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giovedì 28 maggio 2020

I Can't Breathe (Again) #JusticeForGeorgeFloyd







How much time do you want, for your 'pogress' (Quanto tempo vuoi per i tuoi 'progressi'?
(James Baldwin)


La rabbia di Minneapolis (USA) è esplosa nella serata di martedì, a poche ore dalla pubblicazione del lungo video che mostra attimo per attimo la morte di George Floyd, afroamericano ucciso (ancora ... e ancora una volta e una volta ancora ... come sempre ...) lunedì 25 maggio 2020 da un poliziotto bianco (ancora) durante un controllo: l'agente lo ha spinto a terra e per almeno cinque (5!) minuti lo ha tenuto fermo con un ginocchio sul collo.

"Please, i can't breathe ... Please, don't kill me".

Siamo a Minneapolis per strada, in pieno giorno e risuona disperata la voce di George Floyd poi morto soffocato, dopo aver ripetuto innumerevoli volte l'implorante messaggio:

"Non posso respirare (I can't breathe)".


-Rivolta Black (e non solo) a Minneapolis






Martedì sera i manifestanti si sono riversati in strada, chiedendo giustizia per George al grido, ormai noto, di "Black Lives Matter"



Si sono ritrovati nella zona della città, vicino al luogo in cui George Floyd è stato fermato e poi ucciso: in centinaia hanno bloccato il traffico in diverse zone della città sedendosi a terra o mettendo le loro auto in mezzo alla carreggiata, accompagnati dal rombo dei motori delle motociclette del gruppo nero Vital King.

Qui iniziava una marcia verso il Terzo Distretto, dove si presume lavorino gli agenti responsabili dell'assassinio razziale (l'ennesimo...) di George Floyd. Qui hanno attaccato auto della polizia con spray e pietre.
La reazione degli agenti non si è fatta certo pregare: mostrando decisione e pugno di ferro, con l'obiettivo dichiarato di disperdere (velocemente) la folla, hanno usato una quantità industriale di gas lacrimogeni, proiettili di gomma e granate stordenti.
I manifestanti hanno resistito rispondendo con sassi e lanciando acqua e bottiglie di latta.

-La solita versione della polizia (razzista) Usa (stavolta di Minneapolis)

La polizia, con evidente faccia tosta, non ha certo chiesto scusa per l'operato inaccettabile dei poliziotti ma, preoccupandosi di rilasciare la versione dei fatti: Floyd  - è la ricostruzione degli agenti - 46 anni, resisteva all'arresto (assolutamente sbugiardati dal video), avvenuto dopo la chiamata di un negoziante che affermava che l'uomo afroamericano avesse usato un assegno falso.






Nella giornata di ieri, mentre ormai la rivolta è divampata (raggiungendo anche Los Angeles, Chicago e altri città americane n.d.t), la polizia di Minneapolis, è tornata sul video senza però curarsi troppo del clamoroso autogol: il video mostra chiaramente come George Floyd non rappresentasse affatto una minaccia (e anche questo assassinio mette in risalto la condotta razzista degli agenti USA come troppe volte è accaduto ... ancora e ancora e ancora ...), tanto che diversi passanti hanno chiesto agli agenti di lasciarlo andare subito: un portavoce della polizia della città ha parlato ieri di "incidente medico", dove il 46enne è stato portato in ambulanza.

-Le parole del sindaco di Minneapolis

Il sindaco della città, Jacob Frey, è intervenuto tempestivamente chiedendo scusa alla famiglia Floyd:

"Essere nero in America non dovrebbe essere una condanna a morte. Per cinque minuti abbiamo visto un agente bianco premere sul collo di un afroamericano".

Qualche ora più tardi l'FBI apriva un'inchiesta per possibile violazione dei diritti civili, mentre quattro poliziotti sono stati rimossi dall'incarico, dopo essere stati inizialmente posti in congedo retribuito.
Intanto i manifestanti non cedono di un millimetro: vogliono sapere i loro nomi, chiedendo un'indagine per omicidio volontario.

-Un omicidio uguale ad altri (a danno degli afroamericani)

Ogni tanto gli Stati Uniti ricadono nella spirale razziale e, a intervalli regolari, siamo costretti a scrivere quello che abbiamo dovuto scrivere già troppe volte - dalle pagine virtuali di questo blog - : in America c'è un "problema irrisolto" che viene da lontano (almeno 500 anni).
Da queste parti si fa finta di non vedere  che, oltre alla mancata convivenza tra bianchi e neri; oltre al non accettare che i neri, gli afroamericani a essere trattati come gli altri cittadini; da queste parti esiste la "questione della polizia razzista".

"Quanto tempo vuoi per i tuoi 'progressi'?", si domandava James Baldwin, uno dei più grandi intellettuali americani; uno dei pochi scrittori del suo tempo (all'alba del movimento dei diritti civili n.d.t) ad affrontare la "questione della razza" con una miscela esplosiva di sdegno per la violenza fisica e politica contro i cittadini afroamericani.

Una denuncia quanto meno attuale dal momento che questa piaga non è mai stata risolta.

E nel vedere il video la rabbia è di nuovo divampata perché l'omicidio di George Floyd ricorda da vicino quello di Eric Garner, afroamericano ucciso dalla polizia di New York nel 2014 e che diede il via - insieme all'assassinio di Trayvon Martin nel febbraio 2012 - al movimento Black Lives Matter che da anni manifesta contro gli abusi strutturali e istituzionali degli agenti di polizia e delle amministrazioni contro la popolazione afroamericana.

Anche Garner morì bello stesso identico modo di George Floyd.

Fino a quando durerà tutto questo?

-Precedenti a Minneapolis 

La città di Minneapolis non è esente da simili violenze: nel 2017 Justine Damond fu uccisa dopo aver denunciato un tentativo di stupro da parte di un agente, poi condannato a 12 anni. L'anno prima Philando Castile fu ucciso a colpi di pistola da un poliziotto: il processo terminò con un'assoluzione.
Non sono mai stati processati invece i poliziotti che uccisero nel 2015 Jamar Clarck.




-Nomi e numeri di una mattanza guidata dall'odio razziale



Quanti sono gli afroamericani giustiziati sommariamente dalla polizia americana?

Sono 343 cittadini di colore uccise mentre erano disarmate. Sono 343 vite spezzate e sono 343 omicidi razziali.

Quanti di questi omicidi sono stati puniti?

Sono 343 assassinii impuniti.

-Say Their Names

Concludiamo questo reportage scrivendo alcuni di questi uomini, donne, ragazzi e ragazze giustiziate ingiustamente dagli agenti americani:

George Floyd, Trayvon Martin, Breonna Taylor, Ahmaud Arbery, Tamir Rice, Shawn King, Is White, Philando Castile, Samuel Dubose, Sandra Bland, Walter Scott, Terrence Crutcher ... e molti altri.
(Fonte.:theatlantic)
Bob Fabiani
Link
-www.theatlantic.com   
  

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