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giovedì 23 novembre 2017

Storia di Robert Mugabe: da eroe a tiranno.








Al termine della guerra di indipendenza della ex Rhodesia - nel 1980 - un conflitto caratterizzato da brutalità, massacri e da odio a lungo covato contro i coloni britannici e, i bianchi in generale, Robert Mugabe era il più radicale dei capi-guerriglia e, appariva, paradossalmente come la persona più adeguata per far uscire lo Zimbabwe dalla spirale della violenza e dalla vergogna dell'apartheid. 

Invece la storia e la piega delle cose hanno preso una strada diversa.

Il "compagno Bob" - come veniva chiamato fino al 13 novembre 2017 dai veterani della stessa guerra di indipendenza - è diventato un implacabile dittatore che, per 37 anni, ha affossato tutte le speranze di cambiamento del popolo zimbabwiano che aveva riposto in lui tutte le speranze per un domani di prosperità e di giustizia a lungo negate sotto la dominazione britannica.
Ma così non è andata perché Mugabe si è rivelato un tiranno spietato e attaccato al potere anche dopo essere stato disconosciuto dal suo esercito, dal suo partito e dal suo popolo.
Eppure, Robert Mugabe era stato un capo-guerrigliero (fondatore dell'Unione nazionale africana-Fronte Patriottico - ZANU-PF che poi al termine della guerra si trasformerà in partito di governo) raffinato, in grado di parlare un inglese degno di Oxford, insomma un intellettuale passato alla lotta armata per via dell'orribile "Regime dell'apartheid": ma questa è solo una parte della storia. Terminata la guerra di indipendenza, Mugabe cambia e, in nome dell'antico fascino per la Cina di Mao decide di governare e di percorrere quella "via al socialismo africano" che finirà per portarlo a tenere il controllo dello Zimbabwe con il più classico e spietato "pugno di ferro", illudendosi in questo modo di non incappare nel fallimento del tutto caratteristico di molti paesi africani dopo aver raggiunto l'Indipendenza dalle Potenze colonialiste europee.

Mugabe da leader rivoluzionario a tiranno

Mugabe appartiene a quella generazione di dirigenti dei movimenti africani di liberazione dell'Africa australe che si è formata all'università per neri di Fort Hare, nel vicino Sudafrica e, per giunta in pieno Apartheid. Nel paese della segregazione istituzionalizzata, i neri dovevano frequentare università distinte da quelle dei bianchi.
Fondata nel 1916 e situata nella parte orientale della provincia di Città del Capo (Cape Town), Fort Hare accoglieva gli studenti di buona parte dell'impero britannico in Africa. Ma invece di formare dei sudditi sottomessi al sistema coloniale (e come sarebbe potuto accadere...!), era diventata la scuola della Resistenza.
In quella università hanno studiato alcuni tra i più importanti protagonisti della storia africana, in qualche modo legata al Movimento del Panafricanismo come il presidente della Tanzania Julius Nyerere, quello dello Zambia Kenneth Kaunda, o quello del Botswana Sereste Khama, così come i grandi nomi della lotta anti-apartheid in Sudafrica: Nelson Mandela, Oliver Tambo, Govan Mbeki, Robert Jobukwe, Chris Hani e Steve Biko.

E' dunque a Fort Hare che Robert Mugabe decide di impegnarsi politicamente stando a contatto con la nuova generazione nera del dopoguerra, quella che vide Nelson Mandela e i suoi amici prendere il controllo della Lega giovanile dell'African national congress (Anc) e spingerla a una azione più determinata contro il regime segregazionista. 
Mugabe ha fatto grandi sacrifici per la sua causa, è stato in prigione 10 anni, ha conosciuto l'esilio e le privazioni eppure, con il passare degli anni, il potere ha finito per trasformarlo in despota che ha umiliato lo Zimbabwe e il suo popolo.
La sua storia come capo di governo era iniziata in modo incoraggiante: il suo primo governo aveva dato un immagine di una riconciliazione tanto idilliaca quanto illusoria.
A questo punto possiamo fare nostra una domanda che si era posta la giornalista Heidi Holland che, da sostenitrice di Mugabe, nel 2008 scrisse "Dinner with Mugabe" (Cena con Mugabe - Penguin) : come ha fatto Robert Mugabe, l'eroe del 1980, il vittorioso "combattente della libertà", a trasformarsi nel tiranno, nell'aguzzino dei 37 anni successivi?
Lasciamo la parola a Heidi Holland che lo ha conosciuto bene prima del 1980, ma che poi è stata costretta a sua volta a fuggire dallo Zimbabwe nel 1982; nelle pagine del suo libro scrive:
Osservando il passato, mi rendo conto che insieme a molti altri individui ben      intenzionati, ho forse contribuito a fare di Robert Mugabe  l'uomo che è diventato oggi.  Se avessimo reagito diversamente ai suoi primi segni di paranoia, lo Zimbabwe avrebbe potuto evitare questa discesa agli inferi? Se i bianchi di questo paese avessero potuto essere più realisti, riconoscendo l'impossibilità di una transizione morbida dallo stato poliziesco che avevano creato alla democrazia illusoria che sognavano, sarebbero forse stati più rispettosi e meno provocatori? Oppure Robert Mugabe è semplicemente un esempio della maniera in cui il potere corrompe gli esseri umani? Mugabe pensava di essere speciale, diverso e nato per essere grande (...). Lo ricorderemo come un personaggio triste, che ha sofferto e patito dei sacrifici. Ha rovinato il suo paese, lo Zimbabwe, il che è una tragedia, perché questo triste destino non era inevitabile. 

Chi è dunque Robert Mugabe?

Per avere qualche strumento in più, strumento che ci indica bene il temperamento e forse quella paranoia di cui parlava la giornalista Heidi Holland è sufficiente soffermarci su due celebri affermazioni dell'ex padre-padrone dello Zimbabwe:
Solo Dio può destituirmi
oppure
Se non dovessimo trovare i soldi per i progetti, ebbene li stamperemo
Bastano queste due citazioni a inquadrare cosa sia diventato Robert Mugabe, un tempo combattente rivoluzionario per liberare il paese dalla tragedia della colonizzazione britannica quella legata al "Regime dell'apartheid" e che si concluse nel 1980 dando vita all'Indipendenza e al cambio del nome del paese.

Era nato lo Zimbabwe. 





Quale futuro per lo Zimbabwe?

Ora lo Zimbabwe volta pagina entrando in una nuova era eppure, la "tragedia del compagno Bob", una tragedia allargata a una comunità intera, a un paese, lo Zimbabwe che una volta era considerato il "granaio d'Africa" lascia una domanda di fondo: come è stato possibile uno spreco umano e politico: 37 anni dopo c'è da ricostruire tutto.
Sarà Mnangagwa l'uomo giusto, con il suo terribile soprannome "il coccodrillo" per le atrocità e i massacri compiuti come braccio armato del tiranno a far partire la ricostruzione dello Zimbabwe?

Intanto in lontananza riecheggia la voce di Bob Marley quando, in quel lontano 1980, venne a suonare con i suoi fantastici The Wailers, nel giorno che celebrava l'Indipendenza dello Zimbabwe dalle atrocità del passato coloniale.
(Fonte.:internazionale;jeuneafrique;lobs)
Bob Fabiani
Link
-www.internazionale.it;
-www.jeuneafrique.com;
-https://tempsreel.novelobs.com/monde/zimbabwe-robert-mugabe-demissionne   
 
 
       

   
   

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