L'8 agosto, nelle ore mattutine, è stato arrestato Tendai Biti, mentre si apprestava a chiedere 'asilo politico' in Zambia.
E' l'ultima provocazione o se preferite, è l'ennesima mossa ostile del governo - saldamente nelle mani de "il coccodrillo", l'uomo forte voluto dai militari dopo il golpe necessario per scalzare dal potere Mugabe, otto mesi fa e, rafforzato, in qualche modo dal voto del 30 luglio 2018 - nei confronti dell'MDC, il partito dell'opposizione che, in Zimbabwe contesta i risultati alle elezioni presidenziali vinte appunto (secondo la Commissione elettorale, Zec n.d.t) da Mnangagwa.
A rendere nota la notizia dell'arresto di Tendai Biti, è stato il suo avvocato, Nqobizitha Mlilo, notizia subito rilanciata dai giornalisti e reporter di Afp.
Biti, è stato ministro delle Finanze nel governo di Unità nazionale (2009-2013) ora paga, secondo l'accusa delle autorità giudiziarie dello Zimbabwe, il suo diretto incitamento alla violenza divampata ad Harare quando, l'opposizione MDC ha chiamato alla raccolta degli elettori per e scendere in strada per protestare contro le frodi e i brogli durante le operazioni di voto ai seggi in tutto il paese africano.
Questa sarebbe l'accusa riconosciuta al leader MDC stando a quanto riporta il quotidiano filogovernativo The Chronicle.
L'aria è pesante ad Harare : purtroppo la conferma dell'arresto di Biti non fa altro che avvalorare la tesi secondo la quale, lo Zimbabwe si appresta a vivere un quinquennio di repressione, austerità e una preoccupante, drastica riduzione dello spazio democratico.
(Fonte.:jeuneafrique;afp)
Bob Fabiani
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-www.jeuneafrique.com;
-www.afp.com
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