Iniziano oggi e per tutto il mese di Novembre le pubblicazioni di AfricaLand - Storie e Culture Africane dedicata a un "Genocidio dimenticato" quello che andò in scena all'inizio del XIX secolo e vide protagonisti la Germania allora impegnata nella "campagna d'Africa". Ci volle più di un secolo per ammettere la brutalità di quello sterminio contro il popolo Herero.
Questa è la storia di quella tragedia che questo Blog ha ricostruito in quattro puntate.
La storia della Namibia è in gran parte una storia coloniale. La Namibia come stato indipendente esiste soltanto dal 1990; precedentemente, la zona fu prima una colonia tedesca (col nome di Africa Tedesca del Sud-Ovest) e poi, con diverse formulazioni ufficiali fu controllata dal Sudafrica.
-Nascita della colonia (Africa Tedesca Sud-Ovest)
Il 24 aprile 1884, il cancelliere tedesco Bismarck dichiarò "colonia tedesca" un'area corrispondente a gran parte della Namibia moderna, eccetto l'enclave britannico di Walvis Bay. La colonia, che aveva inizialmente un'estensione di 885.100 chilometri, fu battezzata "Africa Tedesca del Sud-Ovest (Deutsh-Sudwestafrika)".
Sul suo territorio la bandiera fu issata il 7 agosto 1884, tre mesi prima della Conferenza di Berlino - svoltasi tra il 1884 e il 1885, detta anche Conferenza dell'Africa Occidentale o Conferenza sul Congo, regolò il commercio europeo in Africa centro-occidentale nelle aree dei fiumi Congo e Niger e sancì la nascita dello Stato Libero del Congo sotto l'influenza (dominazione) di Leopoldo II del Belgio - .
La colonia si espanse nel 1890 mediante l'acquisizione del "Dito di Caprivi" (territorio della Namibia con una superficie di circa 18 mila chilometri), nel Nord-Est, che prometteva nuove rotte commerciali. Questo territorio fu acquisito grazie al "Trattato di Helgoland-Zanzibar" tra la Gran Bretagna e la Germania.
L'Africa Tedesca del Sud-Ovest fu l'unica colonia dove i tedeschi si stabilirono in gran numero. I coloni erano attratti dalle opportunità economiche offerte dall'estrazione di diamanti e dal rame, ma specialmente dalla coltivazione della terra. Nel 1902, la colonia aveva 200 mila abitanti, di cui 2.595 tedeschi, 1.354 afrikaner (termine a cui si fa riferimento quando si vuol indicare i membri della popolazione dell'Africa Meridionale di pelle bianca calvinista, ugonotta, olandese, francese, belga o tedesca e che parlino l'Afrikaans, una lingua derivata dall'olandese e tristemente nota nel Sudafrica del "Regime dell'Apartheid"; la lingua in questione risale al XVII e XVIII secolo) e 452 inglesi.
Negli anni seguenti, sino al 1884, arrivarono altri 9 mila coloni tedeschi. Nello stesso periodo, le popolazioni autoctone comprendevano circa 80.000 Herero, 60.000 Ouambo e 10.000 Nama, a cui ci si riferiva genericamente col nome di Ottentotti.
-Lo sterminio del popolo Herero (Guerre herero)
Gli Herero o Ovaherero sono un popolo africano appartenente al gruppo etnico dei Bantu (antica civiltà fiorita intorno all'XI secolo ed è stata la più importante civiltà dell'Africa subequatoriale. I Bantu abitavano praticamente tutta l'Africa Meridionale e gran parte dell'Africa centrale). Attualmente sono circa 120.000, la maggior parte dei quali si trovano ancora qui in Namibia (e sono i diretti discendenti degli avi sterminati dalla Germania all'inizio del XIX secolo n.d.t) ma gruppi minori si trovano anche in Botsawana e Angola.
Da sempre la società Herero è incentrata sul possesso del bestiame essendo fin dalla notte dei tempi un popolo dedito alla pastorizia. La lingua herero (otijherero) fa parte della "famiglia bantu" (gruppo Niger-Congo) e copre un'area chiamata "Hereroland", costituita principalmente dalle regioni di Omaheke (regione della Namibia con capoluogo Gobabis), Otjozoindjupa (altra regione della Namibia con capoluogo Otiiwarongo) e Kunene (regione della Namibia con capoluogo Opuwo).
Le "guerre herero", sono ricordate come "genocidio degli Herero e dei Nama", ebbero luogo nell'Africa Tedesca Sud-Ovest (l'attuale Namibia) fra il 1904 e il 1907, nel cosiddetto periodo della "spartizione dell'Africa", da parte delle potenze colonialiste europee.
Il conflitto ebbe inizio dalla ribellione del popolo Herero - a cui si aggiunse in un secondo tempo il popolo Nama, popolo di pastori conosciuti anche con il nome di Namaqua della regione del "Namaqualand", compresa tra il Sudafrica, la Namibia e il Botswana - contro l'autorità coloniale tedesca.
Il generale Lothar von Trotta, incaricato di sopprimere la ribellione, utilizzò pratiche di guerra non convenzionale che includevano l'avvelenamento dei pozzi e altre misure che portarono alla morte per fame e per sete di una rilevante percentuale della popolazione Herero e Nama.
La realtà dei fatti si trattò di ben altro. Di qualcosa di terribile: la Germania, in questa parte di Africa attuò uno "sterminio pianificato" in cui si trovano le prove generali di un genocidio che colpì il popolo Herero, una sorta di anticipazione di quello nazista. Del resto qui in Namibia - all'epoca Africa Sud-Occidentale Tedesca - il primo governatore imperiale è Heinrich Ernst Goring, padre del futuro comandante delle Luftwaffe e numero due del regime hitleriano, Hermann Goring.
Nel 1985, la Nazioni Unite (con il "Rapporto Whitaker) identificarono nella guerra contro gli Herero uno dei primi tentativi di genocidio del XX secolo. Nonostante ciò, la Germania, non ammise da subito le proprie pesanti colpe: si dovette attendere il 2004 (quindi un secolo dopo...) quando, il governo tedesco fu costretto a riparare, in qualche modo, con parole di questo tenore: "noi tedeschi accettiamo le nostre responsabilità storiche e morali".
Quali che siano state le parole del governo tedesco questa tragica storia del "genocidio della Namibia" merita di essere raccontato in tutte le sfaccettature e, nei drammatici eventi che seguirono in quei tre anni che sterminarono il popolo Harare: è quello che faremo nelle prossime puntate di questa inchiesta.
(Fonte.:bbc)
Bob Fabiani
Link
-www.bbc.com/news/germany-admits-namibia-genocide/august14,2004
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