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domenica 29 settembre 2019

Quei negazionisti (della crisi climatica) che odiano le donne*






AfricaLand Storie e Culture africane, conclude le pubblicazioni dedicate alla settima dello sciopero del clima - organizzate dai ragazzi e dagli stuidenti e attivisti del #FridaysForFuture nei quattro angoli del mondo - con un reportage dedicato ai negazionisti che non credono alla crisi climatica. Alcuni studi dimostrano che questi individui - alcuni addirittura ai massimi livelli delle stanze del potere essendo attuali presidenti di Stati importanti, tendono ad avere atteggiamenti misogini e sessisti.







#ClimateActionSummit19 : molte parole e pochi fatti

Il 23 settembre gli attivisti  per l'ambiente hanno inviato un messaggio chiaro ai leader mondiali riuniti al vertice sul clima delle Nazioni Unite, a New York. Greta Thunberg, svedese, 16 anni, ha guidato la protesta chiedendo ai politici d'intervenire per limitare l'aumento delle temperature.

"Gli occhi delle generazioni future sono puntati su di voi", ha detto alla platea presenmte al palazzo di Vetro dell'ONU. "Se sceglerete di tradirci, non vi perdoneremo mai".

E quale è stata la risposta dei leader? E quale è il consultivo finale, al termine della "settimana dello sciopero globale per il clima"?

Prima del reportage dedicato ai negazionisti della crisi climatica, AfricaLand Storie e Culture africane traccia una 'sintesi' su quanto emerso dal summit  di New York viluto dalle Nazioni Unite. Partiamo dunque dal segretario generale Onu, Antonio Guterres.

Alla vigilia del vertice Guterres aveva invitato i governi a presentare nuovi progetti in ambiti come il carbon pricing (costo sulle emissioni) e la riforestazione, con l'obiettivo di raggiungere zero emissioni nette entro il 2050.

"Non ho la pretesa di governare il mondo, ma ho il compito di dire al mondo cosa è necessario fare".

Il vertice si è concluso con una raffica di nuovi annunci, tra cui l'impegno di 66 governi, 93 aziende e più di cento amministrazioni comunali a raggiungere quell'obiettivo. La Germania e la Slovacchia sono entrate a far parte di un'alleanza di 32 paesi per fermare la costruzione di nuove centrali a carbone. Varie aziende e gruppi industriali hanno annunciato nuove misure per ridurre le emissioni prodotte da edifici e mezzi di trasporto.
Il primo ministro indiano, Narendra Modi, ha fissato l'obiettivo di 450 giga-watt per le energie rinnovabili entro il 2030, ossia cinque volte i livelli attuali.

Guterres ha sottolineato il buon esito del vertice. "Oggi, in questa sala, il mondo ha ascoltato ambizioni chiare e iniziative concrete".

Eppure, all'incontro sul clima i leader mondiali noin hanno preso misure concrete per fermare l'aumento delle temperature e ridurre le emissioni : è questo ciò che emerge alla fine del vertice. Gli attivisti sono profondamente insoddisfatti. Thunberg e altri ragazzi hanno depositato una denuncia in cui accusano 5 paesi di aver violato i loro diritti umani ignorando la crisi climatica.

Di quali paesi si tratta?

I paesi sono : la Germania, la Francia, Brasile, Argentina e Turchia, che permettono questo tipo di denuncia in base alla Convenzione dei diritti dei bambini.
Mentre il vertice stava per finire, una riunione delle grandi aziende petrolifere dimostrava il divario tra le intenzioni e la realtà attuale.

Ci torneremo su questo punto specifico nelle prossime settimane, per il momento possiamo stilare un bilancio, del tutto negativo : i leader hanno speso molte parole ma pochi fatti.
(Bob Fabiani)


Negazionisti che odiano le donne*






  

  "Biorn Lomborg, studioso danese scettico sul cambiamento climatico, è diventato famoso nel mondo ostentando sangue freddo. Il libro in cui cerca di rassicurare chi si preoccupa del riscaldamento globale s'intitola Stiamo freschi. Perché non dobbiamo preoccuparci troppo del riscaldamento globale (Mondadori 2008).  Ma per qualche ragione ha difficoltà a mantenere il sangue freddo quando ha a che fare con un'attivista svedese di 16 anni.
Lomborg ha preso in giro o ha criticato ripetutamente Greta Thunberg (un pò come accade qui in Italia con alcune media vicini alla destra estrema italiana e con pseudo-giornalisti alla Feltri n.d.t), la studente che di recente ha attraversato in barca a vela l'Atlantico per partecipare al summit sul clima di New York. A giugno ha twittato una vignetta che lasciava intendere che Thunberg è utile al movimento per il clima perché la sua età la rende inattaccabile. In seguito ha condiviso un articolo in cui si dice che Thunberg è una fanatica "assolutista" e che gli adulti avrebbero dovuto correggere la sua integrità da bambina.
"Naturalmente dovrebbe essere trattata con rispetto",  ha aggiunto in seguito. Ma a quanto pare molti dei suoi sostenitori non gli hanno dato retta.

