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martedì 20 agosto 2019

Scoprendo #Lagos (appunti di viaggio di Chimamanda Ngozi Adiche) Pt.2











Seconda parte degli appunti di viaggio della scrittrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie che descrive i cambiamenti  - alcuni epocali - della città di Lagos.
(Bob Fabiani)




Irresistibile Lagos (Pt.2)*


"A Lagos l'appartenenza etnica conta e non conta. E' la terra ancestrale degli yoruba, e la loro lingua è molto parlata, ma è anche il centro poliglotta della Nigeria, e i cacciatori di sogni arrivati da tutti gli angoli del paese comunicano in inglese, la lingua ufficiale, e in inglese pidgin, la lingua franca non ufficiale.
Alcune parti della città sono caratterizzate dall'etnia prevalente  - per esempio il settore hausa dove vivono i lavoratori musulmani originari del Nord o le grandi aree di mercato gestite daggli igbo, il gruppo etnico a cui anche io appartengo, maggioritario nel Sudest del paese  -  ma nessuna è ricca. Al crescere della ricchezza le rivendicazioni dell'appartenenza etnica svaniscono.


Attenti al ladro


Mia cugina vive in un quartiere piccolo borghese, dove abitano molti commercianti igbo. Una volta stavo andando a trovarla ma sono rimasta bloccata nel traffico.





Un venditore ambulante mi mostrava dei pacchetti di gomme masticare dal finestrino. Gabriel, il mio autista da dieci anni, mi ha avvertito : "Ma attenta alla borsa".  Un semplice promemoria. Così ho spostato sotto il sedile la borsa che tenevo appoggiata vicino a me. Mia cugina era stata derubata nel traffico mentre tornava dal lavoro, con una pistola puntata alla testa, mentre tutt'intorno le persone continuavano a guidare lentamente con lo sguardo fisso in avanti. Ora quando torna a casa lascia in bella mostra sul sedile una borsa con un telefono finto, perché i rapinatori prendono di mira le donne che viaggiano da sole. Se non hanno nulla nulla da farsi rubare rischiano di beccarsi una pallottola.

Anche mio cognato è stato rapinato. Era fermo nel traffico in pieno pomeriggio, con oil finestrino abbassato, e qualcuno da fuori ha urlato qualcosa riguardo alla sua macchina. Lui ha guardato fuori dal finestrino e poi indietro sulla strada, e in quell'attimo qualcuno ha infilato un braccio nell'altro finestrino e il suo telefono è sparito. Raccontava questa storia con una nota d'ammirata sconfitta. Proprio lui, un vero abitante di Lagos , che viveva in città da quarant'anni e ne conosceva tutte le astuzie e gli angoli. Eppure erano riusciti a imbrogliarlo. Si era fatto fregare dall'ingegnosità dei ladri di Lagos. Vivere a Lagos significa vivere nella diffidenza, dare sempre per scontato che qualcuno voglia truffarti e non farsi imbrogliare. Chi vive in questa città ne parla con orgoglio, come se la mera sopravvivenza fosse una prova della sua forza d'animo, perché Lagos è Lagos. Non ha la docile affabilità di Accra. Non è come Nairobi, dove nel traffico vendono i fiori.

In altre parti di Lagos, sopratutto nella ricca Island, non nasconderei la borsa quando sono in mezzo al traffico, perché mi considererei al sicuro. Lì la sicurezza è uno status.
Lagos è una città di complessi residenziali : gruppi di case, ognuna circondata da un muro, racchiusi all'interno di un altro muro di cinta, con un cancello centrale e un livello di sicurezza direttamente proporzionale alla ricchezza degli abitanti. Nei complessi residenziali meno esclusivi i cancelli vengono chiuso a chiave di mezzanotte per tenere fuori i rapinatori. Chi ci vive e frequenta i locali notturni sa che non può tornare  a casa prima delle cinque del mattino, quando si riaprono i cancelli. Per entrare nelle tenute più esclusive bisogna seguire procedure complesse : si parcheggia la macchina e si aspetta che le guardie di sicurezza chiamino le persone a cui si vuole fare visita, in alternativa viene rilasciato un tesserino da visitatore, o bisogna far ispezionare il bagagliaio, oppure una guardia boriosa gira intorno alla macchina con uno specchio telescopio per controllare che non ci siano bombe sotto.

In una città come Mumbai, complicata quanto Lagos, si capisce facilmente perché le zone più esclusive sono così costose. Basta attraversarle in auto. Invece Lagos ti confonde. Le ville siedono come budda dietro alti cancelli, ma le strade sono piene di buche  e sprofondano nelle pozzanghere durante la stagione delle piogge, e agli angoli ci sono ancora le baracchine dove gli autisti vanno a comprarsi il pranzo.









Le proprietà di lusso hanno sempre un'aria d'incompiutezza. Vicino a una tenuta con un giardino curato nei minimi dettagli e un cancello decorato si può trovare un lotto vuoto, incredibilmente costoso, ricoperto di erbacce.

