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venerdì 12 aprile 2019

Quel rischio da "scenario egiziano" in #Sudan come in #Algeria








Lo spettro dello "scenario egiziano" prende sempre più piede nel cuore delle rivolte di Algeri e Khartoum. Del resto in questi due paesi africani, è l'esercito ad assumersi un ampio ruolo politico ed economico.

C'è un filo conduttore nella storia del passato ma anche ai giorni nostri che vuole sempre una "soluzione muscolare" alle varie crisi che attraversano l'Africa.
Crisi poste in essere dalla denuncia di problemi non più rinviabili, che, a cicli regolari, intossicano la qualità della vita dei giovani africani.

La parola chiave è: cambiamento.

In Africa, in questi ultimi anni, le giovani generazioni, hanno un obiettivo comune: estirpare la povertà, abbattere le carriere di depostiti che non vogliono mai lasciare il Potere. la plancia di comando.

Il problema risiede laddove, i popoli tenatono di emanciparsi dal cappio odioso e stretto dell'assoluta mancanza di Giustizia sociale. Libertà. Democrazia.

Algeri e Khartoum in queste settimane (e ancora nella giornata odierna) hanno riacceso la speranza di questo cambiamento.

Le élite però sono dure a morire e infatti, sia in Sudan sia in Algeria tentano di bloccare, interrompere, soffocare la voglia di emancipazione delle giovani generazioni algerine e sudanesi. A Khartoum, la folla radunata attorno al comando generale dell'esercito sudanese - da cui proviene Bashir - per chiedere "la caduta del regime", l'atmosfera è passata rapidamente dalla gioia alla disperazione.
I manifestanti non sembrano convinti dell'annuncio di Awad Ibn Awaf, Ministro delle Difesa e, con un passato e una carriera, tutta spesa all'interno delle forze armate, per gestire il dopo-Bashir : come ad Algeri e prima ancora al Cairo.




Perché in Africa i popoli non posson emanciparsi come vorrebbero?

L'Africa è un continente giovane, in cammino, in trasformazione: le nuove generazioni non accettano più "soluzioni muscolari" e come sta avvenendo a Khartoum (e anche ad Algeri), non sono più disposti a farsi scippare il futuro e restare inabissati nelle dittature cruente, disumane dove non esistono diritti sociali civili (come appunto in Egitto).

  


La rivolta sudanese non crede alla promessa dei generali quando annunciano "governo civile" anche perché esso è impossibile se il potere resta nelle mani dell'esercito. Il grido di protesta di Khartoum è "via la giunta militare", violando il coprifuoco.

La domanda da porsi è: perché le rivolte 2019 devono essere spazzate via dalla restaurazione come al tempo delle "rivolte arabe 2011"?

E' una questione di equilibri e interessi che hanno i loro consigli d'amministrazione a 10mila chilometri di distanza dall'Africa, se non di più. In quei consigli di amministrazione di multinazionali, per continuare l'odioso colonialismo e guadagli miliardiari in Borsa a New York come a Pechino oppure, nelle piazze borsistiche europee.
(Fonte.:jeuneafrique)
Bob Fabiani
Link
-www.jeuneafrique.com 

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