TAG - AfricaLand Storie e Culture africane

AFRICA - Anc - DIASPORA - Segregazione razziale - - DIRITTI UMANI - migrazioni - TORTURE - RAZZISMO - Lotte anti-Apartheid - AFRIKANER - Afroamerican - LIBIA - lager libici - Libertà - Rwanda - genocidio rwandese - Namibia - genocidio dimenticato - Donald Trump - trumpismo - NELSON MANDELA - APARTHEID - SUD AFRICA - THOMAS SANKARA - Burkina Faso - rivoluzione burkinabé - STEVE BIKO - MARTIN LUTHER KING - i have a dream - slavers 2017-2018 - schiavitù - SCRITTORI D'AFRICA - Negritudine - PANAFRICANISMO - AFROBEAT - FELA KUTI - NIGERIA - BLACK MUSIC - BLACK POWER - BLACK LIVES MATTER - SELMA - Burundi - referendum costituzionale - Pierre Nkurunziza - presidente onnipotente - Madagascar - Place du 13 Mai - Antananarivo - Madagascar crisis - Tana Riot -Free Wael Abbas - Egitto- Piazza Tahir- Rivoluzione2011- Al Sisi - Italia - Esecutivo Giallo-Verde - osservatorio-permanente - Storie-di-Senza-Diritti-Umani - Barack Obama - Obama Years- Dakar2021 - World Water Forum - ChinAfrica - Brics - ambiente - Climate Change - FOTO DEL GIORNO - REGGAE -#mdg2018 - #MadagascarDecide - 'AL DI LA' DI OGNI RAGIONEVOLE DUBBIO' - IL ROMANZO - #GiletsJaunes - Afroitalian - Walter Rodney - Brexit - Coronavirus - #LEDITORIALE - News For Africa - I Can't Breathe - #USA2020

sabato 2 marzo 2019

La lotta comune degli afroamericani e dei palestinesi per abbattere il razzismo. Un intervento di Sylvie Laurent (Prima Parte)*







Quando si parla di violenza di Stato, di sistematica violazione dei diritti umani si pensa immediatamente alla Comunita dei neri afroamericani e, se si riflette sull'odioso "Apartheid di Stato" allora, il pensiero corre immediatamente al Popolo Palestinese e alla Palestina. Partendo dunque da questi due punti fermi, possiamo scoprire che l'unita di intenti, la solidarietà tra attivisti neri e i palestinesi dura, in realtà da molti decenni nel nome di un obiettivo che sta a cuore sia alla Comunità dei neri americani sia ai Palestinesi.

L'intervento di Sylvie Laurent, ricercatrice associata alle università di Harvard e Stanford, docente a Sciences Po; ricostruisce questa storia che ha dato vita in tempi più recenti al #blackpalestiniansolidarity.
(Bob Fabiani)







-Sylvie Laurent "Quello che la Palestina mi ha insegnato sul razzismo negli Stati Uniti"*





"In un breve video in bianconero si succedono incalzanti i volti scuri di oppressi in lotta, alcuni con capelli in stile rasta, altri con velo o kefiah, uniti da uno stesso messaggio scritto sui cartelli: "Smettete di ucciderci", "Restituiteci la nostra umanità".
Le immagini di Ferguson (Missouri), dove si è espressa l'indignazione nera di fronte all''impunità della polizia, si alternano con quelle dei territori occupati. I palestinesi affermano "Black lives matter ( "le vite dei neri contano"), e gli afroamericani interpretano l'oppressione dei palestinesi come razzismo. Fra i punti di raccordo, la compagnia  statunitense  Combined Systems, che fornisce alla polizia di Ferguson gas lacrimogeni e altre armi per la repressione, e al tempo stesso equipaggia le forze israeliane di occupazione della striscia di Gaza e della Cisgiordania.





Il video di tre minuti, prodotto nel 2015 e ampiamente diffuso sui social, dà voce a persone sconosciute, ma anche nomi celebri dell'America nera: naturalmente l'attivista Angela Davis, autrice di un saggio intitolato Freedom is a Constant Struggle: Ferguson, Palestine, and the Foundations of a Movement (1), ma anche il filosofo Cornel West, l'attore e regista Danny Glover (che interpretò Nelson Mandela in tivù nel 1987), la scrittrice Alice Walker. La docente e avvocata Noura Erakat, ideatrice del progetto, insegna negli Stati Uniti e conosce il potere di evocazione di queste figure, già celebri per la loro dissidenza.








Intitolato When I See Them, I See Us (Quando li vedo, vedo noi), il video illustra la forza della solidarietà fra i militanti afroamericani e palestinesi (2).  Negli anni 2014-2015, i due popoli sono stati particolarmente provati dalla violenza di stato, ma la storia della lorolotta comune è antica e tumultosa.

Il 1967, l'anno della guerra dei sei giorni e della conquista israeliana di Cisgiordania e Gaza, è cruciale anche per il movimento dei diritti civili negli Stati Uniti, che si allontana dalla filosofia nonviolenta e dall'ancoraggio cristiano per esigere giustizia con altri toni. Il Black Power, come movimento e come pensiero, ritorna all'internazionalismo terzomondista e all'anticolonialismo degli attivisti neri negli anni 1930 e 1940; lo fanno i comunisti come Paul Robeson e i nazionalisti come Marcus Garvey e Malcolm X.






Quest'ultimo visita Gerusalemme nel 1957 e Gaza nel 1964, gettando così le basi per una lotta di liberazione transnazionale e cosmopolita. In un articolo (settembre 1964) intitolato "Zionist logic" (3), Malcolm X denuncia il "travestimento" della "colonizzazione" israeliana, che maschera la violenza con la benevolenza grazie all'appoggio strategico degli Stati Uniti, definito "dollarismo".


