique.com
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