La resa dei conti è giunta all'epilogo. Haftar è deciso nel suo impegno di andare fino in fondo e porta le truppe, a lui fedeli, a Tripoli.
"Non mi fermo", dice l'uomo forte della Cirenaica: non c'è spazio per alcuna trattativa diplomatica benché, il Consiglio di Sicurezza ONU, torna a occuparsi del "Caos Libia", l'irreparabile sembra ormai inevitabile.
Dal canto suo, in questa fase, Serraj, sembra aver abbandonato del tutto, la sua "azione di contenimento", inutuendo, probabilmente che per lui, non c'è più tempo. Si spiega anche così, la netta inversione di tendenza che lo vede rispondere colpo su colpo, nei confronti dell'azione bellica del suo antagonista.
E così a Tripoli, ci si prepara al peggio. Tutti, nella capitale del paese Nordafricano, sono pronti e, dai rispettivi punti di partenza e appartenenza, alla guerra totale, senza quartiere.
Di questo avviso è Tarek Megerisi, il quale, tralasciando prudenza e tatticismi propri della diplomazia, forte del suo essere ricercatore sulla Libia per conto del Consiglio europeo per le relazioni internazionali, disegna uno scenario apocalittico.
"Senza una soluzione di compromesso molto rapida, una violenta guerra civile esploderà con conseguenze catastrofiche per tutti".
Tuttavia, Megerisi dice anche altro, puntando il dito sulla mancata trattativa tra Fayez al-Serraj e Haftar.
"In conseguenza del rifiuto di Serraj di trattare, Haftar ha immediatamente mosso le sue truppe partendo dal Nord-Ovest".
Il problema più grande, secondo Megerisi, sta nel fatto che la comunità internazionale, sia rimasta, ancora una volta spiazzata dagli eventi libici e, nello specifico, dalla rapidità del maresciallo di arrivare a Tripoli mentre, il Segretario generale ONU, Guterres, si trovava proprio in Libia per preparare la Conferenza nazionale di Ghadames.
Cosa può significare questo procedere rapido di Haftar?
Megerisi non ha dubbi.
"Quando si parla di Libia, non dobbiamo dimenticare che un esercito o una polizia federale non esiste. Se parliamo di Milizie, che siano fedeli di Haftar o di Fayez al-Serraj, dobbiamo considerare che si tratta di diversi gruppi, con interessi locali e strategici. Haftar ora sta promettendo loro un ruolo nel suo Esercito Nazionale Libico (ANL), finanziamenti, armi. E molte Brigate o Milizie stanno passando con il maresciallo".
Tuttavia, ci sono molti segmenti delle forze militari che nutrono pesanti preoccupazioni sull'azione bellica, rapidissima dell'uomo forte della Cirenaica: Megerisi spiega il perché, chiosando, con queste parole, non del tutto rassicuranti per il popolo libico e per i civili.
"Le forze militari leggono l'azione di Haftar come il passo decisivo per imporre una dittatura militare".
Magari da estendere in tutta la Libia (con la complicità della comunità internazionale) e non solo a Tripoli.
(Fonte.:jeuneafrique)
Bob Fabiani
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-www.jeuneafrique.com
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