Israele e Stati Uniti sono messi all'indice anche dai due gruppi più importanti in quell'epoca: Student Nonviolent Coordinating Committee (Sncc) e Black Panthers. Privi del substrato biblico dei loro genitori, questi giovani militanti della liberazione nera si sono allontanati dalla simpatia spontanea dei neri americani verso Israele, terra santa e rifugio di un popolo un tempo asservito e storicamente perseguitato.
L' Esodo è una delle metafore bibliche più care ai neri a partire dal XVII secolo, e la creazione dello Stato ebraico era parsa loro provvidenziale. Nel 1948, in particolare, Lames Baldwin scriveva: "Il più pio dei neri si considera come un ebreo... aspetta Mosé che lo guiderà fuori dall'Egitto (4).
Baldwin l'esiliato, che visita la Palestina nel 1961, esprime la profonda empatia dei neri americani per ogni popolo in circa di patria, di una terra portatrice di radici e storia. Nessuno più dei neri americani può capire la ricerca degli ebrei di una terra di libertà. Ma sa anche cosa significa essere spossessati e trasferiti con la forza.


Condanna dell'antisemitismo


Così, l'occupazione di nuove terre palestinesi nel 1967 annienta le inclinazioni sioniste dei militanti neri negli Stati Uniti.  Dopo essersi identificati con gli ebrei nel loro stato di servitù, ormai si sentono vicini agli arabi.
Mentre Martin Luther King aveva spontaneamente salutato la creazione di Israele, deu dei suoi mentori, Mohandas Karamchand Ganghi e il ghanese Kwame Nkrumah, condannano pubblicamente il sionismo in nome della loro lotta anticoloniale. I militanti del Sncc, figli ribelli di King, pubblicano nel 1967 un appello alla solidarietà con i palestinesi.


L'antimperialismo della nuova generazione di militanti neri è prima di tutto un terzomondismo "etnicizzato", solidale con i popoli non bianchi. Questa generazione si vede anch'essa come prigioniera di una colonia dell'interno, e i più nazionalisti chiedono, per gli Stati Uniti, una forma di soluzione binazionale. Un gioco degli specchi che dà origine a quello che lo storico Alex Lubin ha chiamato un "immaginario politico afro-arabo (5)".
Le Black Panthers prendono subito contatto anche con l'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp).  Quest'ultima ritiene opportuno legare la questione palestinese alle posizioni anticolonialiste, antirazziste e anticapitalkiste, si universalizza la lotta collocando la Palestina all'interno della lunga storia del dominio coloniale e del diritto alla terra.


Sul Cncc e poi sulle Black Panthers piove immediatamente l'accusa di antisemitismo. Coscienti che fra i loro militanti non sono mancate simpatie antisemite, i portavoce delle due organizzazioni esprimono una posizione chiara: antisionista, ma non antiebraica. Rap Brown, presidente del Sncc, dichiara nel 1967: "Non siamo contro gli ebrei e non siamo antisemiti. Ma non pensiamo che i dirigenti di Israele abbiano diritti su questa terra (6)".
Nel 1970, attraverso gli scritti di uno dei loro leader, Huey P. Newton, le Black Panthers ripudiano le posizioni marginali di alcuni militanti e difendono il proprio internazionalismo, ostile alla supremazia bianca, non agli ebrei. Newton riafferma il diritto all'autodeterminazione dei popoli soffocati dal militarismo e dal "nazionalismo reazionario" israelo-statunitense (7).


Così è ormai in pericolo la coalizione fra neri ed ebrei statunitensi, determinante durante il periodo della lotta per i diritti civili (1954-1968). Dalla creazione della National Association for the Advance of Colored People (Naacp), nel 1909, all'impegno del rabbino Abraham Joshua Heschel che marciava a fianco di Martin Luther King, il ruolo delle élites progressiste ebraiche nella lotta di liberazione dei neri era stato importante (8).  Durante la Freedom Summer ("estate della libertà") del 1964  - una campagna che puntava a iscrivere il maggior numero possibile di afroamericani nelle liste elettorali del Mississippi  -  fra gli studenti che scesero dal nord del paese per dare manforte ai loro compagni del sud, gli ebrei furono la maggioranza.

Questo spirito di gruppo non è stato privo di tensioni, anche per le ricorrenti accuse di paternalismo  - da parte degli ebrei  istruiti verso i neri oppressi. Ma la rottura si consuma appunto sulla questione palestinese.  Nel 1967, nel suo libro The Crisis of the Negro Intellectual (9), il saggista nero statunitense Harold Cruse mette in discussione le premesse dell'alleanza fra ebrei e neri negli Stati Uniti, secondo le quali i due popoli sarebbero allo stesso modo oppressi e sofferenti. In realtà i primi , afferma Cruse, hanno il potere e lo esercitano, anche per pensare la nostra emancipazione al nostro posto.
- Fine Prima Parte -
*Sylvie Laurent Ricercatrice assosociata alle università di Harvard e Stanford, docente a Science Po, autrice di Martin Luther King. Une biographie intellectuelle et politique, Seuil, Parigi,2015.

** Questo intervento è comparso sulle colonne de Le Monde diplomatique, Febbraio 2019.

*** Le note in calce al testo potrete leggerle al termine della seconda parte.


(Fonte.:monde-diplomatique)
Bob Fabiani
Link
-www.monde-diplomatique.fr;
-www.blackpalestiniansolidarity.com


Nessun commento:

Posta un commento