Mentre si avvicinava agli Stati Uniti, Thunberg si è vista piombare addosso uno tsunami di rabbia maschile. Il suo primo giorno di navigazione Arron Banks, ricco sostenitore della Brexit (ossia, sostenitore dell'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea n.d.t), ha auspicato che un incidente distruggesse la barca su cui viaggiava Thunberg. Un giornalista conservatore australiano l'ha definita una "messia disturbata del movimento contro il cambiamento climatico", e l'attivista britannico di estrema destra David Vance se l'è presa con la "petulanza di questa arrogante ragazzina".
Steve Milloy, ex collaboratore del presidente Donald Trump ha definito Thunberg una "marionetta adolescente" e ha detto che "il mondo ride davanti alla farsa di Greta".

Alcuni potranno anche pensare che questi attacchi siano semplici coincidenze, ma il fatto che uomini bianchi attacchino Thunberg è coerente con una serie di ricerche in cui si dimostrano i legami tra chi nega il cambiamento climatico e chi ha posizioni reazionarie sulle questioni di genere.

Questione di identità

Alcune di queste ricerche vengono dal paese di Thunberg. I ricercatori della Chalmers university of thechnology di Goteborg, che di recente ha creato il primo centro di ricerca sul negazionismo climatico, esplorano da anni i legami tra i negazionisti del cambiamento climatico e l'estrema destra antifemminista. Nel 2014 Jonas Anshelm e Martin Hultman hanno pubblicato un saggio che analizzava il linguaggio di un focus group di persone scettiche sul cambiamento climatico. Gli argomenti più comuni nel gruppo erano rivelatori : "Per chi non crede al cambiamento climatico non è l'ambiente a essere in pericolo, ma un certo tipo di moderna società industriale dominata dalla mascolinità".

Questo legame, mi ha detto Hultman, si spiega con il fatto che c'è un gruppo sociale convinto che la sua identità sia sotto attacco. Assediati dalla crescente parità di genere e dalla sfida che l'attivismo climatico rappresenta per il loro stile di vita, i maschi reazionari mossi dal nazionalismo, dell'antisemitismo e dal negazionismo sul clima si sovrappongono sempre più spesso, e queste dinamiche si alimentano a vicenda.

"Esiste un insieme di valori e comportamenti legati a una forma di mascolinità che chiamo 'mascolinità di capo-famiglia industriale' . Per queste persone il mondo è diviso in due : da una parte gli esseri umani e dall'altra la natura. Pensano che le persone siano obbligate a servirsi della natura e delle sue risorse per ricavarne prodotti. E la loro percezione del rischio li spinge a pensare che la natura sopporterà ogni genere di devastazione. Per loro la crescita e conomica è più importante dell'ambiente", ha detto Hultman in un'intervista alla Deutsche Welle. La conseguenza è che agli occhi degli scettici la scienza che studia il clima diventa femminilizzata, o "contraria ai presunti diritti di cui gode il primato maschile", hanno scritto Hultman e il collega Paul Pulé in un altro studio.

Queste scoperte sono in linea con le conclusioni a cui sono arrivati alcuni ricercatori negli Stati Uniti, un paese dove molti uomini percepiscono l'attivismo per il clima come qualcosa di intrensecamente femminile. "In un esperimento del 2017 a cui partecipavano sia uomini sia donne, i volontari dovevano dare una descrizione di una persona che andava in un negozio di alimentari con un sacchetto di stoffa riutilizzabile o con uno di plastica. Tutti sostenevano che la persona con il sacchetto riutilizzabile fosse più femminile, a prescindere dal fatto che fosse un uomo o una donna", hanno spiegato Aaron R. Brough e James E.B. Wilkie su Scientific American "In un altro esperimento i partecipanti si percepivano come più femminili dopo aver ricordato una volta in cui avevano fatto qualcosa di buono per l'ambiente".

Nell'ultimo anno giovani donne come Alexandria Ocasio-Cortez e Thunberg sono diventate i volti globali dell'attivismo per il clima. La loro ascesa ha provocato una reazione prevedibile tra gli uomini conservatori. Negli Stati Uniti i giornalisti di destra sono ossessionati da Ocasio-Cortez e in Europa Thunberg sta diventando un bersaglio dell'estrema destra. A quanto pare in Germania il partito di estrema destra Alternative fur Deutschland avrebbe coordinato i suoi attacchi contro Thunberg con il think tank di destra European institute for climate change.
Con il rafforzamento del legame tra i partiti conservatori e il nazionalismo e l'imperversare della retorica misogina nell'estrema destra, Hultman e i suoi colleghi alla Chalmers university temono che anche il legame tra negazionisti climatici e misoginia sia destinato a rafforzarsi. Quello che un tempo era un problema pratico in cui tutti concordavano sui dati di fatto è diventato una questione di identità. E la paura del cambiamento è una motivazione fortissima".

*Martin Gelin, The New Republic, Stati Uniti
**Questo post è dedicato a Silvia Romano
(Fonte.:newrepublic;economist;internazionale)
Bob Fabiani
Link
-https://newrepublic.com;
-www.economist.com;
-www.internazionale.it


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