L'esercito del Sudan che con un golpe, nella notte tra il 10 e 11 aprile, ha posto fine al regime trentennale di Bashir, ha annunciato quanto segue: "le elezioni si terranno dopo un periodo di due anni".
Immediata la reazione dei manifestanti e gli attivisti che hanno dato voce e corpo alla rivolta di questi mesi.
"Non permetteremo che insedino uno dei loro uomini al posto del presidente".
La situazione diventa un po' più scivolosa qui a Khartoum: il popolo sudanese non lascerà le strade dopo quattro mesi di dure manifestazioni anche se, nelle ultime ore, i militari fanno sapere di non gradire la folla oceanica resti in strada.
Tra gli annunci che sono stati letti nel comunicato alla TV di Stato e alla radio, l'esercito informa che d'ora in avanti sarà istituito "il coprifuoco" e lo "stato d'emergenza".
Democrazia. Giustizia. Libertà.
Questo è ciò che chiede il popolo sudanese - riporta la giornalista italiana Antonella Napoli - che ha voluto l'intervento militare per detronizzare il presidente Omar Al-Bashir.
Secondo la giornalista italiana, difficilmente verrà accettato un semplice cambio di regime.
Dal cuiore della rivolta , dalla SPA, si apprende che il sit-in verrà mantenuto, esattamente dove è sempre stato in questi 6 giorni consecutivi di presenza in strada della capitale, ossia di fronte al quartier generale delle forze armate a Khartoum.
(Fonte.:jeuneafrique)
Bob Fabiani
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-www.jeuneafrique.com
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