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venerdì 17 aprile 2020

La minaccia jihadista in Africa occidentale, al tempo del coronavirus






Le cronache che arrivano dall'Africa occidentale parlando di una netta ascesa dei miliziani, dove la cooperazione regionale è in crisi.
Sfruttando la grave pandemia che ha colpito in tutto il mondo - senza risparmiare il continente - Daesh (Isis) e Al Qaeda rilanciano la "Jihad": rimodellandola al tempo dell'epidemia da Covid-19.

Entriamo meglio nel dettaglio di un quadro preoccupante.

-Ascesa e chiamata alle armi

Mentre la pandemia del Covid-19 è nelle priorità dei governi di tutto il mondo, i conflitti che hanno occupato il centro della scena nel dibattito politico e mediatico si stanno attenuando sullo sfondo. Ma se da una parte il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guiterres, ha sostenuto che l'umanità affronta un nemico comune, il coronavirus, facendo appello per un "un cessate il fuoco globale", Daesh (Isis) e Al Qaeda hanno chiarito che vedono le cose diversamente.

In questa settimana, sul sito specializzato della minaccia jihadista, Site, entrambi i gruppi "hanno invitato i fedeli a colpire ovunque in Occidente o nei territori di conflitto".
In un nuovo editoriale dello scorso fine marzo sulla sua newsletter Al-Naba anche Daesh ha dichiarato "di voler sfruttare questo momento di debolezza dei governi occidentali e trarne il massimo vantaggio". Secondo Al-Naba "i credenti hanno il dovere di proteggere se stessi e i loro cari dalla diffusione di Covid-19", ma sopratutto di agire: viene dunque imposto ai sostenitori di Daesh (Isis) di "liberare i prigionieri e attaccare i diversi governi "apostati", senza mostrare loro pietà in questo momento di crisi".
L'editoriale chiude ricordando ai lettori che il modo migliore per evitare il coronavirus, considerato una punizione divina, è attraverso "l'obbedienza ad Allah e il jihad".




Un'ideologia che si rispecchia anche nella strategia del caos dello jihadismo. Già in questi anni la crescita dei gruppi jihadisti è stata più il risultato di guerre che la sua causa primaria. Daesh e Al Qaeda sono diventati una minaccia globale in gran parte sfruttando lo scontro e il fallimento dello stato prima in Afghanistan, poi in Siria e in Iraq e infine, più recentemente, nei conflitti interni dei paesi del Sahel in Africa occidentale.

Proprio in questi paesi Daesh punta a riprendere la lotta.

In Medio Oriente le milizie jihadiste mirano alla riconquista dei loro vecchi territori, in un'area gia destabilizzata dalle tensioni tra Stati Uniti e Iran e ulteriormente messa in pericolo dal coronavirus, con lo stato iracheno che "alle prese con un focolaio sempre più on ascesa, avrà difficoltà a contenere anche i miliziani jihadisti".
Ma un pericolo ancora maggiore proviene dalla zona del Sahel e dal bacino del lago Ciad dove Daesh è presente con due gruppi differenti, lo Stato islamico del Gran Sahara (Eigs) e lo Stato islamico dell'Africa occidentale (Iswap). Miliziani che stanno colpendo a cadenza ormai quotidiana sia i soldati dei vari governi africani che le truppe della missione francese anti-jihadista Barkhane.
Un esempio dell'attuale recrudescenza sono gli attentati contro militari e civili che ormai si verificano sempre più spesso in tutta l'area.
Come afferma l'editoriale di Al-Naba "la lotta si concentra dove i miliziani dello Stato islamico (Daesh) sono in netta ascesa in Africa", a causa anche di confini porosi e della mancanza di risorse dei diversi paesi africani del G5 Sahel (Burkina Faso, Niger, Mauritania, Ciad e Mali).

-Pandemia, alleata non richiesta dei miliziani

La pandemia rende questi gruppi ancora più pericolosi, poiché rallenta e indebolisce ulteriormente i governi e i militari locali.

"Se si interrompe la cooperazione tra i paesi regionali con le crisi sanitarie locali  - il Ciad ha dichiarato di voler abbandonare il G5 Sahel - o se il coronavirus richiede ai partner internazionali di disimpegnarsi, le conseguenze potrebbero essere disastrose e imprevedibili anche per l'occidente", afferma l'International Crisis Group (Ics) in un suo report sull'area.

"L'attenzione del mondo è giustamente incentrata sulla risposta alla pandemia, ma la comunità internazionale non deve distogliere lo sguardo o diminuiscono il proprio sostegno alla lotta contro la minaccia jihadista - conclude Ics - un nemico la cui ideologia intollerabile è l'opposto dell'umanitarismo che questo momento richiede".

-Cornavirus Africa Update (bollettino odeirno del 17 aprile 2020)






Le notizie odierne che arrivano dal continente sul fronte della crisi sanitaria sono preoccupanti. In rapida successione sono uscite alcune proiezioni che inquadrano la situazione, in netto peggioramento.
L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha reso noto che si sono registrati il 60% di decessi in solo 7 giorni.
A preoccupare la comunità scientifica è anche il dato del Dipartimento dell'Unione Africana (AU) che prevede 10 milioni di contagi da Covid-19 in Africa nei prossimi 6 mesi.
Un giorno prima, erano state le Nazioni Unite a divulgare un dato drammatico: si prevedono circa 300mila decessi in tutto il continente nero.
Il rischio che si intravede all'orizzonte sono le rivolte sociale nelle quali, potrebbero inserirsi anche i miliziani jihadisti.

-Bollettino odierno

Intanto i casi aumento senza sosta: i casi di contagio sono arrivati a 18,020 mentre, al momento, i decessi sono 942.

Ecco la situazione paese per paese:

Sudafrica 2.605 Egitto 2.505 Algeria 2.268 Marocco 2.251 Camerun 855 Tunisia 780 Costa d'Avorio 688 Ghana 641 Niger 609 Gibuti 591 Burkina Faso 543 Nigeria 407 Guinea 404 Senegal 335 Mauritius 324 RDC 287 Kenya 234 Mali 171 Ruanda 138 Madagascar 117 Congo 117 Gabon 95 Tanzania 94 Etiopia 92 Togo 81 Somalia 80 Liberia 73 Capo Verde 56 Uganda 55 Guinea Equatoriale 51 Zambia 48 Libia 48 Guinea Bissau 43 Benin 37 Eritrea 35 Sudan 32 Mozambico 29 Ciad 27 Maldive 23 Zimbabwe 23 Angola 19 Namibia 16 Malawi 16 Eswatini 16 Botswana 15 Sierra Leone 15 Rep.Centroafricana 12 Seychelles 11 Gambia 9 Mauritania 7 Sahara Occidentale 6 Burundi 5 Sao Tomé&Principe 4 Sud Sudan 4

(Fonte.:afp;jeuneafrique)
Bob Fabiani
Link
-www.afp.fr
-www.jeuneafrique.com             

2 commenti:

  1. È scritto chiaramente alla fine: il rischio è quello delle rivolte sociali, in cui possono inserirsi i gruppi terroristi.

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  2. Purtroppo è questa la realtà che si delinea all'orizzonte

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