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lunedì 15 aprile 2019

Un mese dopo il #CycloneIdai, in #Mozambico si lotta contro #epidemiacolera




La catastrofe seguita al Cyclone Idai nell'emisfero Sud dell'Africa, è stata la tragedia più ignorata dai mezzi di informazione occidentali, sopratutto italiani. Ora che è trascorso un mese da quel 15 marzo che sconvolse il Mozambico, lo Zimbabwe e il Malawi, è possibile fare un bilancio di questo drammatico evento.

Oggi ci soffermiamo sul Mozambico.


I numeri della catastrofe

Per rendersi conto di quale portata distruttiva è stato questo ciclone tropicale è forse ultile partire dai freddi numeri.


  • Persone decedute,  602
  • Persone ferite,      1.641
  • Persone colpite dal ciclone, 1.85 (un milione e ottantacinquemila)
  • Epidemia colera,  2.772
  • Decessi colera accertati, 5 



La difficile sopravvivenza dei mozambicani tra morti, dispersi e l'epidemia di colera


Un mese dopo il peggior disastro - in qualche modo legato ai cambiamenti climatici in atto in Africa da molti anni - in Mozambico, iniziano a intravedersi segni di ripresa. Lentamente ma, stanno cominciando a emergere.






Un lento, doloroso ritorno alla normalità mentre, la gente torna a casa dopo aver affrontato, in queste quattro settimane, in cui il mondo, sostanzialmente, ha fatto in modo di voltarsi dall'altra parte e, i media, hanno semplicemente censurato la notizia: imponendo un silenzio che raramente si era registrato per catastrofi di questa portata; stoicamente, quanti sono riusciti a salvarsi dalla furia del vento, dell'acqua e del fango, hanno dovuto vivere a stretto contatto con una epidemia di colera che ha colpito 2.772 mozambicani.

Il picco e il peggio sembra essere passato come il ciclone Idai, con estrema lentezza, le Ong, fanno sapere del declinare della minaccia.

Tuttavia, gli effetti di questa catastrofe, si sentiranno per molto tempo.

Un mese dopo, le acque si stanno ritirando - scrive @MedairPress -, ma le persone hanno perso i loro raccolti. I punti dove rifornirsi di acqua (per irrigare i campi) sono stati distrutti.
I mesi successivi saranno la chiave per le persone - non solo qui in Mozambico ma anche in Zimbabwe e in Malawi, gli altri paesi africani colpiti da questa disastro, strettamente legato ai continui stravolgimenti del clima ormai impazzito - , a rimettersi in piedi.
(Fonte.:allafrica)
Bob Fabiani
Link
-https://allafrica.com)
     

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