Io vivo a Lekki e sogno Old Ikoyi. Era il quartiere dove a partire dagli anni 20 del novecento  vissero i funzionari del governo coloniale britannico, un periodo di blando apartheid in cui gli africani non potevano vivere nel quartiere, non potevano andare all'ospedale dei "bianchi" e non potevano aspirare a impieghi di alto livello. Oggi Old Ikoyi ha quella bellezza caparbia e innegabile che è il problematico retaggio dell'ingiustizia. Con i suoi terreni rigogliosi e gli alberi che si curvano sulla strada, mi ricorda Nsukka, la piccola città universitaria dove ho trascorso l'infanzia : tranquilla, riposante, con gli alberi di frangipane che costellavano la tenuta dove vivevamo e le buganvillee dai fiori porpora a ridosso dei muri.






Le apparenze contano


Così mi ritrovo a desiderare di vivere a Old Ikoyi e a piangere la sua lenta scomparsa. Le graziose villette con i colonnati vengono abbattute per costruire alti palazzi di appartamenti o grandi ville con facciate involontariamente barocche.

"Attenti a Lagos", sentivo ripetere spesso da bambina, quando vivevo dall'altra parte della Nigeria. Si diceva che Lagos fosse una città superficiale e di gente falsa. C'erano molti esempi famosi, versioni mitiche della realtà, storie ripetute in più varianti, con protagonisti di vari gruppi etnici e piccoli dettagli che li differenziavano : l'uomo garbato che guida una Range Rover ma non ha un centesimo e dorme sul divano degli amici; la signora che si spaccia per abile imprenditrice ma in realtà è una truffatrice. E come biasimare questi inventori di sé, così impegnati a mantenere le loro apparenze?

Qui l'apparenza conta. Ti puoi fare largo dapertutto se sai recitare un ruolo e guidi la macchina giusta. In molti complessi residenziali le guardie spalancano i cancelli quando vedono arrivare l'ultimo modello di una particolare marca di auto e dimenticano all'istante le domande che sono addestrarti a farti. Se invece ti avvicini con una vecchia Toyota danno libero sfogo al loro meschino potere.

Nessuno si preoccupa di nascondere il proprio snobismo. Tra le élite i loghi degli stilisti occidentali sono così familiari che i giornalisti di moda scrivono di Gucci e Chanel come se la maggioranza dei lettori potesse permetterseli.

Eppure lo stile è democratico. Le giovani lavoratrici sono le più originali : vanno a fare acquisti nei mercati, setacciano i cumuli di abiti di seconda mano sparsi per terra sotto gli ombrelloni e ne emergono con un paio di jeans attillati assolutamente perfetti, che le fanno apparire più belle.

I maschi non sono da meno, con le loro camicie a maniche lunghe infilate nei calzoni, o le tradizionali tuniche e pantaloni dai colori abbinati. E così Lagos intimorisce con il suo materialismo, la sua insolenza, la bellezza dei suoi abitanti. Una volta una ragazza mi ha raccontato che stava pensando di partecipare al concorso di bellezza di miss Nigeria, ma aveva deciso di non farlo a Lagos.

"Troppe donne belle", mi aveva detto. Così era andata a Enugu, la sua città d'origine, dove pensava di avere maggiori opportunità.

I giovani si lamentano delle loro relazioni. Sono tutti disonesti, dicono. Uomini e donne recitano una parte. Tutti cercano qualcosa di meglio, di più scintillante.

"Perché hai scelto di vivere a Lagos allora?", ho chiesto una volta a una ragazza. Ogni volta che faccio questa domanda a chi è scontento di Lagos mi guardano sempre con aria sorpresa, come se fosse ovvio che non penserebbero mai di andarsene. Tutti si lamentano di Lagos ma nessuno vuole lasciarla. E perché io vivo qui? Perché non ho costruito la mia casa a Enugu, una città lenta, pulita e attraente del Sudest?

E' un luogo comune parlare dell'"energia" di Lagos, e a volte può sembrare una risposta difensiva davanti alle tante sfide della città. Ma Lagos ha davvero una qualità per cui "energia" è la definizione più calzante. Un dinamismo. Una mancanza di pallore. La puoi percepire nella fastidiosa umidità dell'aria : il talento, l'ingegnosità, l'esplosiva pluralità di ogni cosa, la fiducia in sé stessa di una città che sa di essere importante.

L'unico porto nigeriano realmente funzionante è a Lagos, e gli imprenditori di tutto il paese non hanno altra scelta che far passare di qui le loro merci. Il mondo degli affari ha il suo cuore a Lagos : non solo banche e telecomunicazioni, aziende petrolifere e agenzie pubblicitarie, ma anche industrie creative emergenti. Le gallere d'arte di Lagos organizzano le mostre dei migliori artisti nigeriani. La settimana della moda si svolge a Lagos. I concerti sono i più grandi e rumorosi. Le stelle di Nollywood non girano film a Lagos  - è troppo costoso - ma è qui che li presentano in anteprima".
(Fonte.:esquire)

- Fine seconda parte -    

*Chimamanda Ngozi Adichie è una scrittrice nigeriana. Il suo ultimo libro pubblicato in Italia è Cara Ijeawele

Bob Fabiani
Link
-https://www.esquire.com/chimamanda-ngozi-adichie

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