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venerdì 27 settembre 2019

#RapportoIpcc:Oceani sempre più caldi, danni in aumento






Questo 27 settembre 2019 è il giorno del 3 sciopero globale per il clima organizzato dagli studenti di tutto il globo; il #FridaysForFuture; sciopero ribattezzato #EarthStrike ha visto la partecipazione di 27 paesi e milioni di giovani che, un venerdì dopo l'altro, stanno invocando il cambiamento dai leader dei governi.
A scendere in piazza sono stati gli attivisti e le attiviste di Kigali in Rwanda  e quelli di Ujaanbataan, Mongolia, Riyadh in Arabia Saudita fino a Tijuana, Messico.
In Italia, lo sciopero per il clima ha visto scendere una vera e propria onda verde, in 160 città.


Il #RapportoIpcc

Nel 21simo secolo, a causa del riscaldamento globale, gli oceani vedranno un aumento senza precedenti delle temperature e della acidificazione, un calo dell'ossigeno, ondate di calore, piogge e cicloni più frequenti e devastanti, aumento del livello delle acque, diminuzione degli animali marini.




Lo scioglimento dei ghiacciai montani metterà a rischio le forniture idriche e le coltivazioni. Lo scrive il rapporto Ipcc, il comitato scientifico sul clima redatto dall'ONU, dedicato a oceani e ghiacciai e diffuso lo scorso 25 settembre.

"La perdita di massa globale dei ghiacciai, la fusione del permafrost e il declino nella copertura nevosa e nell'estensione dei ghiacciai artici è destinata a continuare nel periodo 2031 - 2050, a causa degli aumenti della temperatura di superficie, con conseguenze inevitabili per straripamenti di fiumi e rischi locali", si legge nel rapporto "Oceano e criosfera in un clima che cambia" (la criosfera è l'estensione dei ghiacci).





Secondo lo studio Ipcc, nel 21esimo secolo, gli oceani sono destinati a "condizioni senza precedenti di aumento a causa dell'aumento delle temperature, e, alla maggiore stratificazione dei livelli superficiali, ulteriore acidificazione, declino dell'ossigeno e alterata produzione primaria netta (la produzione di pesci e alghe, n.d.t).
Ondate di calore marine ed eventio estremi come El Nino e La Nina sono destinati a diventare più frequenti. Eventi estremi di livello del mare che erano storicamente rari (uno al secolo nel passato) sono destinati ad avvenire più di frequente (almeno una volta l'anno) in molte zone al 2050, specialmente nelle regioni tropicali. L'aumento del mare continuerà oltre il 2100".
(Fonte.:ansa)
Bob Fabiani
Link
-https://www.ansa.it    

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