Dopo la rivolta pacifica dei giovani che ha completamente spiazzato il potere di Algeri e dopo, le manifestazioni oceaniche, replicate in tutto il paese Nordafricano anche nel sesto venerdì consecutivo di lotta, necessario per respingere i trucchi - del "Clan Bouteflika" - , lo stesso potere, del tutto agonizzante e sempre più precario, reagisce.
E' lo stesso presidente-padrone, a cercare in qualche modo, una reazione che cambi il quadro in divenire di questa crisi. Lo fa a modo suo, l'anziano e malato leader, varando un nuovo esecutivo.
Bouteflika, spinto dall'esercito a rinunciare alla prresidenza, ai sensi dell'artiicolo 102 della Costituzione, domenica notte, ha nominato uno nuovo governo. Basterà questo a placare la rivolta del popolo algerino che chiede e pretende un cambiamento radicale e sopratutto le dimissioni di tutto il "Clan Bouteflika"?
Impossibile prevedere lo sviluppo degli eventi in Algeria, quello che è chiaro, lo hanno ribadito le persone scese in strada anche venerdì scorso: il popolo algerino non vuole uno sbocco autoritario a questa crisi e non tollererà, la presa del potere da parte dei militari.
Intanto si apprende che il presidente-padrone ha sostituito solo otto ministri su un totale di ventisette e, quel che più balza agli occhi, è la conferma del generale Gaid Salah, capo di stato maggiore esercito algerino, nonché viceministro della Difesa mentre, il vicepremier e ministro degli esteri, Ramtane Lamamra, ha lasciato l'esecutivo.
Siamo solo in uno dei passaggi di questa crisi: il popolo algerino è più che mai determinato a vigilare e a proseguire nella rivolta, per sperare e costruire un futuro dignitoso che non sia più caratterizzato dalla corruzione del potere e da despoti che non vogliono mai lasciare le poltrone di comando.
(Fonte.:jeuneafrique)
Bob Fabiani
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