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domenica 12 novembre 2017

Quell'ossessione razzista nel "Dossier-'Fbi" su Martin Luther King





Nell'America 2017 che si riscopre in balia di ogni scellerata forma di razzismo e di odiosa forma di "suprematismo bianco" ci mancava una sola cosa: che dai meandri, dagli abissi segreti dell'Fbi venisse sdoganato uno degli attacchi più beceri - di chiaro stampo razzista - per indirizzarlo verso Martin Luther King. 
Forse deve essere stato questo abbaglio che ha fatto straparlare - ancora una volta - il peggiore presidente della storia degli Stati Uniti d'America, #TheDonald quando, ha annunciato lo sdoganare i cosiddetti "File-JFK": ma non si trattava di chissà quale sconvolgente "informazione inedita" sull'assassinio di JFK, in realtà - come per magia - sono tornati alla luce alcune becere, inaccettabili rivelazioni sul reverendo e leader afroamericano. 

Benché si tratti di un "dossier segreto" a firma Fbi, queste rivelazioni non solo sono false ma neanche inedite. 

A chi fa paura ancora Martin Luther King ? A molti. Sopratutto a quella parte di America più marcatamente razzista che, avrà gradito questa nuova ondata di fango (la stessa di allora!) che è stata vergognosamente riversata sulla figura del reverendo e leader afroamericano. 

Di cosa si tratta? Cosa contengono questi dossier-segreto dell'Fbi?

All'epoca dei fatti - ricordiamo che si tratta di un dossier di 20 pagine redatto dall'Fbi il 12 marzo 1968 e dunque, tre settimane prima che il leader afroamericano per la battaglia dei diritti civili, nonché Premio Nobel per la Pace fosse assassinato a Menphis - bisogna sottolineare che, il potentissimo J. Edgar Hoover - il capo indiscusso dell'Fbi - , aveva una avversione personale per il leader della comunità afroamericana. 
Il capo di allora attribuiva di tutto (e l'incontrario di tutto) sul conto di Martin Luther King. Era nota la sua continua ossessione anti-comunista che legava a "doppio filo" anche sul conto di Martin Luther King : un po' come avveniva nel Sudafrica sotto il "Regime brutale dell'Apartheid" che, guarda caso, rinfacciava lo stesso presunto reato a Nelson Mandela descritto dal regime come "un pericoloso terrorista e sedicente comunista".
Così accadeva anche negli Stati Uniti d'America. Ma in realtà, a ben vedere questa accusa non era nemmeno la più brutale. Nello stesso dossier (ora riemerso in questa America nuovamente e paurosamente deragliata su posizioni da "paranoie di destra suprematista" guidata da Trump n.d.t)  lungo 20 pagine c'è ben altro.
In quel "report segreto" si va dall'attribuzione di una relazione extra-coniugale (Joan Beaz) a una figlia illegittima e, come detto, legami con il Partito Comunista. Lo stesso partito si sarebbe dato la briga di vagliare ogni singola presa di posizione di Martin Luther King. 

Quello che colpisce a rileggere queste incredibili "Fake-News" sul conto di Martin Luther King, è il "movente" tipico dell'odio razziale tanto di moda in quell'America come per altro in quella odierna.
Come poter inquadrare e in qualche modo cadere nell'errore di poter credere che il leader della comunità afroamericana - come per altro riportato con molta enfasi nel dossier-segreto dell'Fbi - potesse partecipare a "orge a base di alcol". E se ancora non bastasse, il potente "Ras dell'Fbi", J. Edgar Hoover pretese di mettere nel calderone del dossier altro fango: quelle orgie vedevano tra le protagoniste "prostitute bianche e nere" che, venivano assoldate per i "festini dopo gli incontri di lavoro". 
Il lavoro a cui si riferisce il dossier era quello del grande Movimento afroamericano che si batteva e dava battaglia per i diritti civili. E se questo era il contesto era chiaro l'obiettivo: gettare tutto il fango possibile ed inimmaginabile non solo contro il leader afroamericano ma, in questo modo si tentava di tarpare le ali dell'intero movimento.

Ma erano solo cattiverie razziste e bisogna dirlo, in questa America 2017 cade a pennello e forse, neanche colpisce più di tanto quello reso noto dagli Archivi di Stato di Washington. Tuttavia resta da capire per quale ragione e motivi misteriosi questo dossier fosse finito - ben nascosto - negli ultimi "Files" sull'assassinio di John F. Kennedy.

Misteri americani anche se non è molto difficile quale manovra politica ci fosse dietro l'"attenzione ossessiva" del capo Fbi, Hoover. Anche qui nulla di nuovo: al di là dell'avversione nei confronti di Martin Luther King, il dossier infamante serviva a screditare il Premio Nobel a isolarlo, indebolirlo e forse, stando così le cose quando tre settimane dopo la stesura del dossier (12 marzo 1968) Hoover non deve essersi strappato i capelli per l'assassinio del reverendo a Menphis.

-Lo storico Garrow ribadisce : "Accuse né nuove né vere"

"La realtà" , commenta in modo diretto e preciso lo storico David Garrow - già vincitore di un premio Pulitzer - "è che queste accuse non sono né nuove né vere. Il documento non contiene alcuna prova".
Ad avvalorare questa posizione dello storico Garrow è che Hoover non ha mai trovato nulla di compromettente sui rapporti tra il reverendo e i comunisti e, nemmeno sulle accuse malfamanti di una presunta relazione extra-coniugale con Joan Beaz che non si è neanche degnata di smentire questa "notizia completamente falsa".
A chi fa ancora paura Martin Luther King?
(Fonte.:bbc;cnn;washingtonpost;;nytimes)
Bob Fabiani
Link
-www.bbc.com/news/world-us-canada-41871956;
-www.cnn.com/martin-luther-king-document-included-jfk-files;
-https://www.washingtonpost.com/in-the-latest-jfk-files-the-fbi-ugly-analysis-on-martin-luther-king-jr;
-https://www.nytimes.com/us/politics/jfk-files  
          

     

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